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Difesa colabrodo, attacco corto e deficit di personalità: in casa Milan è scattato l'allarme

Simone Pace

Aggiornato 28/09/2018 alle 10:01 GMT+2

Il pareggio di Empoli ha evidenziato una volta di più le difficoltà tecniche e tattiche della squadra di Gattuso: i rossoneri hanno subito 8 reti in 5 partite, non hanno mai mantenuto la porta inviolata, sembrano sciogliersi di fronte alle prime difficoltà e pagano a caro prezzo gli errori dei singoli. La classifica inizia a essere preoccupante e domenica c'è il Sassuolo.

Pietro Terracciano para un tiro di Kessié, Empoli-Milan, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Una classifica che inizia a farsi preoccupante, una difesa colabrodo che prende sempre gol e paga a caro prezzo sconcertanti errori dei singoli; un attacco numericamente troppo corto, l'ansia che subentra alle prime difficoltà e un mercato estivo sul quale è doveroso farsi qualche domanda. Fare la lista di cosa non funziona in questo primo scorcio di stagione al Milan è un'impresa davvero ardua. I tre pareggi consecutivi contro Cagliari, Atalanta ed Empoli hanno fatto scattare il campanello d'allarme: seppure con una partita da recuperare, i rossoneri sono già a -6 dalla zona Champions a fine settembre e domenica sera a Reggio Emilia sono attesi da una trasferta di fuoco contro una della squadre più in forma del momento, il Sassuolo di De Zerbi.

Una difesa colabrodo e troppe distrazioni

Il dato è lampante: in 5 partite il Milan ha subito 8 gol ed è l'unica formazione di Serie A a non avere mai mantenuto la porta inviolata. Di queste 8 reti, la quasi totalità (7) sono arrivate nel secondo tempo. Una statistica che non può far dormire sonni tranquilli a Gattuso: Romagnoli e compagni calano quasi sempre alla distanza e si sciolgono di fronte alle prime difficoltà. Emblematica la sconfitta di Napoli: in vantaggio 2-0 al 50' e apparentemente in pieno controllo del match, la squadra è letteralmente sparita dal campo dopo avere incassato l'1-2. Non si possono poi trascurare i clamorosi errori dei singoli. Romagnoli contro Cagliari ed Empoli, Calabria contro la Roma, Musacchio e Biglia contro il Napoli: le amnesie individuali non si contano.
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Alessio Romagnoli

Credit Foto LaPresse

La coperta in attacco è troppo corta: e Suso non segna da febbraio

L'infortunio di Higuain, assente a Empoli per un problema ai flessori, e le precarie condizioni fisiche di Cutrone hanno costretto Gattuso a schierare Borini come prima punta, un ruolo che l'ex Sunderland ormai non è più abituato a ricoprire. Sul piano dell'impegno non gli si può certo rimproverare nulla, ma è chiaro che là davanti il peso offensivo del Milan è nelle mani di Higuain, già a segno 3 volte nonostante l'intesa con i compagni sia ancora da perfezionare. Senza il Pipita i rossoneri perdono indubbiamente personalità e cattiveria negli ultimi 16 metri. E poi c'è il discorso relativo agli esterni. Calhanoglu è l'ombra di se stesso, Suso è quasi sempre il più pericoloso, sforna assist e giocate con una certa continuità ma non segna dal 4 febbraio, un'eternità. Eppure la squadra si appoggia spesso allo spagnolo e in questo senso sono molto indicativi gli ultimi 20 minuti di Empoli: palla a Suso e speriamo che succeda qualcosa. Tocca a Gattuso studiare qualcosa di diverso per rendere la manovra rossonera meno prevedibile.
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Fabio Borini in azione in Empoli-Milan

Credit Foto LaPresse

Un mercato da rivedere e un turnover che non c'è

I risultati di questo primo scorcio di stagione impongono una riflessione sul mercato estivo dei rossoneri. Fatta eccezione per Higuain che si conferma una garanzia e per Caldara che in campionato non è ancora stato utilizzato, i volti nuovi destano qualche perplessità. Bakayoko non si sta dimostrando all'altezza, Castillejo ha fatto vedere qualche fiammata contro la Roma e poco altro, Laxalt mostra una buona gamba ma è rivedibile in fase difensiva. Senza dubbio è troppo presto per giudicare, ma il timore che i nuovi acquisti non elevino il tasso tecnico della rosa inizia a farsi concreto.
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