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La svolta del Milan 'ammazzagrandi' dopo il fiasco con le piccole

Paolo Pegoraro

Aggiornato 01/02/2016 alle 13:39 GMT+1

Il Milan riscopre l'ebbrezza della vittoria negli scontri diretti e, dopo la Fiorentina, regola a stretto giro di posta i "cugini" nerazzurri. Eppure contro Carpi, Verona, Frosinone e Bologna erano arrivati solo cinque punti. Dopo il ko interno contro il Bologna, la squadra di Mihajlovic ha reagito nel migliore dei modi riprendendo a correre

Esultanza Milan - Serie A 2015-2016

Credit Foto LaPresse

"Una sconfitta che brucia. Abbiamo sbagliato troppo. Cosa intende fare la società ora? Non mi fascio la testa prima di romperla", dichiarava Sinisa Mihajlovic a margine della pesantissima sconfitta interna del suo Milan contro il Bologna del vecchio cuore rossonero Roberto Donadoni. A fine gara capitan Montolivo chiamava a raccolta i suoi compagni per tributare il saluto alla Curva, ottenendo solo indifferenza. Era il 6 gennaio scorso e il Milan chiudeva con cinque misuri punticini l'apparentemente agevole serie di impegni con Carpi, Verona, Frosinone e appunto Bologna: dai dodici punti preventivati, ai cinque effettivamente racimolati. Il credito di Mihajlovic agli occhi di Berlusconi toccava i minimi storici e per i rossoneri la zona Europa si allontanava pericolosamente. A distanza un mese o poco meno, nel day after di un derby stra vinto, lo scenario si è ribaltato e il Milan ha ricominciato a correre proprio nel momento in cui il calendario si faceva più tosto.

Grande con le grandi, piccolo con le piccole?

Mediocre con le piccole del nostro campionato, sugli scudi con le grandi o presunte tali. Ecco il paradosso del Diavolo che non va oltre lo 0-0 a Carpi, raccoglie un umiliante pareggio casalingo contro il derelitto Verona, ottiene una soffertissima (checché ne dica il punteggio finale) vittoria al Matusa di Frosinone, perde tra le mura amiche col Bologna - per tacere delle controprestazioni contro Carpi e Alessandria in Coppa - ma domina contro la Roma all'Olimpico rimuginando sull'immeritato pari e regola con merito Fiorentina e Inter dopo il pirotecnico pareggio contro l'Empoli dei miracoli al Castellani. Ed è da ricercare proprio dopo il ko interno con il Bologna la chiave di volta: come se nel momento più delicato della stagione - con il tecnico ufficialmente sulla graticola e il fantasma di Marcello Lippi ad aleggiare su Milanello - il Milan si fosse ricompattato attorno al tecnico serbo ripartendo dalla certezze acquisite dopo la vittoria all'Olimpico contro la Lazio oppure al roboante poker rifilato alla Sampdoria a San Siro.

Dove si può ancora migliorare

"Questo è il vero? Dovrebbe essere anche meglio ma è stata una bella serata, ho fatto i complimenti a Mihajlovic". La benevola tiratina d'orecchie del patron rossonero Silvio Berlusconi nasconde una piccola grande verità: si può ancora alzare l'asticella. La banda Mihajllovic, quasi per ragioni genetiche, ha sofferto oltremodo quando sì è trovata di fronte squadre inclini a difendersi dietro la linea della palla lasciando l'iniziativa nella mani dell'avversario mentre si è esaltata contro avversari di più nobile lignaggio disposti per ovvie ragioni a giocarsela a viso aperto: da qui nasce il paradosso di cui sopra dei risultati inversamente proporzionali alla benevolenza del calendario. Dunque, per quanto snaturare questa squadra o addirittura resettarla sarebbe deleterio, i margini di miglioramento sono lampanti e quello contro il Palermo sarà un test probante della solidità del Diavolo e della capacità di invertire il "record" contro le "piccole".
Collovati Hateley Milan Inter 2016

Quello striscione profetico della Sud

Serata di grazia per il Milan quella del 31 gennaio 2016: un Milan che ritrova in un colpo solo la vittoria in un derby di Serie A dopo il 4 maggio 2014 (zuccata di De Jong) e finalmente regala una gioia infinita al suo presidente e ai suoi tifosi così abbacchiati per la "grande depressione" sperimentata negli ultimi anni (vedi striscione polemico a San Siro). Un trionfo profetizzato e quasi evocato dalla coreografia della Curva Sud prima del fischi d'inizio, con l'effigie del celebre stacco imperioso dell'attaccante inglese Mark Hateley a sovrastare l'inerme Fulvio Collovati in un celebre derby della Madonnina. Manco a farlo apposta, il centrale brasiliano Alex ha stappato il match con sontuoso stacco aereo sulle spalle del malcapitato Davide Santon regalando al popolo rossonero un dolce deja-vu. L'episodio citato dalla Curva risale alla stagione 1984/1985: il Milan fece suo il derby d'andata e chiuse poi il torneo con un quinto posto valevole per la qualificazione in Coppa Uefa. Era una Serie A a sedici squadre, dunque il piazzamento finale non fu certo un risultato eclatante, ma quella squadra operaia e combattiva rimase evidentemente nei cuori e nell'immaginario collettivo rossonero: un esempio da seguire per l'altalenante squadra di Mihajlovic.
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