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Pirlo: "Ho parlato con Ancelotti della Nazionale. Al Milan i 10 anni più belli della mia vita"

Stefano Dolci

Aggiornato 08/05/2018 alle 16:00 GMT+2

Il fuoriclasse bresciano, premiato con il Premio Facchetti a Milano, ha ripercorso la sua carriera e parlato del suo futuro: "Non rimpiango di aver vinto il Pallone d'Oro. Io allenatore? Tutti i miei ex compagni non volevano diventarlo, poi sono diventati allenatori. Lavorando con Conte, mi è venuta un po’ voglia di diventarlo".

Demetrio Albertini, Andrea Pirlo, Javier Zanetti, LaPresse

Credit Foto LaPresse

In Nazionale come vice di Ancelotti? Ne abbiamo parlato, l'ho visto anche poco tempo fa per una partita. Abbiamo parlato dell'eventualità di poter lavorare assieme, però sono ancora giovane, ho tempo per pensare"
Andrea Pirlo a margine della premiazione del Premio Facchetti-Candido Day, conferitogli questa mattina a Milano, è tornato a parlare del suo futuro e della trattativa (poi naugrafata) per entrare nello staff di Carlo Ancelotti come nuovo ct della Nazionale Italiana. Il fuoriclasse bresciano ha ammesso che presto inizierà il corso a Coverciano:
Tutti i miei ex compagni non volevano diventarlo, poi sono diventati allenatori. Per ora non ci penso, inizierò a fare il corso perché avere il patentino può fare comodo. Lavorando con Conte, mi è venuta un po’ voglia di diventare allenatore.

"Al Milan i 10 anni più belli della mia vita"

Grande ex di Milan e Juventus, inevitabile parlare con Pirlo della sfida di Coppa Italia e soprattutto dei ricordi maturati in queste due esperienze
Al Milan sono stati i dieci anni più belli della mia vita. Dove siamo riusciti a vincere davvero tutto. Una cavalcata straordinaria. La prima Champions al Milan è stata la più bella, la più emozionante. E la prima non si scorda mai. Tentazione di giocare all’estero? Ho avuto la fortuna di giocare con le tre squadre più importanti in Italia nel momento più importante del calcio italiano, e quindi non ho nessun rimpianto. Meglio di così non poteva andare, e all’epoca non avevo nessuna voglia di andare all’estero. Il momento più brutto? Istanbul, Dopo tanti anni la delusione rimane, ormai ho smesso di giocare e quindi non posso più tornare indietro. E’ stato il miglior primo tempo, quello, del ciclo di Ancelotti, poi non capiamo ancora adesso cosa possa essere successo. Pensai anche di smettere, ma fortunatamente sono andato avanti e abbiamo avuto la nostra rivincita. Se ho mai pensato al Pallone d’Oro? Mai pensato che fosse una cosa così importante per un calciatore. C’erano altri campioni in quell’epoca, ero contento di vincere come squadra".

"Baggio il calcio, all’Inter doveva andare così…"

Nell’album dei ricordi inevitabile menzionare anche il periodo a Brescia con Baggio e Mazzone e la sfortunata parentesi interista…
Tutto per me è iniziato con una palla di spugna quando ero bambino. In casa calciavo con tutto ciò che trovavo e che somigliasse a una palla: provavo a metterlo negli angoli della casa. Giocare con Baggio resta un enorme privilegio, Roberto è stato il calcio. Insieme a lui ho imparato tanto, e mi ha trasmesso tantissimo. Devo molto anche a Carletto Mazzone, che per primo iniziò a provarmi nel ruolo di play. Dal Brescia in poi è stato tutto naturale. L’Inter? Ho un bellissimo ricordo di quel momento, quando l’Inter chiamò il mio procuratore, perché ero tifoso dell’Inter da bambino. Andai all’Inter e iniziai la preparazione bene con Simoni e tutto quel campionato giocai una ventina di partita e anche in Champions giocai. Nel primo anno ero abbastanza soddisfatto, poi l’anno dopo sono andato in prestito alla Reggina perché ci fu quel brutto preliminare con Lippi. Pazienza, poi la storia ha preso un’altra piega, doveva andare così.

"Gattuso lo vedo bene, Allegri ha ragione: contano i risultati"

Compagno per un decennio di Gattuso in Nazionale e in rossonero, Pirlo ha avuto bassi e alti con Allegri ma nella sfida fra i tecnici di Milan-Juventus odierni, non esprime preferenze
Gattuso lo vedo bene, solo un po’ invecchiato. Non pensavo che Rino facesse questo lavoro in poco tempo: ha dato un anima, senso di appartenenza, sono contento di lui e lo sento spesso. Allegri pragmatico? Bisogna trovare sempre una via di mezzo fra i risultati e la bellezza, noi al Milan giocavamo bene e vincevamo per cui non c’era discussione. Allegri è un ottimo allenatore, e cerca di dare il meglio alla squadra: a volte giocano bene, a volte male. Ma alla fine conta il risultato, e ha ragione lui.
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