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Di Natale e Toni: ci salutano due fuoriclasse da 365 gol

Enrico Turcato

Pubblicato 13/05/2016 alle 15:17 GMT+2

La Serie A 2015/16 si chiuderà con l’addio di due fuoriclasse trentottenni, di due grandissimi attaccanti che hanno illuminato i campi di Serie A per circa 15 anni a suon di gol. Toni non giocherà, mentre Di Natale avrà l’ultima possibilità di deliziare i propri tifosi. Ultima in A anche per Klose. Un’altra era del calcio italiano è terminata

Toni Di Natale

Credit Foto LaPresse

Dal 14 settembre 2002 sono trascorsi quasi 14 anni. Stava terminando un’estate animata dai mondiali nippo-coreani e funestata dalle polemiche dopo le decisioni del discusso arbitro Byron Moreno. Un’estate in cui la straripante Shakira, ancora orfana di Piqué, dominava le hit parade di tutto il mondo con “Whenever, Wherever”, le meteore spagnole Las Ketchup avevano appena fatto danzare tutta Europa al ritmo della loro “Asereje”, mentre i The Calling, biondi ragazzotti californiani, commuovevano i deboli di cuore con il tormentone “Wherever you will go”. I cinefili erano in fibrillazione per l’imminente uscita dei secondi episodi delle saghe di Harry Potter e del Signore degli Anelli. Un’estate calda, quella di quel 2002, in cui la Juventus aveva comprato Di Vaio e Miccoli, l’Inter Crespo e Cannavaro, il Milan Nesta e Seedorf, il Parma Mutu e Gilardino. E allo stadio Sinigaglia di Como, quel lontano 14 settembre, davanti a poco più di 7000 spettatori, faceva il suo esordio in Serie A un certo Antonio Di Natale. Un promettente “scugnizzo” napoletano, tecnicamente molto dotato, stella del nuovo Empoli di Silvio Baldini. L’arbitro di quel match tra neo-promosse era Pierluigi Collina e quel talentuoso attaccante con il nove sulle spalle, al minuto 59 di quel Como-Empoli, siglò il primo dei suoi 208 gol nel massimo campionato italiano.
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Coppa Italia 2015/16, Antonio Di Natale segna una doppietta all'Atalanta qualificando l'Udinese agli ottavi di Tim Cup

Credit Foto LaPresse

Di Natale: il sesto marcatore della storia della Serie A

Domenica sera il popolo friulano, alla Dacia Arena di Udine, avrà l’opportunità di applaudire per l’ultima volta il proprio capitano. Colui che, con il 10 sulle spalle, da dodici stagioni regala magie a un pubblico innamorato di calcio. Antonio Di Natale lascerà l’Udinese e con ogni probabilità la Serie A, non il calcio giocato, visto che nonostante l’annata negativa (solo un gol in 22 presenze) sente ancora di poter dare qualcosa a questo sport. 208 reti, di cui 190 in maglia bianconera, in 444 presenze di Serie A. Due volte capocannoniere (2009/10 e 2010/11). Solamente Piola, Totti, Nordahl, Meazza e Altafini hanno segnato più di lui nella storia del massimo campionato. Contro il Carpi si concluderà la meravigliosa parabola di questo straordinario giocatore che, proprio attraverso le sue imprendibili parabole, per 14 anni non ha mai smesso di fare il suo dovere: punire il portiere avversario.

Luca Toni: tutti i record di un attaccante unico

Classe 1977, esattamente come Di Natale, domenica scorsa ha chiuso la sua carriera Luca Toni. L’esordio in Serie A, per il centravanti di Pavullo, era avvenuto due anni prima rispetto a Totò: nell’ottobre del 2000, in maglia Vicenza, contro il Milan di Leonardo, Bierhoff e Shevchenko. Dopo la prima stagione in Veneto, Brescia, Palermo, Fiorentina, Roma, Genoa, ancora Fiorentina e nuovamente Verona. Spesso a suon di record: primo italiano (secondo assoluto dopo Ibra) a vincere la classifica marcatori in A con due club differenti, miglior marcatore del Verona in Serie A. Ha messo insieme 157 gol in 344 presenze di massimo campionato e ha vinto un Mondiale nel 2006 e un titolo di capocannoniere in Bundesliga con il Bayern Monaco. Un’altra leggenda del calcio italiano, idolo di ogni squadra per cui ha giocato. Generoso, umile, killer, sempre col sorriso. Un “numero 1”.
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Hellas Verona Toni

Credit Foto AFP

Chiude anche Klose, mentre Totti rinnoverà

Nella domenica dei pianti e degli addii, dopo quelli avvenuti nell’ultimo turno di Bellini e Pasqual, saluterà il calcio nostrano anche Miroslav Klose, a cui sono bastati soltanto cinque stagioni per timbrare il proprio nome nel cuore dei tifosi della Lazio. Un tedesco che riassume a pieno gli stereotipi del tedesco: professionista, cinico, educato, inquadrato e pronto a punire. Per fortuna, vien da dire, che almeno Francesco Totti aspetterà ancora. Il rinnovo del capitano giallorosso con la Roma è ormai definito e almeno per un altro anno potremmo ammirare “sprazzi” del Pupone che fu. Resta il fatto che, perdendo Toni e Di Natale, la nostra Serie A abbandona un altro importante frammento della sua storia. Chiunque ha giocato al fantacalcio negli ultimi 15 anni li ha incrociati: o ha goduto per i loro gol o inevitabilmente ha imprecato per averli subiti. A volte doppiette o triplette. Ma a nessuna asta, un Toni o un Di Natale, sono mai rimasti invenduti. Doveroso ringraziarli e rendergli omaggio per quanto hanno fatto. Caro Luca, caro Antonio, ricordatevi: “Wherever you will go”, per dirla come chi cantava quando eravate ancora semi-sconosciuti, rimarrete sempre nella mente e nel cuore di chi ama questo sport.
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Miroslav Klose, Lazio, LaPresse

Credit Foto LaPresse

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