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La frenata della Juventus e l’equilibrio perduto da Allegri

Roberto Beccantini

Aggiornato 04/02/2019 alle 07:46 GMT+1

Eliminata dalla Coppa Italia, rimontata dal Parma: la Juventus fa notizia.

Opinion Allegri

Credit Foto Eurosport

Il liscio di sabato, tre giorni dopo gli schiaffi di Bergamo e a due settimane dal braccio di ferro con l’Atletico, non può essere liquidato alla voce "C’era una volta la Bbc". Slogan che pure ha senso.
Tanto per fare un passo indietro, Zapata aveva segnato a Bonucci, non solo a De Sciglio. La Tiranna conserva comunque nove punti sul Napoli e ne ha quattro in più rispetto a un anno fa. Con il senno di poi si poteva bloccare Benatia, anche se quando le cose andavano bene era l’impiastro che si era perso Koulibaly sul corner e aveva procurato il rigore al Bernabeu, mentre adesso - che vanno maluccio - sarebbe stato il cerotto ideale, addirittura.
Infortuni a parte, i bassi sono fisiologici. Già la Lazio, prima dell’Atalanta, aveva lanciato l’allarme. Il Parma di Gervinho e Inglese l’ha ribadito. Nel bene e nel male:
1) Szczesny e Perin sono portieri in gamba, ma fino a maggio il titolare era Buffon.
2) Con Mandzukic, Cristiano si trova più a suo agio.
3) Sette gol presi in tre partite: al di là degli errori individuali, sotto processo va messa la fase difensiva, centrocampisti inclusi, non semplicemente la difesa.
4) Rugani ha giocato troppo poco, fin qui, per essere sbranato. Caceres faceva la riserva della Lazio. Mai dimenticarlo, quando si liquida la cacciata di Marotta leccandosi i baffi.
5) Il caso Dybala ormai è di dominio pubblico. Vero, una panchina non è la fine del mondo, ma il rischio di aver parcheggiato una punta da 15-20 gol è più che una gufata. Il nuovo ruolo di tuttocampista lo porta a entrare in area meno di Matuidi (!).
6) Il centrocampo, storia vecchia, ha un’unica fonte di geometria, Pjanic. Con Bentancur aspirante «play». E senza cursori che garantiscano i muscoli vorticosi di un Pogba.
7) Poiché quasi tutte le strade portano a Cristiano, il poligono di tiro ne rimane pesantemente condizionato, anche se i «cannonieri» sono già 15. Per la cronaca: la Juventus segna di meno (46 a 52) e incassa lo stesso numero di gol (15).
8) Sembra incredibile, se pensiamo all’ultimo quadriennio, ma Allegri deve ritrovare proprio l’equilibrio della gestione. La sua Juventus non ha mai privilegiato il «bello» (per il divertimento c’è il circo), ma il «pratico». E il confine divide il popolo.
9) Non si chiudono le partite. Superficialità, pancia piena, presunzione, avversari: di tutto un po’. Però non si chiudono.
10) Non sono pochi gli esperti che spiegano l’improvvisa eclissi con i carichi di lavoro.
Si profila cruciale il recupero di Chiellini. Come schema, propongo l’albero di Natale: Szczesny; Cancelo, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Bentancur, Pjanic, Matuidi; Dybala, Cristiano; Mandzukic. Tra campionato, Champions, Coppa Italia e Supercoppa, la Juventus ha disputato complessivamente 31 partite raccogliendo 25 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte. Il bello comincia adesso, e se non ritorna la fame (meglio ancora: il gioco), ciao Europa. Cristiano o non Cristiano.
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