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Calcio, Qualificazioni Mondiali, le 5 verità di Italia-Svizzera: spazio al falso nove e a un nuovo rigorista

Stefano Silvestri

Pubblicato 13/11/2021 alle 10:00 GMT+1

QUALIFICAZIONI MONDIALI - Impacciata e a tratti messa sotto dagli elvetici, la nazionale di Mancini ha pagato una scarsa lucidità nella manovra e parecchie difficoltà offensive: è tempo di pensare all'idea di giocare senza un centravanti vero in Irlanda del Nord. Jorginho e i rigori, un rapporto divenuto complicato: serve un altro tiratore.

Berardi in azione in Italia-Svizzera

Credit Foto Getty Images

Italia-Svizzera, match valido per la settima giornata del Girone C di qualificazione ai Mondiali di Qatar 2022 andato in scena allo stadio Olimpico di Roma, è terminato sul punteggio di 1-1, frutto delle reti di Widmer e Di Lorenzo. Al 90' Jorginho ha sbagliato un calcio di rigore. Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la partita.

1) Dopo gli Europei qualcosa si è inceppato

Inutile nasconderlo: la bella Italia di Roberto Mancini, quella che ha ammaliato e poi conquistato l'Europa, non si sta più vedendo. Il gioco è spesso farraginoso, la brillantezza va e viene, le trame offensive non riescono più come qualche mese fa. E i risultati iniziano ad arrivare a singhiozzo come mai era accaduto in precedenza, tra un pareggio contro la Bulgaria e i due contro gli elvetici. A poco serve recriminare per le assenze e gli acciacchi, perché pure la Svizzera era priva di parecchie stelle. Il ct dice che "in Irlanda del Nord dovremo segnare i gol che sono mancati in altre partite", ma gli affanni azzurri non si riassumono solo a questo. Per buona parte della partita, l'Italia è stata ingabbiata dalla Svizzera mancando in idee e lucidità. Lunedì dovrà andare diversamente.

2) A Belfast è tempo di giocare col falso nove

Ormai è diventato palese: i centravanti dell'Italia sono diventati un problema. Ciro Immobile, peraltro infortunato, fatica a replicare in maglia azzurra le prestazioni che lo hanno consacrato alla Lazio. E il suo sostituto e amico Andrea Belotti ieri sera non ha fatto molto meglio. Completamente avulso dalla già raffazzonata manovra azzurra, il capitano del Torino ha pagato anche una condizione non ancora ottimale dopo i noti problemi fisici che ne hanno ostacolato l'inizio della stagione. Il discorso è cambiato quando Mancini ha inserito Berardi, alla fine il miglior azzurro, rinunciando a un centravanti di ruolo. Una soluzione a partita in corso che può - o meglio, deve - essere riproposta anche lunedì in Irlanda del Nord.
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Andrea Belotti e Ruben Vargas durante Italia-Svizzera - Qualificazioni Mondiali 2022

Credit Foto Imago

3) Jorginho e i rigori: meglio pensare a un'alternativa

Terzo rigore consecutivo fallito con la maglia dell'Italia. Incredibile anche solo a pensarlo, se il personaggio in questione è Jorginho. Un ex infallibile che, di colpo, si è riscoperto umano. Dopo la grande gioia dell'esecuzione vincente contro la Spagna, quella che ci ha aperto le porte della finale degli Europei, l'ex napoletano ha fatto a pugni col dischetto: errore con l'Inghilterra, brutto errore in Svizzera, erroraccio ieri sera. Se un indizio è un indizio, tre fanno una prova. In attesa di tempi migliori, è arrivata l'ora di pensare a un'alternativa.

4) Anche a 37 anni Chiellini è imprescindibile

Quanto abbiamo ballato in difesa, soprattutto nel primo tempo, ma anche per parte del secondo. Senza Giorgio Chiellini, alcune certezze sono venute a mancare. Bonucci ha perso un punto di riferimento, Acerbi è sembrato sentire l'importanza della partita tra un'imprecisione e l'altra. E per fortuna che il centrale della Juve, per l'occasione capitano, ha rialzato la testa a partita in corso dopo un avvio molto difficoltoso. In sostanza: Chiellini è imprescindibile anche con i suoi 37 anni suonati. In termini di leadership, di fisico, di esperienza. E la sua assenza potrebbe avvertirsi anche lunedì in Irlanda del Nord.
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Bonucci in azione in Italia-Svizzera

Credit Foto Getty Images

5) Svizzera più brillante, che bravo Okafor

Le assenze, dicevamo. Ne avevamo parecchie noi, ma pure la Svizzera non stava messa benissimo. Seferovic, Xhaka, Embolo, Elvedi: all'Olimpico non c'era nessuno di loro. Però Murat Yakin ha fatto di necessità virtù, puntando forte su Vargas e Okafor e confermando le belle impressioni lasciate agli Europei e poi nelle altre partite di qualificazione. Gioco palla a terra, organizzazione di ottimo livello: gli elvetici hanno tutto il diritto di sognare il primo posto fino alla fine. E a proposito di Noah Okafor, il migliore in campo: ha 21 anni, gioca in Austria nel Salisburgo e in campionato ha segnato 5 volte in 5 presenze da titolare, più una doppietta al Wolfsburg in Champions League. Ne sentiremo parlare ancora.
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Mancini: "Pallone d'Oro a Jorginho, ha vinto di tutto"

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