La (non) rivoluzione morbida di Montella: il Milan non cambia, ma migliora
Pubblicato 26/09/2016 alle 13:48 GMT+2
I rossoneri chiudono il trittico di campionato pareggiando a Firenze e portando a tre le partite consecutive senza gol subiti, una situazione che non si presentava dalla primavera del 2013: il quadro è confortante, capire quanto sia cambiato rispetto alla gestione Mihajlovic-Brocchi è difficile.
I risultati, prima di tutto. Il Milan di Vincenzo Montella manda in archivio il primo trittico di campionato con un bottino più che soddisfacente. Vittorie contro Sampdoria e Lazio, pareggio esterno al Franchi. Un totale di tre gol prodotti in tre partite e di zero incassati. Tre clean sheet consecutivi erano una cosa che non si vedeva da tempo, per la precisione dalla primavera del 2013, quando Massimiliano Allegri conduceva in porto una rimonta che avrebbe dato accesso alla Champions League per l’ultima volta (anche se passando dai preliminari). Tutto bene? Sì, però...
Se la differenza la fanno i dettagli
Un centimetro qui e là. E il risultato di Firenze sarebbe potuto essere diverso. Perché di mezzo c’è il primo rigore sbagliato in Italia da Josip Ilicic, ma anche la punizione non concessa da Orsato allo scadere. Dettagli, sottigliezze che fanno tremendamente la differenza e possono spostare i giudizi della critica. Adesso è facile mettere in risalto i lati positivi, i 10 punti in classifica e il solo punto di ritardo dal terzo posto difeso dall’Inter (sarebbero due nel caso in cui venisse accolto il ricorso del Sassuolo). Forse è meglio soffermarsi su altri dati, quelli che possono aiutarci a capire il quadro generale.
Che cosa è cambiato rispetto a prima?
Prestazioni come quella contro la Fiorentina, di difesa e contropiede, fanno però storcere il naso a chi era convinto che Montella dovesse anzitutto portare un nuovo stile di gioco. I dati, del resto, confermano la sensazione che, rispetto alla gestione precedente, poco o nulla sia cambiato. Il possesso palla medio di questo Milan è inferiore di quasi il 3% rispetto al 2015-16, la percentuale dei passaggi completati è leggermente migliore, mentre i tiri sono addirittura diminuiti. A migliorare, semmai, è il numero dei tiri concessi, sceso da 18,5 a 16,7 a gara. Quale rivoluzione?
I dati a confronto:
STAGIONE | % POSSESSO PALLA | % PASSAGGI COMPLETATI | TIRI EFFETTUATI | TIRI SUBITI | FUORIGIOCO CONQUISTATI |
2015-16 | 52,1 | 79,8 | 14,4 | 18,5 | 2,9 |
2016-17 | 49,3 | 80,7 | 12,5 | 16,7 | 2,8 |
Fare meglio era difficile
Mettetevi voi nei panni di Montella. Un allenatore reduce dalla traumatica parentesi di Genova, dove ha dovuto ben presto rinunciare alla propria idea di calcio per colpa di una squadra ben poco adatta a certi stilemi. Scottato, l’Aeroplanino ha voltato pagina ed è ripartito da una situazione non molto differente. Basta pensare che, dei tanti acquisti effettuati in estate, soltanto i rientranti Paletta e Suso hanno dimostrato di avere quanto serve per inserirsi nell’undici titolare. E, così, ha preferito confermare quanto di buono lasciato da Mihajlovic (e Brocchi), inserendo senza eccessive pressioni giovani come Calabria e Locatelli. Per il bel calcio, in fondo, c’è ancora tempo.
VIDEO: Montella non commenta la decisione di Orsato
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