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Dal mito del superuomo al leader "umile": cosa ci ha lasciato la conferenza di Ibrahimovic

Matteo Zorzoli

Pubblicato 03/01/2020 alle 17:17 GMT+1

Il battesimo a Casa Milan è stata l'occasione per conoscere il lato umano dello svedese che, con toni pacati e quanto mai maturi, ha spiegato le ragioni del suo ritorno in rossonero. Nel 2012 il Diavolo "gli ha ridato la felicità di giocare a calcio" dopo l'esperienza a Barcellona, oggi Zlatan gli restituisce il favore "ricominciando da zero"

Zlatan Ibrahimovic alla presentazione a Casa Milan

Credit Foto Getty Images

Umiltà. Un concetto che accostato a Ibrahimovic diventa quasi ossimorico. Una vita passata a dare ordini in campo e a regalare perle di egocentrismo a schiere di giornalisti non può che disegnarti come un genio vanitoso. E' un attimo diventare un personaggio capace di oltrepassare i confini del mondo del pallone dividendo l'umanità tra chi è con te e chi no. Ecco allora Zlatan in versione messianica che invade le bacheche dei social network tra metafore automobilistiche e mosse prestate dal Kung-Fu.
Umiltà. Un concetto che accostato a Ibrahimovic può, però, assumere sfumature poetiche. Già, perchè il suo secondo matrimonio con il Diavolo inizia con un'inversione di rotta che trova riferimenti letterari ben precisi. Il 29 agosto 2010 il gigante di Malmo si presentò a San Siro con una promessa ("Vinciamo tutto"). A Casa Milan, al fianco di Boban e Maldini, 10 anni dopo Zlatan esordisce con un "Ricomincio da zero" (a 38 anni!). I toni spacconi lasciano spazio ad un atteggiamento rilassato, conciliante, educato. A partire dal linguaggio del corpo. L'atmosfera è quella delle grandi occasioni e il microfono regala una nuova immagine al protagonista.
Ho 38 anni e l'entusiasmo di un ragazzino, con la stessa voglia di vincere: questo, per me, è tutto. (Zlatan Ibrahimovic alla Gazzetta dello Sport, 19 ottobre 2019)
La metamorfosi l'aveva anticipata in un'intervista di qualche mese fa. Dal superuomo dannunziano al fanciullino di Pascoli. Dal mito del singolo all'amore per le piccole cose ("Ogni secondo che sto in campo voglio sentire l'erba. Quando senti l'erba, vedi l'atmosfera, 85mila ti fischiano o ti applaudono ti senti vivo"). Il lato umano degli eroi affascina da millenni e la conferenza di Zlatan diventa così uno show in costante equilibrio tra la lezione di vita e un cabaret. Un appuntamento imperdibile per chi ama il calcio (e non solo). Ibra, come il Mourinho perso in se stesso prima dell'approdo al Tottenham, ci stupisce ancora una volta. Mezz'ora di domande e risposte che vola tra battute e risate in sala. Una prova di maturità. Che lo spettacolo abbia inizio.
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Zlatan Ibrahimovic incontra i tifosi rossoneri a Casa Milan: è tripudio!

Se il Milan cercava un leader, l'ha trovato

Come mi sento rispetto a 10 anni fa? Molto più cattivo perché ora avendo i bambini ho capito come sia difficile farli crescere (sorride, ndr). A parte gli scherzi, Io sono sempre lo stesso, i miei compagni sanno come gioco e mi alleno. La cosa importante è lavorare tanto, duro e forte. Bisogna saper soffrire anche se non a tutti piace soffrire. Mi aspetto tanto dai miei compagni, ma non sono qui per fare la mascotte.
Etica del lavoro e predisposizione al sacrificio. Immaginate anche solo un secondo cosa sia balenato nella testa dei "veterani" dello spogliatoio rossonero come Suso o Romagnoli e di giovani come Calabria o Leao sentendo le parole del loro nuovo compagno. Ibra si presenta con una dichiarazione di intenti che rappresenta inevitabilmente un elemento di rottura della stagione dei rossoneri. Non servirà appendere giocatori al muro, basterà prendere esempio dalla passione dello svedese che ieri, dopo essere sbarcato a Linate e aver completato la trafila medico-burocratica, si è chiuso in palestra a Milanello. Dettagli che fanno la differenza.

Ibra-Milan, un amore incondizionato

Nel 2012 ho lasciato il Milan senza il mio ok, la situazione era quella che era. L'importante è essere qui adesso, il Milan è casa mia. Quando sono arrivato dal Barcellona ho sempre detto che mi aveva ridato la felicità di giocare a calcio. A 38 anni firmare per il Milan non l’ho visto in tante occasioni.
Si torna sempre dove si è stati bene. Ibra sa quali note toccare per far riavvicinare il popolo rossonero a San Siro ("Ho giocato tanti derby in tanti Paesi e quando mi chiedono quale sia il più bello, dico sempre Inter-Milan"). Lo svedese cita Berlusconi e Galliani, nomi che sono diventati quasi un tabù nei corridoi di Casa Milan. Lo fa anche se i due sono stati i carnefici della sua cacciata nel 2012 assieme a Thiago Silva. Di questi tempi solo Boban ha ricordato gli "antichi" fasti dopo la disfatta di Bergamo. Amore incondizionato verso il club e verso i tifosi che non lo hanno mai lasciato solo in questa "due giorni", dal primo abbraccio in aeroporto ai cori dei 500 in questa fredda mattina di gennaio.

Maturità è riconoscere i propri limiti

Un anno fa mi aveva cercato Leonardo ma non mi sentivo ancora pronto per fare la differenza in Italia, avevo un solo campionato di MLS nelle gambe dopo l’infortunio. Ora mi sento vivo, più che vivo.
Raiola ha paragonato il ritorno del suo assistito sotto la Madonnina all'ultima tournèe dei Queen. Ancora una volta l'agente ci ha azzeccato. Il 9 agosto 1986 al Knebworth Park a Nord di Londra, ultima tappa del Magic Tour della band inglese, c'erano 120mila persone. Un indimenticabile ritorno al passato che offre spunti di somiglianza alla prima di Zlatan con il Milan di Pioli. Sarà un San Siro addobbato a festa, pronto a riaccoglierlo dopo Psg, United e due anni di scappatella oltreoceano. L'infortunio al crociato ai tempi dei Red Devils, che ha rappresentato un vero e proprio spartiacque nella carriera dell'attaccante, è ormai un lontano ricordo.

L'evoluzione del gioco: meno forma, più sostanza

Non conosco ancora bene i giocatori in squadra, prima devo giocare insieme a loro e poi vedremo come andranno le cose. Il calcio è uno sport collettivo e da solo non si può far nulla altrimenti avrei scelto un altro sport. Spero di aiutare la squadra sia con i gol che con gli assist. So perfettamente che non posso giocare come quando avevo 28 anni. I giocatori intelligenti sanno come gestirsi: si può correre meno e tirare di più da 40 metri…
E chi se la scorda più quella pazza rovesciata in Svezia-Inghilterra? Solo lui avrebbe potuto anche solo immaginare un gesto del genere. Ibra, però, fa un passo indietro, promette di mettersi al servizio della squadra ("Nocerino ne sa qualcosa") rispettando la sua età anagrafica. Inutile strafare questa volta. Quando salta fuori il nome di Piatek, prende le difese del polacco. La sensazione è che il lavoro di sponda spalle alla porta possa essere il vero valore aggiunto del colosso ex Inter e Juve. D'altronde più di 500 gol e 173 assist in carriera sono un ottimo biglietto da visita, vero?
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Zlatan Ibrahimovic con la maglia n° 21 e Boban e Maldini

Credit Foto From Official Website

Boban e i piedi per terra

Siamo contenti di poter riabbracciare un personaggio e un giocatore unico. Siamo super positivi per l’effetto di Zlatan sulla squadra e sull’ambiente, poi bisogna fare risultati. Non vorrei che ci scordassimo di Bergamo (Atalanta-Milan 5-0, ndr.), quella orrenda ed inaccettabile sconfitta, non dobbiamo nasconderci dietro le spalle larghissime di Zlatan.
Il battesimo di Zlatan è anche l'occasione per stabilire le gerarchie, quantomeno apparenti, della triade dirigenziale rossonera. In un clima festoso e leggero, il Cfo del Milan è l'unico a ragionare da uomo-azienda e a metterci ancora una volta la faccia. La strada per riportare il club sulla strada maestra è ancora lunga. Troppo pochi i 21 punti in 17 partite per non tenere i piedi per terra anche durante la presentazione di un fenomeno. Le sue parole riecheggiano nel silenzio della sala, ma non sono fuoriluogo. Anzi, dette al termine dello show dello svedese, danno al suo messaggio un significato ancora più forte. Basterà una mattina così per risvegliare il Diavolo?
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Zlatan Ibrahimovic incontra i tifosi rossoneri a Casa Milan: è tripudio!

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