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Rummenigge: "La Superlega è stato un fallimento. Andrea Agnelli ha perso tutto, anche la faccia".

Daniele Fantini

Pubblicato 20/12/2023 alle 12:40 GMT+1

CALCIO - Karl-Heinz Rummenigge attacca in maniera durissima il progetto della Superlega alla vigilia della sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea. "Da noi prevale il merito. La Superlega non andrebbe lontano. Se esistesse la Serie A diventerebbe la Serie B, un torneo povero. Andrea Agnelli non lo capisco sul piano umano: ha perso tutto, anche l'immagine".

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Nella mattinata di domani, giovedì 21 dicembre, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea si esprimerà sull'esistenza (o meno) di un monopolio da parte della UEFA nel calcio europeo, una situazione illegale che la società A22 Sports vorrebbe mutare con la creazione della Superlega. Karl-Heinz Rummenigge, oggi membro del comitato esecutivo dell'UEFA, è da sempre uno degli avversari più tenaci del progetto di un campionato internazionale comprendente le migliori squadre dei top campionati europei.
"Se la Superlega esistesse, la Serie A diventerebbe la Serie B, e la Bundesliga la Seconda Divisione. Tornei poveri - ha dichiarato Rummenigge parlando alla Gazzetta dello Sport -. E tutto questo soltanto per danneggiare la Premier che incassa di più semplicemente perché è più brava. Le spagnole volevano danneggiarla e si sono inventate questo torneo, l'unico che conterebbe. E allora addio Juventus-Cagliari, addio Bayern-Bielefeld. Il piano A, con le top d'Europa, sarebbe solo un alibi. L'obiettivo è inserire squadre arabe, americane, fare un torneo internazionale e perdere le radici".

Il calcio europeo basato su merito ed emozione

"Le proposte sono state tutte rifiutate - ha proseguito -. L'UEFA offre il miglior torneo possibile, e la Champions a 36 sarà ancora più spettacolare e aperta. Nel calcio non vincono sempre i soliti noti. C'è l'impensabile, l'emozione. Non la matematica. Nessuno in Germania andrebbe in Superlega, ci sarebbe una rivoluzione dei tifosi. Da noi non è come in America. Qui prevale il merito. Se sei bravo, vinci e guadagni. In America invece compri il posto nella Lega perché sei ricco e guadagni anche se non vinci. Non fa per noi".
"La Superlega non andrebbe lontano. Trent'anni fa il sistema avrebbe abbracciato la novità, ma ora è diverso. Inglesi, tedesche e francesi non parteciperebbero mai. Credo anche le italiane e le spagnole, a meno che non esista un qualche presidente che pensa di andare a letto e svegliarsi l'indomani in mezzo all'oro. Potrebbero farsi il torneo Real e Barcellona".

Agnelli? "Non lo capisco umanamente. Ha perso tutto, anche l'immagine"

La Juventus è stata, assieme a Real Madrid e Barcellona, uno dei club che ha sostenuto in maniera importante il progetto Superlega, salvo poi tornare sui propri passi dichiarando l'intenzione di uscire dall'accordo.
"Non sono più riuscito a parlare con Andrea Agnelli dalla domenica in cui ha staccato il cellulare. Credo che non abbia avuto il coraggio di dire che cosa stava facendo. Capisco che il coronavirus abbia forzato i club ad accelerare, qualcuno voleva soldi freschi, ma quella presentazione non è stata professionale. Lui non lo capisco e mi spiace umanamente. Era presidente ECA, nell'Esecutivo UEFA, presidente di una Juve tra i cinque top club. Ha perso tutto. Anche l'immagine. Andavamo d'accordo, ma quando gli dicevo che il calcio non è solo economia, non la pensava come me".
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