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L'addio di Totti alla Roma: 5 domande per capire il futuro dei giallorossi

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Pubblicato 17/06/2019 alle 22:22 GMT+2

Durante la conferenza stampa d'addio l'ex capitano giallorosso ha parlato senza giri di parole usando parole dure e facendo nomi e cognomi. Ma adesso, smaltita l'emozione per un'altra separazione traumatica dopo quella di De Rossi, c'è una stagione da preparare con un allenatore nuovo e uno spogliatoio senza leader: cosa si devono attendere i tifosi?

Francesco Totti durante la conferenza stampa in cui ha ufficializzato l'addio alla Roma

Credit Foto LaPresse

Totti ha fatto bene a parlare in modo così diretto?

La domanda più delicata di tutte. Lo sfogo di Totti è la più umana delle reazioni per la rottura di un rapporto che quest’anno ha compiuto trent’anni esatti. Trent’anni di viscerale amore per la squadra e la sua piazza. Difficile non provare empatia per la persona, dunque, da questo punto di vista. Nel suo liberarsi di tutto, nel suo svuotarsi di quanto aveva dentro, c’è però anche il rovescio della medaglia: Totti non ha fatto il bene del club e della piazza che ama. Per quanto Totti abbia infatti rappresentato la Roma in questo arco temporale, la società esisteva prima di Totti e in qualche modo dovrà esistere anche dopo Totti. Il suo è un fiammifero buttato in un campo secco; è una miccia che incendierà un’estate già torrida; e sarà difficile comprendere la portata dell’effetto. Specie perché in questo momento alla Roma non paiono esserci i pompieri adeguati per gestire un incendio di tali dimensioni. (Simone Eterno)

Come reagiranno i tifosi? Abbandoneranno la squadra o faranno quadrato?

Prima la separazione traumatica da De Rossi, poi l'addio altrettanto doloroso di Totti. Superfluo sottolineare che per i tifosi romanisti l'estate 2019 sta diventando un vero e proprio incubo, inimmaginabile solamente fino a pochi mesi fa. Sarà interessante capire se la rabbia e lo sconcerto per questo doppio terremoto avranno ripercussioni anche sulla prossima campagna abbonamenti e, più in generale, sul clima che attenderà la squadra all'Olimpico. I tifosi veri si vedono nei momenti più complicati, questo è certo, ma la strada per la Roma del post Totti-De Rossi inizia non in salita, di più: non ci sono più punti di riferimento né in campo né fuori, siamo di fronte all'anno zero per definizione. (Simone Pace)

Come reagirà lo spogliatoio? Ci si deve attendere una smobilitazione?

Forse è un po' troppo presto per parlare di mercato, ma la storia della Roma deve andare avanti con o senza Totti. C'è una stagione da programmare, c'è una squadra da costruire e uno spogliatoio da cementificare. Difficile stabilire ora cosa succederà nelle prossime settimane, salvo il fatto che oltre al danno della perdita dei due capitani potrebbe aggiungersi la beffa ulteriore delle cessioni di Manolas, forse il giocatore tecnicamente più valido della rosa attualmente a disposizione di Paulo Fonseca, e di Zaniolo, una delle sorprese più belle della Serie A appena conclusa. Attenzione, quindi, all'effetto a catena: per un giocatore non c'è cosa peggiore di sentirsi parte di un club senza prospettive e in stato confusionale. Il rischio del fuggi fuggi generale è concreto e va scongiurato. (Simone Pace)
picture

Kostas Manolas

Credit Foto Getty Images

Come sarà l'impatto di Paulo Fonseca in questa realtà?

Sicuramente complicato. Da capire più che altro cosa si ritroverà in casa a livello tecnico, che poi è la cosa più importante al di là di tutte le chiacchiere e le polemiche del mondo. Chi resterà alla Roma? Con quali motivazioni? Sono queste le domande dentro la domanda; e per ora a questo non c’è risposta. Quel che è certo è che Fonseca troverà appunto una piazza in subbuglio. Per lui fondamentale sarà una cosa: partire bene e fare risultato fin da subito. Dovesse riuscirci il suo lavoro si farebbe meno complicato. A Trigoria trova un gruppo interessante, ma intorno un sacco di macerie. (Simone Eterno)

Quali saranno le prossime mosse di Pallotta? La sua intenzione di vendere la società si concretizzerà?

Di sicuro tutta Roma sta spingendo in questo momento verso questa direzione, spinta chiaramente dalla sua grande emotività. Di voci se ne sono rincorse tante. Ma anche in questo caso occorre analizzare bene le cose. Il “progetto” della Roma di Pallotta era in qualche modo questo: assestarsi a buoni livelli sul piano internazionale ma al tempo stesso fare profitti. Come? Stadio di proprietà e plusvalenze. Insomma, Pallotta voleva fare della Roma un club in grado di rimanere con costanza tra le prime 8-16 d’Europa (ottavi di finale/quarti di Champions ogni anno) e fare da ‘supermercato’ per le big d’Europa. Un’idea di gestione in stile Porto per intenderci; o Siviglia (non casuale fu il famoso tentativo con Monchi). Per ora non ci è riuscito. Lo stadio resta una mezza chimera e dall'exploit di quella semifinale di Champions League raggiunta solo un anno e un mese fa sono seguite scelte piuttosto rischiose, oltre che discutibili. Attenzione però alle alternative. Imprenditori con i soldi veri, in Italia, non ce ne sono più. Le uniche speranze arrivano dall’estero, ma trovare progetti seri per una piazza con il tipo di problematiche che ha Roma (lo stadio resta un’incognita, l'ambiente è quello che state vedendo in queste ore) non è semplice. A nessuno piace bruciare capitali a caso. E il tempo degli sceicchi spendaccioni pare già finito. Occhio dunque al vecchio detto: chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova. (Simone Eterno)
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