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Intervista Spaccarotella

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Pubblicato 15/07/2009 alle 18:24 GMT+2

Al centro della bufera dopo la sentenza del processo Sandri, che l'ha visto condannato a sei anni di reclusione (a fronte di una richiesta dell'accusa di 14 anni), l'agente Luigi Spaccarotella ha rilasciato un'intervista al settimanale Visto. Famigliari e amici intanto promettono battaglia

"Sono un cretino, non un Rambo. Sono solo una persona che ha creduto di fare il suo dovere. Non ho mai preso la mira, lo ripeterò sempre. Non sono un pazzo che rischia di colpire un'auto di passaggio: c'era un'autostrada di mezzo".
Èuno dei passaggi dell'intervista concessa al settimanale "Visto" (in edicola da domani) dall'agente Luigi Spaccarotella, condannato a sei anni di reclusione per omicidio colposo del tifoso della Lazio Gabriele Sandri. Spaccarotella resta polemico con il sistema dell'informazione che, a suo dire, lo ha condannato senza appello. "Non c'è giustizia in questo Paese. Sono i prepotenti, i forti, quelli che sanno parlare bene, sanno raccontarti e rigirarti, ad avere la meglio. Non gli ignoranti morti di fame come me. Antipatica la mia voce, il mio accento meridionale e anche il mio cognome, Spaccarotella. Tutti hanno visto in me l'uomo forte che 'spacca', che uccide. Invece io sono un padre, un marito e un figlio". Spaccarotella ringrazia quindi tutti coloro che gli sono stati vicini, in particolare i colleghi poliziotti, "perchè hanno riconosciuto che quanto accaduto a me poteva accadere anche a loro. Se ammazzano volontariamente un poliziotto, questo resta un eroe anonimo. Quando un agente sbaglia, o un colpo parte per errore, allora è un killer. Quel giorno dall'altra parte dell'autostrada avrebbero potuto uccidere, sequestrare, rapinare, ma io non dovevo fare nulla. Oggi lo so".
Pur nel pieno delle polemiche scatenate dalla sentenza (la richiesta dell'accusa, ricordiamo, era di 14 anni), Spaccarotella non nasconde il suo desiderio di tornare in futuro in servizio, come confermato dai suoi legali. L'avvocato Federico Bagattini ha spiegato che la sentenza non ha "effetti automatici" sullo stato di servizio di Spaccarotella, ovvero sul fatto che sia stato sospeso dalla polizia. Per il difensore Francesco Molino il rientro in servizio di Spaccarotella "è un problema amministrativo. Oggi è sospeso dal servizio. Spetta ai vertici della polizia decidere . Il mio cliente vorrebbe tornare in servizio, è chiaro. Vedremo".
Sull'altro fronte, non si placa la rabbia dei famigliari e degli amici di Gabriele Sandri. Il padre ha promesso oggi battaglia contro il verdetto dei giudici, annunciando che la famiglia intende anche organizzare una raccolta di firme contro la sentenza e una manifestazione. Manifestazione cui aderiranno verosimilmente i rappresentanti di molte tifoserie d'Italia, a cominciare da quella della Roma, stando a quanto dichiarato da uno dei capi storici degli Ultrà giallorossi: "Parteciperemo alla manifestazione organizzata dalla famiglia Sandri, ma sono sicuro che se si farà di domenica si fermerà anche il campionato perché le tifoserie di tutta Italia saranno presenti".
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