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La denuncia di Nicchi: "Arbitri senza soldi e picchiati, io e Rizzoli minacciati con pallottole"

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Aggiornato 05/04/2018 alle 15:22 GMT+2

Il presidente dell'AIA, in una conferenza stampa straordinaria, evidenzia duramente i problemi degli arbitri: "La misura è colma. Gli arbitri vengono picchiati e non vengono pagati, per questo i genitori sono costretti a farli smettere. Di Bello ha diretto Milan-Inter molto bene, ma dovrà comparire in tribunale dove è stato convocato dall'associazione dei consumatori. Questa cosa è gravissima".

Marcello Nicchi AIA 2018

Credit Foto Getty Images

Stanno succedendo cose di una gravità estrema. Ci sono stati sit-in di protesta e nessuno ha proferito parola. Ci sono tesserati che parlano di malafede e non ho sentito nessun intervento. C'è un giornalista che in una trasmissione Tv ha detto che 'bisogna sparare agli arbitri perché hanno dichiarato guerra a un popolo e in guerra non si va suonando lo zufolo, si va sparando', ed è stato regolarmente denunciato. A seguito di questo all'AIA sono arrivati plichi con pallottole, per me, per il vicepresidente e per il designatore Rizzoli. La cosa è di dominio della Digos e all'attenzione del Viminale
La conferenza stampa tenuta a Roma dal Presidente dell'AIA Marcello Nicchi, alla presenza del Comitato Nazionale e dei designatori degli arbitri nazionali, risuona come una denuncia molto dura: "La misura è colma".
L'arbitro Di Bello, che ieri ha arbitrato molto bene Milan-Inter, è un ragazzo che fra qualche giorno dovrà comparire in tribunale davanti al giudice di pace per non aver dato un calcio di rigore e per questo errore o presunto tale è stato convocato in tribunale dall'associazione dei consumatori. Vi risulta che se Cristiano Ronaldo o Messi sbagliano un rigore vengano convocati la settimana dopo in tribunale? E' una cosa gravissima
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Arbitro Di Bello, Napoli-Sampdoria, Serie A 2016-17

Credit Foto LaPresse

Quello della violenza sugli arbitri è un problema che non può essere sottovalutato. Anche quest'anno circa 300 arbitri hanno subito violenze di cui 100 hanno subito botte gravi con necessità di assistenza al pronto soccorso fino al ricovero. I rimborsi? Quelli di ottobre - ad esempio - vengono pagati solo ad aprile. Alle sezioni - racconta - iniziano ad arrivare ragazzi accompagnati dalle famiglie che vogliono sapere perché il figlio non viene rimborsato da 5 mesi quando i genitori hanno anticipato la benzina per andare ad arbitrare e così li fanno smettere perché non se lo possono permettere
La VAR? Tutti hanno detto che siamo stati bravi a introdurre uno strumento che fa giustizia, poi ci può essere qualcosa da perfezionare ma credo che l'avvento della VAR sia qualcosa che ci distingue. Se strada facendo tutti si adeguano vuol dire che fa bene. La VAR anche in Serie B? Per il momento no. Non è una cosa che si decide dall'oggi al domani ma deve essere autorizzata da un protocollo internazionale
Gli arbitri vanno in giro con i rimborsi chilometrici di 20 anni fa. Le tessere federali non valgono più niente. Questo determinerà un calo di vocazioni. Gli arbitri non possono più andare allo stadio, motivo per cui spesso iniziavano l’attività. Viene assegnato un budget di cui gli arbitri non sono padroni. Questo significa sottrazione di autonomia gestionale. Il nostro budget istituzionale confluisce in quello federale. Sono stati tagliati costi per 100mila euro per i raduni tecnici, i luoghi dove gli arbitri vengono istruiti. Per istruire gli arbitri facciamo i raduni dove i ragazzi si pagano le trasferte
Tutti i raduni che fanno le 209 Sezioni d’Italia sono pagati dagli associati. Il sito dell’AIA ce lo vogliono togliere, è previsto dal Consiglio Federale e significa autonomia, è importante per noi. La delibera federale secondo cui non dovrebbe più esserci è inesistente. Il sito dell’AIA fa capo al Presidente dell’AIA. Si contano 5 milioni di ingressi all’anno e 46 milioni di pagine visitate. Volevo tranquillizzare il nostro popolo, la misura è colma. Noi non abbiamo nemici, il Commissario straordinario si sta adoperando perché le cose si sistemino. Non ci meritiamo questo. Il nostro è un mondo di volontari. Chiediamo solo autonomia operativa e gestionale
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