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Atalanta, tridente da Champions: quest'anno meglio di Tottenham e Real Madrid

Simone Eterno

Pubblicato 07/04/2019 alle 10:59 GMT+2

In una Serie A col passare degli anni sempre più aperta alle sorprese, la squadra di Gasperini è ormai una certezza: miglior attacco del campionato (64 gol fatti, 2 in più della Juventus), il tridente della Dea è anche tra i migliori d'Europa, lasciano dietro corazzate come Tottenham, Arsenal o Real Madrid. Con l'Inter, domenica a San Siro, una chance ghiotta: con 3 punti, il sogno...

Atalanta - Fiorentina - Esultanza Dea

Credit Foto Getty Images

Primi in Italia. A un passo dall’elite in Europa. I numeri sono lì da vedere, 64 gol fatti in questa stagione di Serie A, due in più della Juventus dominatrice assoluta del campionato. E’ la fase offensiva dell’Atalanta di Gian Piero Gasperini. Una squadra che ha smesso di stupire ormai da tempo per attestarsi a ciò che da qualche stagione la Dea ormai rappresenta: una solida realtà del calcio italiano.
Dal lavoro di scouting – che da decenni è oggetto d'interessamento, studio, articoli e approfondimenti – alla capacità di saper esaltare i propri prodotti autoctoni, l’esplosione recente dell’Atalanta coincide con due avvenimenti: l’arrivo di Gian Piero Gasperini e il generale livellamento al ribasso del prodotto calcio in Italia.

Nel declino della Serie A, la vera notizia è l'Atalanta

Inutile prendersi in giro: gli anni di grande difficoltà incontrati dalle due milanesi, che tutt’ora faticano a riassestarsi sui livelli che furono, hanno sostanzialmente favorito il dominio dell’antagonista Juventus e, al tempo stesso, abbassato la soglia di competitività del prodotto calcistico nostrano. Un’evidenza che non si ritraduce per forza di cose esclusivamente nei numeri (che comunque restano lì da vedere); quanto nella qualità generale di un prodotto che di fatto privato di due delle tre grandi forze internazionali che l’avevano contraddistinto, ha subito come effetto collaterale una riduzione della qualità più generale del livello della competizione, lasciando inevitabilmente spazio ad altri attori.
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L'omaggio della curva atalantina a Gian Piero Gasperini

Credit Foto LaPresse

Così, nel corso degli anni, abbiamo visto l’alternarsi di club come Roma o Napoli – sì già al top nella loro storia, ma in maniera assai meno sporadica rispetto a Milan e Inter – come seconda forza di contrapposizione ai bianconeri. E da lì sotto in poi, di fatto, si sono aperte molteplici possibilità per tante.
Chi nelle ultime stagioni meglio di tutte è riuscita a sfruttarle è stata l’Atalanta, che con quel magico mix a cui facevamo riferimento prima – grande lavoro di scouting, buoni investimenti e un tecnico visionario – è riuscita a prendersi sul campo una posizione di vertice nel calcio italiano che mai nella sua storia era riuscita a tenere con così grande costanza.

Partiti male, girati alla grande: la forza del gruppo

Il cammino dell’Atalanta in questa stagione è stato semplicemente straordinario; ed è stato rimesso in piedi dopo un inizio di campionato che era parso come drammatico. Quel ko ai rigori contro il Copenaghen all’ultimo turno preliminare di Europa League aveva lasciato scorie importanti. Una rosa rinforzata con elementi di spicco internazionali – da Zapata allo stesso Emiliano Rigoni – era apparsa per la prima volta su una piazza dalle ambizioni più contenute come Bergamo; e l’eliminazione beffa di una rosa così più ampia rispetto al recente passato aveva bloccato la Dea e il suo profeta proprio all’inizio di ciò che doveva essere un promettente cammino. Tre pareggi e quattro sconfitte nelle prime 8 giornate di campionato avevano persino fatto dubitare qualcuno su Gian Piero Gasperini, che dell’Atalanta è stato – ed è tutt’ora – il lievito dentro un impasto di qualità: componente fondamentale.
L’Atalanta però ha saputo reagire da dicembre in poi, mettendo in piedi quella che è l’attuale rincorsa a un incredibile sogno: la Champions League. Già perché per quanto possa negare lo stesso Gasperini – in settimana ha pronunciato “non è un nostro obiettivo”- la Dea non solo deve crederci, ma ha l’obbligo morale di farlo. Specialmente alla vigilia di questa importante 31esima giornata.
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Freuler, Castagne - Atalanta-Milan - Serie A 2018/2019 - LaPresse

Credit Foto LaPresse

Con il Milan impiegato sul campo della Juventus – dove non è mai andato a punti da quando i bianconeri hanno il nuovo stadio – allo scontro diretto in casa dell’Inter, a 7 giornate dalla fine, con un colpaccio, l’Atalanta potrebbe ritrovarsi domenica sera già dentro le prime quattro.
Un cammino impensabile dopo una partenza così complicata; ma nemmeno così sorprendente se si guardano i risultati individuali e di squadra. Dal 29 dicembre scorso la Dea ha perso solo due partite; e quel record a cui facevamo riferimento a inizio articolo è quello di una squadra che è nell’elite del calcio europeo quando si parla di numeri offensivi.

Tridente d'oro: in poche meglio in Europa

Al di là dei 64 gol fatti, il tridente Gomez-Zapata-Ilicic è il settimo più prolifico d’Europa. Con 37 gol in 3 gli avanti del Gasp hanno fin qui fatto meglio di chiunque in Italia, ma non solo. Dietro al trio bergamasco ci sono fenomeni del calibro di Son-Kane-Moura del Tottenham; oppure di Aubameyang-Lacazette-Mkhitaryan dell’Arsenal.
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Duvan Zapata abbracciato da Alejandro 'el Papu' Gomez: insieme a Ilicic l'Atalanta ha il 7° tridente d'Europa al 05/04/19

Credit Foto Getty Images

Più prolifico del tridente della Dea, insomma, c'è solo il 'gruppo alieni': Barcellona, PSG, Liverpool e Manchester City (oltre che i tedeschi di Borussia Dortmund ed Eintracht Francoforte, lontani però rispettivamente solo due e una segnatura).
SQUADRATRIDENTEGOL COMPLESSIVI
BarcellonaMessi (32), Suarez (19), Dembelé (8)59
PSGMbappé (27), Cavani (17), Neymar (13)57
LiverpoolSalah (18), Mané (17), Firmino (12)47
Manchester CityAguero (19), Sterling (15), Sane (9)43
Borussia DortmundAlcacer (16), Reus (15), Sancho (8)39
Eintrach FrancoforteJovic (16), Haller (14), Rebic (8)38
AtalantaZapata (20), Ilicic (11), Gomez (6)37
LillePepe (18), Bamba (10), Leao (8)36
SivigliaYedder (16), Sarabria (11), Silva (9)36
TottenhamKane (17), Son (12), Moura (7)36
Una consacrazione evidente del lavoro di Gasperini, che contro l’Inter dovrà presentarsi proprio senza Zapata – squalificato – ma consapevole che più che dai singoli il valore di questi numeri è frutto chiaramente di un meccanismo di squadra ormai ben rodato. Occhio dunque allo sprint finale dell’Atalanta, scomparsa dai radar dopo i ko con Milan e Torino – le uniche due sconfitte del 2019 – ma silenziosamente rifattasi sotto come più credibile delle alternative alle due milanesi. Un’altra evidenza dei tempi ormai definitivamente cambiati per una medaglia al valore di chi, nell’assenza di un vero primo attore, ha saputo evidentemente prendersi la scena. Con merito.
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