Il Chievo è salvo: il Tribunale Federale dichiara "improcedibile" il deferimento

Un altro colpo di scena, ai limiti dell’incredibile. Nella giornata di lunedì, il Tribunale Federale Nazionale aveva accolto soltanto in parte le richieste della Procura Federale penalizzando di 5 punti il Parma e squalificando per due anni Emanuele Calaiò. Ora, lo stesso tribunale, ha evitato un’altra retrocessione, quella del Chievo, accusato insieme al Cesena di plusvalenze fittizie. In questo caso, il lavoro della Procura Federale è stato sconfessato da un vizio procedurale.

Nel corso del procedimento, infatti, il Procuratore Federale Giuseppe Pecoraro non ha ascoltato Luca Campedelli, il responsabile legale del Chievo. Che, proprio per questo, ha avanzato con i propri legali la richiesta di improcedibilità del deferimento. Una richiesta ritenuta legittima dal Tribunale Federale. Che, così, ha disposto la restituzione degli atti alla Procura Federale. In parole povere, anziché infliggere 15 punti di penalizzazione sulla classifica del 2017-18 con inevitabile retrocessione dei veronesi, il Chievo resta in Serie A. A meno che, entro l'inizio del campionato, la Procura Federale non riesca a riformulare l’accusa in tempi record (in teoria ha 90 giorni di tempo a partire dal 25 giugno, ma a campionato in corso è impossibile chiedere la retrocessione). Uno scenario ben oltre i limiti del verosimile.

Un’accusa, quella della Procura Federale, che però è stata ritenuta valida nel merito dal Tribunale Federale. Per questo motivo, infatti, è stato contemporaneamente penalizzato di 15 punti il Cesena per la prossima stagione sportiva con inibizione di due anni al presidente Giorgio Lugaresi. Una penalizzazione che, però, colpisce un club già fallito e un dirigente di fatto già uscito dal mondo del calcio.