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La prima VAR non si scorda mai. Discutiamone

Roberto Beccantini

Aggiornato 21/08/2017 alle 09:30 GMT+2

Patti chiari: la VAR non cancellerà tutti gli errori. Solo quelli solari. Conserverà, inoltre, un margine di discrezionalità - tra arbitri addetti al video e arbitro centrale - margine sul quale si butteranno, famelici, i moviolisti dei Bar Sport. Che ne dite?

2017/18 Juventus Dybala

Credit Foto Getty Images

E Var fu. C’era molta curiosità, attorno al suo battesimo. Un conto è la teoria e un conto la pratica. Il calcio italiano la invocava come strumento di giustizia, se non, addirittura, come antifurto. Una giornata di campionato è un soffio, ne servono altre, quelle che vi porgo sono piccole considerazioni.
  • 1) In Juventus-Cagliari, il rigore di Alex Sandro su Cop era così netto che Maresca l’avrebbe dovuto fischiare «live». Ecco: la moviola in campo aiuterà gli arbitri, ma ne fisserà, drasticamente, le gerarchie.
  • 2) Sempre in Juventus-Cagliari, nessuna coda per lo stop di Dybala nell’azione del raddoppio: petto? braccio? Gli stessi filmati - alcuni più colpevolisti, altri più garantisti - non chiariscono. E nel dubbio, Rosetti dixit, vale la percezione del direttore di gara.
  • 3) In Verona-Napoli, Fabbri convalida l’autorete di Souprayen dopo un rapido consulto con i moviolisti. Spinte al portiere, allo stesso Souprayen? Non tali, comunque, da capovolgere la decisione.
  • 4) In Inter-Fiorentina, il penalty di Astori su Icardi non aveva bisogno di verifiche. Singolari, in compenso, i riflessi del contatto Miranda-Simeone. Il gioco prosegue, Tagliavento lo ferma su dritta dei «varisti». Ecco un altro argomento di riflessione (e di discussione, fra i tifosi): le interpretazioni su casi non palesi tali rimarranno. Interpretazioni.
  • 5) In Crotone-Milan, Mariani decreta correttamente il rigore per trattenuta di Ceccherini su Cutrone. Dalla «regia» gli suggeriscono il colore del cartellino: rosso, non giallo. Giustificato dalla chiara occasione da gol.
  • 6) In Sampdoria-Benevento, il pareggio di Quagliarella viene ribadito dal cosiddetto «silent check», controllo silenzioso, mentre Pasqua guadagna lemme lemme la metà campo.
  • 7) In Bologna-Torino, la Var non funziona e così un contrasto Maietta-Belotti passa in cavalleria. Poi si mette a funzionare, ma sull’ingorgo più clamoroso nulla può. Massa ferma il gioco prima che Berenguer sigli il secondo gol granata. Motivo, un fuorigioco del Gallo segnalatogli dall’assistente. Ma il fuorigioco non esiste, visto che il retro-tocco era di Destro. E dal momento che non si può e non si deve parlare di gol annullato, ciao Video assistant referee. Morale: i tre minuti di «assemblea condominiale» appartengono al calcio di sempre, non al nuovo.
  • 8) I tempi. 97 secondi, a Torino, per traslocare da un calcio d’angolo a un rigore. Troppi? Dovremo abituarci. Non è che, per battere una punizione dal limite, tra spray e raccomandazioni assortite se ne impieghi molto meno. E’ invece probabile, e auspicabile, che la svolta porti al tempo effettivo. In maniera che, dovunque e comunque, al di là degli episodi da tradurre, le partite, almeno su questo piano, siano «tutte uguali».
Patti chiari: la Var non cancellerà tutti gli errori. Solo quelli solari. Conserverà, inoltre, un margine di discrezionalità - tra arbitri addetti al video e arbitro centrale - margine sul quale si butteranno, famelici, i moviolisti dei Bar Sport. Che ne dite?
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