Andrea Pirlo: "Tifavo Inter, Conte è il migliore. Champions? Juventus da finale"
DaEurosport
Pubblicato 26/03/2017 alle 13:51 GMT+2
Il centrocampista si racconta al Corriere dello Sport: "Con Allegri ci furono dei problemi, Buffon è il portiere più forte ma il vero leader fu Maldini. Il mio erede non esiste".
In una lunga intervista al 'Corriere dello Sport', Andrea Pirlo si racconta tra passato, presente e futuro toccando molti temi.
Infanzia nerazzurra
Ho iniziato a giocare in casa o in giardino, con mio fratello e i miei cugini. Gioco a calcio da sempre e la mia prima palla fu di spugna. Non ho mai pensato di fare altro. Da piccolo ero dell'Inter e il mio idolo era Matthaus
Gli esordi
A 13 anni ho iniziato col Brescia, da mezza punta o regista. Ero bravo e ho sempre giocato con quelli più grandi, così come in Nazionale. Esordio? Fu a Reggio Emilia a 16 anni. Chiesero la deroga per farmi giocare prima dell'età prevista ma non venne concessa. Ero troppo magro. Contro la Reggina quel giorno ero emozionato. Avevo la chance di giocare in Serie A, un sogno. Appena entrato in campo però ero tranquillo
Il miglior tecnico? Conte
Nel mio percorso ogni tecnico ognuno mi ha dato qualcosa, a partire da Lucescu e la sua tattica e tecnica. Poi Mazzone, Ancelotti, Conte, Lippi. Di bravissimi ne ho incontrati tanti. Mi ha impressionato però di più Conte, il più penetrante e convincente. Ti faceva entrare in testa ciò che diceva in pochi secondi. Allegri? C'erano stati dei problemi. Tornai dopo quattro mesi di stop per infortunio e la squadra andava bene. Era difficile per lui cambiare formazione. Al termine della stagione, a scadenza, ho deciso di cambiare dopo 10 anni
Baggio e Inzaghi
Baggio in campo era divino. Per me vederlo giocare da tifoso era il massimo, ancor di più poterci giocare insieme. Inoltre era prima di tutto una persona fantastica. Il migliore credo sia stato Inzaghi, sempre sul filo del fuorigioco. Sapevo, senza guardarlo, che potevo lanciare la palla e lui correva in quella direzione. Dopo 3-4 fuorigioco magari, appena arrivava la volta buona, lui faceva di certo gol. Ci trovavamo ad occhi chiusi
Il successo più bello e Juve-Barcellona
Il nucleo italiano è fondamentale, è qualcosa che ho sempre detto. E' capitato al Milan e si è vinto, così come alla Juventus. All'Inter c'era quello argentino ma era come se fossero italiani. Il successo più bello resta il Mondiale, che rimarrà per sempre dentro di me. Era il mio sogno e ci sono riuscito. Non potevo chiedere altro al calcio. La sconfitta più amara fu quella di Istanbul contro il Liverpool. Juve-Barcellona? Quando perdi una finale è sempre brutto ma per la Juve lo fu di più. Da tanto non vinceva la Champions e fu un dolore anche per me. Quest’anno la Juve è all'altezza delle altre, se non di più. È compatta e può arrivare alla finale
Il nuovo Pirlo
Il nuovo Pirlo? Non vedo calciatori che giocano come me. Mi piace molto Verratti ma gioca in maniera differente. Anche Gagliardini mi piace ma il suo è un ruolo diverso. Tanti giocatori bravi ma nessun regista come lo sono io. E' difficile trovarne. Nascono magari una volta ogni tanto. Questa però è una generazione di qualità, con tanti giovani interessanti, da Berardi a Gagliardini, da Verratti a Donnarumma. Poi Rugani, Chiesa, Bernardeschi, Di Francesco. Mi piace molto Belotti
L’addio al calcio e le punizioni
Non ho ancora pensato al futuro. Per ora ho un anno di contratto, poi vedremo. Magari andrò a lavorare per qualche società o allenerò. Ora non penso a una panchina ma poi chi lo sa, smetti e stai fermo qualche mese e ci pensi. Ho iniziato in casa con quella palla di spugna. Tiravo sopra il divano e cercavo di metterla all'angolo della finestra. Poi ho iniziato a cambiare il tipo di tiro vedendo Juninho. Mi sono messo da solo a Milanello e ho finalmente trovato una mia punizione
Buffon e Maldini
Buffon è il portiere più forte che abbia incontrato. Il vero leader fu invece Maldini. Quei fischi sono indice del calcio italiano. Come si fa a fischiare una persona come Maldini. Solo perché non è andato a cena con i tifosi. Ciò che doveva fare, l'ha fatto sul campo e negli spogliatoi
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