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Il sabato delle altre: Torino e Chievo sognano in grande

Mattia Fontana

Pubblicato 03/10/2015 alle 13:04 GMT+2

Domenica è il gran giorno del calcio internazionale, motivo per cui quella di oggi è una giornata da non perdere per le squadre meno celebrate: i granata potrebbero chiudere gli anticipi in testa alla classifica, i gialloblù minacciano un Verona ancora a secco di vittorie

Fabio Quagliarella esulta con Bruno Peres, Torino,

Credit Foto LaPresse

L’abbiamo ribattezzata “domenica bestiale”. E, in effetti, domani di eventi calcistici di un certo livello ne avremo a bizzeffe. Dal posticipo di Serie A tra Milan e Napoli al derby di Madrid passando per un Arsenal-Manchester United da prendere con le molle. L’attenzione è inevitabilmente tutta spostata in avanti di 24 ore. Meglio. Perché tutto ciò ci darà la possibilità di dare un certo risalto a partite che, altrimenti, sarebbero state soffocate dagli altri grandi eventi. Pensate ai due anticipi di Serie A: Carpi-Torino delle 18 e Chievo-Verona delle 20:45…

Il Torino sogna una notte in vetta

Il successo di una settimana fa contro il Palermo è valso ai granata il secondo posto in classifica alle spalle delle due capolista, Fiorentina e Inter. Le lunghezze di distacco sono soltanto due, motivo per cui, se i granata alle 18 dovessero fare bottino pieno a Modena, si ritroverebbero in vetta da soli. Cosa che non accade da tempo immemore se si considera che, l’unico scenario paragonabile, è il primo posto al pari del Milan fatto registrare al termine della quarta giornata della Serie A 1993/94. Nemmeno nell’anno del secondo posto dietro al Verona scudettato (1984/85), i granata riuscirono ad andare in testa alla classifica. Per ritrovare il Torino da solo in testa alla classifica bisogna tornare addirittura al 21 febbraio 1977, l’anno del record di punti dietro al record della Juventus di Trapattoni. 51 a 50 per i bianconeri, primato assoluto nel campionato a 16 squadre con due lunghezze per vittoria. Anche quella volta fu decisivo un successo ai danni di un’emiliana (il Bologna, 1-0 deciso da Ciccio Graziani). Adesso, tutto passerà dal Braglia.

L’occasione di Sannino

Di fronte, però, il Torino troverà un torinese acquisito. Quel Beppe Sannino che, da bambino, si trasferì con la famiglia da Napoli al capoluogo piemontese quando il padre fu assunto dalla FIAT. “Non sono un tifoso granata – ha garantito nella conferenza stampa pre-partita – ma un simpatizzante per quello che questa squadra rappresenta nella storia del calcio italiano e per l’alone che si porta dietro dai tempi del Grande Torino”. Anche lui, in fondo, è a caccia del suo posto nella storia. Quello che gli sarebbe garantito dalla prima vittoria in Serie A del Carpi, attualmente ultimo in classifica con 2 soli punti ottenuti in 5 giornate sotto la guida di Castori. I fallimenti con Palermo, Chievo, Watford e Catania sono un fardello pesante. Ma Sean Sogliano, con cui portò il Varese alla semifinale dei playoff di Serie B nel 2011 (dopo due promozioni consecutive), per lui ha messo una mano sul fuoco. Con lui in panchina, il Franco Ossola non fu espugnato per 62 partite consecutive tra campionato, playoff e Coppa Italia. Ripetersi con il Carpi non sarà semplice. Eppure, da qualche parte bisogna sempre iniziare.
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Alberto Paloschi e Riccardo Meggiorini con la maglia del Chievo

Credit Foto LaPresse

Il derby più nuovo d’Italia

Alle 20:45 occhi puntati sul Bentegodi dove il Chievo, 11 punti in classifica, attende l’Hellas, terz’ultimo a pari punti con il Bologna con 8 lunghezze in meno. Il derby, disputato in A per la prima volta nel campionato 2001/02, è stato sinora giocato 6 volte in massima divisione e, nel 50% dei casi, è andato a favore dei “mussi volanti”. Una squadra che, però, non vince “in casa” dal 24 marzo 2002, quando una doppietta di Federico Cossato instradò il Verona verso una clamorosa retrocessione (2-1 il finale nonostante la rete iniziale di Adrian Mutu). Anche qui, si gioca per un pezzo di storia. Vincendo, il Chievo confermerebbe la seconda miglior partenza in A dopo la prima magica stagione (sarebbero 14 punti a 16). Non portando a casa il bottino pieno, invece, il Verona resterebbe a secco di successi per la terza volta nella propria storia. Gli altri precedenti, 1978/79 e 1989/90, portarono a una retrocessione. Non sarà un “Super Sunday”. Ma, di certo, è un sabato da non perdere.
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