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Le 5 verità che ci ha lasciato Italia-Liechtenstein: Quagliarella punto fermo azzurro, perché no?

Stefano Silvestri

Pubblicato 27/03/2019 alle 06:58 GMT+1

Il sampdoriano è attaccante italiano più in forma: pensare a lui anche nei prossimi mesi non è follia. Kean si conferma talento vero, Spinazzola lancia un messaggio alla Juventus. I veri banchi di prova del girone, però, arriveranno soltanto a giugno.

Fabio Quagliarella of Italy celebrates his goal of 3-0 with teammates Frello Filho Jorge Luiz Jorginho, Gianluca Mancini and Leonardo Bonucci during the 2020 UEFA European Championships group J qualifying match between Italy and Liechtenstein at Ennio Tar

Credit Foto Getty Images

1) Quagliarella punto fermo nel cammino verso l'Europeo: perché no?

Si dirà: due gol contro la Nazionale numero 181 del Ranking FIFA, peraltro dal dischetto, non possono essere presi in grande considerazione. E forse è davvero così. Però un dato è inoppugnabile: Fabio Quagliarella segna sempre. In campionato e, ora, pure in Nazionale. Protagonista di una seconda giovinezza inattesa quanto esaltante, oggi è lui l'attaccante più in forma e decisivo a disposizione di Roberto Mancini. Più di dottor Jekyll e mister Hyde Immobile, più di Godot Balotelli, più di Belotti, più di tutti gli altri centravanti nati su suolo italiano. Una considerazione che porta a una conseguenza impensabile solo pochi mesi fa, ma sempre più concreta: il reparto offensivo azzurro può, sì, essere costruito attorno a lui. Quagliarella punto fermo nel cammino verso Euro 2020, anche a 36 e passa anni: perché no?

2) Mancini ha un ventaglio di opzioni sempre più ampio

Gli ultimi tre debuttanti sono stati Gianluca Mancini, Pavoletti e Izzo: se il difensore granata ha patito un pizzico d'emozione prendendosi un'ingenua ammonizione, l'atalantino ha disputato una gara tranquilla da titolare, mentre il centravanti del Cagliari si è fatto trovare prontissimo, togliendosi lo sfizio di chiudere il set. Tre esordienti che fanno compagnia ai tanti altri che, nel corso del suo regno sulla panchina azzurra, Roberto Mancini ha deciso di chiamare in Nazionale. Senza paura. Anzi, con coraggio e la consapevolezza di poter scegliere tra un ventaglio di opzioni sempre più ampio. Da Kean a Zaniolo, da Sensi a Barella: dopo anni di vacche magre, presente e futuro sembrano finalmente essere tornati dalla nostra parte.
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Quagliarella, Verratti e Bonucci si abbracciano dopo un gol contro il Liechtenstein

Credit Foto Eurosport

3) Kean è un gioiello vero: va protetto e fatto crescere

Il colore della pelle e la precocità calcistica hanno portato all'immediato paragone: Moise Kean nuovo Mario Balotelli. E qui, inevitabilmente, si accende un campanello d'allarme. Toccherà ad Allegri (o al suo eventuale successore sulla panchina della Juventus) e a Mancini proteggere il classe 2000, consigliarlo, farlo crescere, evitarne la deriva toccata dal Supermario nazionale, tra balotellate dentro e fuori dal campo e la compagnia non sempre salubre di Mangiafuoco Raiola. Il talento c'è tutto, la personalità straborda: quanti, a 19 anni appena compiuti, si presenterebbero alla maglia azzurra segnando due volte in altrettante partite? Domanda retorica: in Italia non c'era mai riuscito nessuno. Ma a far sperare è anche l'umiltà di un ragazzino che sa di essere sotto la luce dei riflettori, eppure evita inutili protagonismi per mettersi a disposizione dei compagni in un ruolo non suo. Il percorso, insomma, è quello giusto. La speranza è che almeno lui, a differenza del suo modello, non esca di strada.
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Italien gegen Liechtenstein in der EM-Qualifikation

Credit Foto Getty Images

4) Spinazzola imprendibile: un bel messaggio alla Juve

Dall'Atletico Madrid al Liechtenstein. Parabola più strana non potrebbe esserci. Eppure è proprio al Tardini, dopo aver sorpreso tutti un paio di settimane fa all'esordio in Champions League, che Leonardo Spinazzola conferma di essersi lasciato pienamente alle spalle l'infortunio che, nel 2018, lo aveva tenuto per la bellezza di 7 mesi lontano dai campi. Fulcro costante delle azioni azzurre, dedito per una volta unicamente alle proiezioni offensive, l'ex atalantino ha fatto ammattire chiunque abbia provato a fermarlo, sfornando un paio di assist decisivi per mandare a segno i compagni. Un bel messaggio anche alla Juventus. E ad Alex Sandro, il titolare della fascia mancina. Per ora.

5) Ma un vero banco di prova non è ancora arrivato

Lo si sapeva già dal momento del sorteggio: gli avversari più temibili del girone, le possibili Svezie di venturiana memoria, sono la Grecia e soprattutto la Bosnia di Dzeko e Pjanic. Ovvero i prossimi ostacoli che l'Italia troverà sul proprio cammino a giugno. Lì si vedrà la vera consapevolezza di sé della banda Mancini, fin qui impegnata solo contro sparring partner di più che modesta levatura. Un avversario di livello in una sfida da tre punti, in sostanza, non lo affrontiamo da novembre (il Portogallo a San Siro): in Grecia, il 9 giugno, si farà nuovamente sul serio.
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