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Secondo posto, derby, Europa League: come Pioli può «salvare» il Milan. E viceversa

Roberto Beccantini

Pubblicato 08/04/2024 alle 15:06 GMT+2

CALCIO - Lontano dalla tirannia interista, il Diavolo prepara quello che dovrebbe essere un gran finale di stagione. L’Europa League, adesso che la missione Champions è a buon punto, costituisce il più prestigioso dei traguardi. Pioli merita la conferma, naturalmente, perché i giocatori pesano e i tecnici possono, al massimo, tararne la bilancia.

Stefano Pioli

Credit Foto Eurosport

Non è mai troppo tardi per riabilitare, non è mai troppo presto per farlo e poi pentirsene. Il Milandelle cinque vittorie consecutive - sette, se calcoliamo le due con lo Slavia Praga - ha restituito a Stefano Pioli la medaglia di «miglior allenatore d’Italia» (Lele Adani dixit). Così come l’epilogo di Istanbul salvò Simone Inzaghi dal cappio dell’esonero che aleggiava sul suo collo prima della trasferta di Porto. Lontano dalla tirannia interista, il Diavolo prepara quello che dovrebbe essere un gran finale di stagione. Per la Champions sul campo, mollata già a dicembre, non c’è più niente da fare; idem per la Coppa Italia, persa contro la Dea a gennaio; e neppure, ormai, per lo scudetto. Per tutto il resto, sì: secondo posto, con relativa zona Champions, ed Europa League, lo scalpo più gustoso. Non sarà un «resto» da fare la ola, d’accordo, ma con i triboli societari che incombono - tra fondo Elliott e RedBird - aiuta a sbarcare il lunario.
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Pioli: "Problemi societari? C'è serenità intorno alla squadra, vogliamo passare"

Zlatan Ibrahimovic vigila corrucciato. Finché Antonio Conte non annuncerà «chi» ha scelto, attorno al suo nome organizzeremo saporite e spassose riffe. Pioli merita la conferma, naturalmente, perché i giocatori pesano e i tecnici possono, al massimo, tararne la bilancia. Carlo Ancelotti ne ha fatto il suo manifesto. Il problema è un altro, e coinvolge i risultati: che trascuriamo sino a quando ci fa comodo non trascurarli più. Il Milan ha rimontato la Juventus, spedendola a sei lunghezze, e lunedì 22 aprile ospiterà la capolista in un derby che i cinque persi nel 2023 rendono letteralmente spasmodico. Cinque su cinque, per la cronaca e per la storia.
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Giroud esulta dopo aver segnato in Milan-Lecce

Credit Foto Getty Images

Cos’è successo? Nulla di clamorosamente inedito. Pioli ha recuperato fior di titolari, Olivier Giroud è il classico centravanti-pivot che, non appena diamo in crisi, sforna gol (già 13) o assist. Quindi Christian Pulisic (10) e Ruben Loftus-Cheek (6), esuberi del Chelsea e testimoni di un mercato avaro nella caccia al vice Giroud ma prodigo di cornici preziose. E il rinascimento di Rafael Leao (6 reti pure lui): l’elemento che meglio e più di tutti impone e scolpisce la differenza.
Pioli dispone di un attacco esplosivo (60 gol); è la fase difensiva, se mai, che ha richiesto restauri non lievi sino al 4-2-3-1 dell’ultimo e tambureggiante scorcio. L’Europa League, adesso che la missione Champions è a buon punto, costituisce il più prestigioso dei traguardi. Giovedì 11 aprile, a San Siro, andata dei quarti con la Roma di Daniele De Rossi. Ritorno, il 18 aprile all’Olimpico. In campionato, con José Mourinho al timone, vinsero e rivinsero i rossoneri: 2-1 in trasferta, 3-1 in casa. Altra musica, la Lupa di «Ddr». Ha appena liquidato la Lazio, ha perso solo una volta, con l’Inter, è in piena lotta per salire sul «trenino» dei desideri. Non è più un’assemblea di condominio che reclama un arbitro «espiatorio». Cerca di accollarsi la partita senza subirne la pressione o rifugiarsi negli episodi.
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Pioli: "Europa League? Le favorite sono Bayer, Liverpool e Atalanta"

Liverpool e Bayer Leverkusen sono squali dai quali dovranno guardarsi, in prima battuta, Atalanta e West Ham. Il Milan è il Milan, diciotto trofei in bacheca tra cui ben sette Coppe dei Campioni/Champions League, da Cesare a Paolo Maldini, da padre a figlio. E la Roma - sì, la Roma - viene da due finali, una vinta (la Conference del 2022 a Tirana, con il Feyenoord) e l’altra persa ai rigori (l’Europa League del 2023 a Budapest, con il Siviglia). Pioli aveva smarrito gli equilibri tra i reparti. Li ha ritrovati. La sinistra - da Theo Hernandez, provato addirittura da centrale d’emergenza, a Leao - è di nuovo al governo. Le luci e le ombre delle montagne russe confondono la sentenza. Sarà lo sprint di primavera a fissarla. Fa sorridere il paradosso di un Pioli più in bilico di Massimiliano Allegri. Ma siamo in Italia.
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Pioli: "Europa League? Il Milan non l'ha mai vinta, è una motivazione in più"

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