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Brasile e Argentina è un debutto shock: sconfitte all'esordio da Cile ed Ecuador

Stefano Dolci

Aggiornato 09/10/2015 alle 10:02 GMT+2

Iniziano con due clamorose sorprese le Qualificazioni per i mondiali 2018: la nazionale verdeoro, priva di Neymar, perde a Santiago contro il Cile 2-0 trafitta dalle reti di Vargas e Sanchez. Scioccante anche l'avvio di torneo dell'Argentina che al Monumental crolla 2-0 contro l'Ecuador. E' la prima volta che Brasile e Argentina perdono entrambe in un match valido per le qualificazioni ai mondiali

La disperazione di Javier Mascherano per la sconfitta dell'Argentina sull'Ecuador

Credit Foto Eurosport

E’ dura la vita di Brasile ed Argentina senza Neymar e Messi. Prive dei rispettivi fuoriclasse la nazionale verdeoro e quella albiceleste vanno incontro a due batoste inattese all’esordio contro Cile ed Ecuador. Per il calcio sudamericano è una serata storica visto che mai Brasile e Argentina avevano perso contemporaneamente nella stessa giornata nelle qualificazioni mondiali. Se il ko degli uomini di Carlos Dunga a Santiago, contro i neocampioni della Coppa America del Cile, fa rumore ma stupisce il giusto ben più fragoroso e imprevisto è il crollo di Mascherano e compagni che al Monumental cedono 2-0 in una partita stregata soprattutto per Sergio Aguero, costretto ad uscire dopo 24’ per un (sospetto) strappo alla coscia sinistra che potrebbe tenerlo fuori per alcune settimane.

Cile-Brasile 2-0 (71’ Vargas, 89’ Sanchez)

Nella bolgia dello stadio National di Santiago del Cile la squadra di Sampaoli scrive un’altra piccola pagina della sua storia infliggendo il primo ko all’esordio al Brasile, che mai era stato sconfitto al debutto in una sfida delle qualificazioni mondiali. Successo inappuntabile quello di Vidal e compagni che schiantano un Brasile privo di idee e che senza il proprio leader tecnico è apparso perso. Dunga senza Neymar (squalificato) propone un 4-2-3-1 con Willian, Oscar e Douglas Costa alle spalle di Hulk mentre il Cile risponde con il classico 3-4-1-2 con Medel centrale difensivo, Vidal incursore e Valdivia alle spalle del tandem Sanchez-Vargas. E’ proprio l’ex napoletano, dopo un primo tempo avaro di emozioni, a sbloccare il match poco dopo il 70’ deviando sottomisura una punizione-cross di Fernandez e depositando la sfera alle spalle di Jefferson. Dunga, per recuperare lo svantaggio, prova a giocarsi anche la carta Ricardo Oliveira (che entra al posto di uno spento Hulk) ma i verdeoro non riescono ad abbozzare alcun accenno di rimonta e all’89’ il Cile chiude con una splendida manovra ricamata da Mati Fernandez e Vidal e finalizzata da Sanchez che, in piena area, sfrutta una carambola con Miranda e trafigge ancora Jefferson.
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L'esultanza di Vargas dopo il gol al Brasile, Cile-Brasile,

Credit Foto Imago

Argentina-Ecuador 0-2 (81' Erazo, 82' Caicedo)

Se Sparta piange Atene di certo non ride visto che un Argentina troppo brutta per essere vera cade al Monumental contro il non trascendentale Ecuador. Lenta, imprecisa e troppo bloccata la squadra di Martino (che da 22 anni non perdeva un match casalingo nelle eliminatorie) senza Messi è apparsa completamente smarrita. Quando poi al 24’ il Tata ha dovuto sostituire Aguero per infortunio per l’albiceleste è stata notte fonda e per l’Ecuador è stato facile maturare la convizione di poter fare l’impresa che si è materializzata con uno-due tremendo all’81’ e all’82’ con Erazo (colpo di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo) e Caicedo (contropiede).
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Sergio Aguero stretchered off, Argentina v Ecuador

Credit Foto Imago

Gli altri risultati

Pur priva di Suarez e Cavani, entrambi squalificati, vince l’Uruguay che passa in Bolivia grazie a un gol lampo dello juventino Martin Caceres, lesto a ribadire in rete un colpo di testa di Hernandez stampatosi sul palo, e a un sigillo di capitan Godin, autore della rete del definitivo 2-0 al 69’. Successo con identico risultato anche per la Colombia che sconfigge il Perù grazie a una doppietta di Guerrero e Cardona. Parte bene anche il Paraguay corsaro sul campo del Venezuela grazie a un sigillo di Derlis Gonzalez all’85’.
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