Il primo Milan di Gattuso già nella storia (ma non per passi avanti)
Pubblicato 04/12/2017 alle 07:06 GMT+1
Smottamenti minimi, nella forma e nella sostanza. Il solito tran-tran. E un dato allarmante: due volte in vantaggio (Bonaventura, Kalinic), due volte rimontato (Puscas e, appunto, Brignoli). Suso e Bonaventura, affamati di corsie, si sono accesi e spenti. La conferma di Kalinic avrà sorpreso i collezionisti di scalpi europei, affezionati ad André Silva e Cutrone.
Nicola Kalinic, Andrea Costa, Benevento-Milan, LaPresse
Credit Foto LaPresse
Non ci crederete ma avevo sbagliato pure questo pronostico. Era la prima di Gattuso, era la quindicesima di una squadra, il Benevento, che stava battendo tutti i record: 14 sconfitte su 14. Il calcio, però, è un’eterna riffa che l’ha giurata alla scienza. La legge dei grandi numeri fremeva, la tagliola del prima o poi cercava polpacci distratti. Li ha trovati. Il 2-2 firmato dalla testa di un portiere fin qui molto discusso, Alberto Brignoli, appartiene già all’epica, e non sono passate che poche ore.
Si era al 95’. Il doppio giallo a Romagnoli è cornice, non quadro. Anche in dieci c’erano le condizioni per blindare il successo. Invece no. E così ci troviamo di fronte a un risultato clamorosissimo che non può non coinvolgere l’analisi. Avevo letto di allenamenti più intensi, di moccoli sparsi, di una frattura netta con l’era di Montella-nutella. Non basta una settimana scarsa per rianimare una squadra dal gioco scarno. Tanto per rendere l’idea: mi era piaciuto molto di più il Milan dello 0-0 con il Toro. L’ultimo di Montella. Trascrivo la formazione secondo il 3-5-2: Donnarumma; Zapata, Bonucci, Romagnoli; Suso, Kessié, Montolivo, Bonaventura (Calhanoglu), Rodriguez; André Silva, Kalinic (Cutrone).
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Brignoli - Benevento-Milan - Serie A 2017-2018
Credit Foto Eurosport
Gattuso è ripartito dal 3-4-3 e da: Donnarumma; Musacchio, Bonucci, Romagnoli; Borini (Abate), Kessié, Montolivo (Biglia), Rodriguez; Suso (Zapata), Kalinic, Bonaventura. Smottamenti minimi, nella forma e nella sostanza. Il solito tran-tran. E un dato allarmante: due volte in vantaggio (Bonaventura, Kalinic), due volte rimontato (Puscas e, appunto, Brignoli). Suso e Bonaventura, affamati di corsie, si sono accesi e spenti. La conferma di Kalinic avrà sorpreso i collezionisti di scalpi europei, affezionati ad André Silva e Cutrone.
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Gattuso - Benevento-Milan - Serie A 2017/2018
Credit Foto Eurosport
Ecco, a questo punto non posso più scappare dalla madre di tutte le domande: si è già visto il pugno di Ringhio? Risposta: certo che no. Né poteva essere altrimenti. La caccia a una formazione stabile e a una formula che, nella manovra e nel carattere, incarni il senso di una svolta è appena (ri)cominciata. Se possibile, qui e là ho colto un Milan persino più confuso. Segnare al Benevento è la regola. Prendere gol dal Benevento, l’eccezione: e il pareggio dei sanniti proprio casuale non è stato, a conferma dei triboli che zavorrano il Diavolo, in mezzo e dalle parti di Bonucci.
È a centrocampo che Gattuso dovrà lavorare di più, e più a fondo. La bussola titolare (Biglia) è scarica, quella di riserva (Montolivo) va a sprazzi. Bisogna arrangiarsi. La staffetta in panchina era stata concepita, soprattutto, in funzione di una trasferta sulla carta agevole: mica fessi, Fassone & Mirabelli. Ho dei deubbi, ma non escludo che un guerriero come Gattuso possa diventare la soluzione del problema. Ci vuole tempo. E urge che il vertice, dopo il vecchio mister, «esoneri» i giocatori: almeno dal vizio di sentirsi incompresi. La vostra opinione?
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