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De Zerbi: "Posso allenare anche Juve e Real, ma a modo mio. Boateng? Non l’ho trattenuto"

DaAgenti Anonimi

Aggiornato 07/02/2019 alle 13:45 GMT+1

Dal nostro partner Agenti Anonimi

Roberto De Zerbi

Credit Foto Getty Images

Posso stare in qualunque mondo, che sia il Sassuolo, la Juventus o il Real Madrid. Ci si sceglie per le rispettive identità, ma nel mio mondo le regole devo farle io
Non si pone limiti Roberto De Zerbi, che in una lunga intervista al Corriere dello Sport ripercorre la sua carriera da giocatore, quella da allenatore e le ambizioni per il futuro di una piazza esigente come quella emiliana.
Qui a Sassuolo sono a mio agio, nel mio habitat – racconta De Zerbi, 39 anni, neroverde dallo scorso luglio -. Io sto bene quando sono stressato, non riesco mai a staccare e qui posso vivere a tempo pieno la mia passione. Ho sempre messo il calcio davanti a tutto, mai i soldi o la carriera”. Tutto si può dire meno che l’allenatore del Sassuolo non sia un tipo diretto:
Non curo la parte difensiva? E’ una cazzata assoluta. La curo, ma a modo mio: quando siamo andati a San Siro l’Inter non ha mai tirato in porta. C’è sempre qualche casino di troppo intorno al mio nome: Se si perde sono un presuntuoso che vuole giocare da dietro e imita il Barcellona, se si vince sono un profeta
De Zerbi torna poi alla sua carriera da giocatore. Scuola Milan, venne formato dalla Primavera di Mauro Tassotti: “Mi faceva giocare terzino, io volevo provare più avanti. Mi ascoltò e feci un anno bellissimo, ancora oggi io e lui abbiamo un rapporto meraviglioso“.
In rossonero dura appena un anno, poi peregrina tra tante realtà di provincia. Ma quella che resterà per sempre nel cuore sarà il Foggia, dove approda nel 2002: “Era la mia piazza ideale, il tifo era passione pura. Infatti ci sono tornato da allenatore (dal 2014 al 2016, ndr). Perso lo spareggio per la B, potevo andare in Serie A con il Crotone ma scelsi di restare. Ma non lo rifarei: la nuova dirigenza mi mandò via prima dell’inizio del campionato“.
Tra gli allenatori più forti al mondo, De Zerbi ha due nomi. “Max Allegri ha una gestione straordinaria dei giocatori e sa come migliorarli. Cancelo, ad esempio, non è quello dell’Inter. Poi Pep Guardiola: mi ha elogiato e lo ringrazio, ma io vivo sempre come uno che da qui a due settimane potrebbe essere esonerato. Non mi sento arrivato, resto un uomo di trincea“.
Boateng? Abbiamo un rapporto molto forte, ma non ho provato a trattenerlo – continua De Zerbi –. Anzi l’ho favorito quando voleva andare al Barcellona, anche se il suo addio ci ha indebolito“. Chi è rimasto, invece, è Domenico Berardi: “E’ pronto per una big, un ragazzo d’oro anche se molto introverso. Gli mancano solo i gol: sta giocando alla grande, ma se ne avesse fatti 10 invece di 3 staremmo parlando di un fenomeno“.
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