Eurosport
L’attesa del Parma: perché sperare, adesso, è possibile
Di
Pubblicato 27/05/2015 alle 09:02 GMT+2
Giovedì a mezzogiorno scade il termine per l’ultima asta fallimentare: ci sarebbero due realtà interessate a rilevare il club emiliano, determinante la riduzione del debito sportivo sceso dal 74 a circa 20 milioni di euro nel giro di un mese e mezzo (foto LaPresse)
Raffaele Palladino Parma Napoli 2015 LaPresse
Credit Foto LaPresse
Il momento del dunque, il limite estremo, l’ora della verità. Nel corso di questa travagliata stagione 2014-15 tifosi del Parma e addetti ai lavori (ma anche tesserati) sono stati più e più volte bersagliati da definizioni simili. Prima per il passaggio di consegne di Tommaso Ghirardi, poi per il pagamento degli stipendi arretrati, infine per colpa dell’interminabile rosario di promesse snocciolato da un personaggio come Giampietro Manenti. Adesso, però, ci siamo davvero. Perché giovedì 28 maggio alle ore 12:00 verrà reso noto se l’ultima asta fallimentare potrà regalare un futuro in Serie B al club ducale, evitando di ripartire dalla D. Vi raccontiamo come potrebbero andare le cose nelle prossime 24 ore e perché, adesso, sperare è lecito.
L’ULTIMO COUNTDOWN – La corsa è iniziata lo scorso 19 marzo, quando il giudice Pietro Rogato ha dichiarato il fallimento del Parma Calcio, consegnandolo nelle mani dei curatori Anedda e Guiotto. I due, che grazie all’aiuto di Lega e Federcalcio sono riusciti a reperire le risorse economiche necessarie per terminare il campionato, hanno innanzitutto ottenuto l’esercizio provvisorio fino al 31 maggio, fissando al 6 maggio la prima asta. Un’asta andata deserta, così come le tre successive. Colpa di un debito sportivo quantificato in 74 milioni di euro (63 dei quali nei confronti dei tesserati), ma anche di una valutazione iniziale del club troppo alta (20 milioni di euro). Adesso, però, siamo alla stretta finale. La base per la quinta – e ultima asta – di giovedì è scesa a 6,3 milioni. E, stando a quanto dichiarato dal team manager Alessandro Melli nella serata di lunedì, vi sarebbero due soggetti interessati a rilevare il club. Giovedì sarà il giorno buono? Meglio non esagerare con l’ottimismo. Più probabile è che vi si giunga a un ulteriore rinvio, con susseguente asta aggiuntiva entro una settimana. Per far scendere ancora una volta la base (intorno ai 4,7 milioni?), ma evitare al contempo un’estensione dell’esercizio provvisorio che il giudice Rogato non sarebbe propenso a concedere. Forse servirà ancora tenere il fiato sospeso per qualche giorno, però la fine del tunnel non pare così lontana.
COME E’ TORNATA LA SPERANZA – Sulla storia di questa annata ci sarebbe da scrivere un libro (anzi, c’è già chi lo ha fatto, intitolando il testo “Parma Crac”), ma anche sui mille risvolti di questa corsa contro il tempo si potrebbe dire molto. Perché, nonostante il pessimismo fatto filtrare da Damiano Tommasi, in poco più di due mesi il debito sportivo della squadra emiliana è stato letteralmente preso a colpi di accetta dal duo Anedda-Guiotto. Che, aiutati da Demetrio Albertini, hanno iniziato a districarsi nella giungla dei 100 e passa calciatori sotto contratto, chiedendo e ottenendo in larga misura una riduzione dei crediti del 70%. C’è chi ha avuto dubbi, chi ha tirato la corda sino all’ultimo ma ormai si è deciso a mollare (stando a quanto riporta Parmafanzine.it, Amauri, Cassano, Marchionni, Modesto e Ninis avrebbero dato segnali confortanti) e chi ha rinunciato a tutto rescindendo anzitempo il contratto (Biabiany e Belfodil, ad esempio). Da 74 milioni di euro si sarebbe scesi intorno ai 20 milioni. Una cifra che dovrà essere saldata dal futuro proprietario, una somma che non è affatto paragonabile alla “cima Coppi” di marzo, quando una salvezza del club pareva improponibile. Merito del lavoro incessante dei curatori fallimentari, certo. Ma anche di un capitano come Alessandro Lucarelli, che – tra una partita e l’altra – ha trovato il tempo di vestire i panni del sindacalista (trattando con Carlo Tavecchio l’introduzione di nuove norme per regolamentare le società italiane) e del persuasore. Dal suo telefono, infatti, sono partite una serie incalcolabile di telefonate e sms per convincere gli ex compagni a rinunciare al 70% dei crediti e dare una possibilità al Parma di sopravvivere tra i professionisti. Domenica, dopo l’ultima in A al Tardini, ha sferrato l’ultimo attacco nei confronti di chi ha vestito per anni la stessa maglia e non si era ancora degnato di rispondere al suo appello. Adesson anche questo ultimo muro potrebbe crollare. Sperare è possibile.
/origin-imgresizer.eurosport.com/2015/02/13/1414944-30295591-2560-1440.jpg)
2014-15 Serie A, Parma, Antonio Cassano (LaPresse)
Credit Foto LaPresse
ERA UNA FOLLIA, DIVENTERA’ UN AFFARE? – La gestione Ghirardi-Leonardi se ne è andata lasciando un buco complessivo di 218 milioni di euro, una voragine destinata a lasciare notevoli scompensi nell’indotto (chiedere all’albergo di Collecchio che ha ospitato i ragazzi delle giovanili per anni e non ha visto un euro) ma che – sportivamente – obbliga il futuro proprietario a ripianare soltanto il debito sportivo e, dunque, non quello nei confronti dei fornitori. Se le stime dovessero essere confermate, non si sforerebbero i 20 milioni di euro. Una cifra dalla quale scalare non soltanto il prezzo finale con cui aggiudicarsi l’asta, ma anche i 12 milioni di euro di paracadute riconosciuti dalla Lega Calcio per la retrocessione in Serie B. Se si aggiunge il marchio incluso nel prezzo (altra conquista dei curatori) e la possibilità di aggiudicarsi in un’asta separata (quella per il fallimento della controllante Parma Eventi) il Centro Sportivo di Collecchio, si capisce come si stia parlando di tutto fuorché di una follia. Il problema, semmai, diventerebbe la successiva gestione dei 100 e passa contratti che resterebbero in essere e dovrebbero essere più che dimezzati entro l’inizio della prossima stagione sportiva. Non una questione da poco. Con la sensazione che, dopo la grande corsa per salvare il futuro del Parma, ne sarebbe necessaria subito un’altra per mantenere il club in carreggiata. Già, ma sempre meglio che ripartire dai Dilettanti. No?
Pubblicità
Pubblicità