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Italia, comunque vada sarà una sconfitta: se siamo questi, andare al Mondiale servirà a poco

Mattia Fontana

Aggiornato 11/11/2017 alle 22:48 GMT+1

Anche un'eventuale rimonta contro la Svezia, in queste condizioni, molto difficilmente porterebbe gli Azzurri a un'inversione di tendenza la prossima estate in Russia: caos tattico, limiti tecnici e scarso coinvolgimento dei giocatori di maggior talento. Il biennio di Ventura è in un vicolo cieco.

Chiellini Barzagli Bonucci Svezia Italia 2017

Credit Foto Getty Images

L’Italia è spalle al muro. Chiamata a recuperare l’1-0 di Solna nel ritorno dello spareggio Mondiale in programma lunedì sera a Milano. Una sconfitta tanto limitata nel punteggio quanto netta nelle dimensioni. Tecniche, tattiche e persino psicologiche. Nelle pieghe del primo match a favore della Svezia risiedono troppi mali, tanti colpevoli da rendere totalmente fuori luogo un’interpretazione dei fatti minimalista (prendersela con l’arbitro, con il gioco duro dei padroni di casa...). E, ora, non resta che sperare nel ribaltone. Ma, viste le premesse, non c’è da stare tranquilli.

San Siro è pronto a far gol?

Ci ha pensato Andrea Pirlo, uno solitamente abituato a centellinare le parole, a commentare in modo eloquente l’invocazione di Gian Piero Ventura a un San Siro obbligato a fare la differenza nel ritorno di lunedì. "Lo stadio può dare sicuramente qualcosa in più – ha dichiarato il Maestro in collegamento con Sky -, ma non ho mai visto nessuno segnare dagli spalti. E lasciamo stare l’arbitro, non c’entra nulla. L’Italia era impaurita e non ha reso al massimo". Un modo come un altro per dire che, se la premessa per la rimonta è il fattore campo, non partiamo bene.
Italia 3-5-2, Eurosport
Una delle possibili formazioni: il 3-5-2 con Insigne o Eder al posto di Belotti e Florenzi mezz'ala per lo squalificato Verratti.

Tutte le incertezze tattiche

Meno male che da Coverciano, prima della partenza per la Svezia, filtrava aria di ritrovato ottimismo. Ventura, alla luce dei desiderata dei senatori, aveva delineato un piano tattico sull’arco dei 180’: 3-5-2 all’andata, 4-4-2 al ritorno. L’esito del primo match, la squalifica di Verratti e le condizioni precarie di Belotti, Barzagli e Zaza hanno però cambiato tutto. E, ora, siamo arrivati a meno di 48 ore dal crocevia per la Russia senza sapere cosa frulli in testa del ct. Il mantenimento della difesa a tre pare vincolato alle condizioni di Barzagli. Ma, anche se non dovesse farcela, resta il dubbio di quale potrebbe essere lo schieramento offensivo. Insigne tornerà sull’esterno? Probabile. Jorginho troverà spazio in mediana? Difficile. Belotti sarà ancora titolare? Da escludere. In barba alle verità espresse dal campionato, è facile pensare che Ventura chiederà ai suoi di adattarsi a un modulo che nessuno di loro è abituato ad utilizzare con i propri club. Anche perché il 4-3-3 tanto evocato e mai testato diverrebbe improvvisazione nell’improvvisazione.
Italia 4-2-4, Eurosport
L'altra ipotesi con Barzagli o Florenzi sulla fascia destra e Insigne sull'out mancino di centrocampo.

Comunque vada sarà una sconfitta

L’obiettivo è chiaro. Vincere con due gol di scarto e andare in Russia. La finalità ultima, però, resta oscura. Con quale obiettivo si può andare a competere in un Mondiale dopo un biennio simile? Con quale ambizione si può pensare di migliorare il rendimento delle ultime due edizioni, quando l’Italia fu fatta fuori ai gironi? Comunque vada lunedì sera, la sconfitta è già scritta. Quella di Ventura e di chi Ventura lo ha scelto. Perché è piuttosto ovvio che il ct sia piombato in un caos che trova paragoni recenti soltanto nel tramonto del Lippi bis e nelle ultime settimane brasiliane di Prandelli. E, dunque, si appresti soltanto a percorrere un vicolo cieco, in barba a un frettoloso prolungamento contrattuale sino al 2020. Perché questa Italia dai valori tecnici mediocri non può permettersi un numero così alto di errori tattici. Perché una squadra come questa ha necessità di un ct che ne mascheri i punti deboli e non di un allenatore capace addirittura di tarpare le ali ai pochi giocatori di qualità (Verratti, Jorginho e Insigne). Perché qualificarsi al Mondiale non risolverebbe nessuno dei nostri problemi strutturali, ancor più se qualcuno proverà a venderci l’eventuale pass per la Russia come un trionfo. Ad essere onesti, visto il recente rendimento della Nazionale, l’unico modo che potrebbe permettere a Ventura di salvare la faccia sarebbe quello di dimettersi lunedì sera, a qualificazione raggiunta. E lasciare ad altri il compito di ricostruire seriamente un movimento giunto ai minimi dal 1966 ad oggi.
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