Marotta, i veri motivi dell'addio alla Juventus: dal rapporto con Agnelli all'acquisto di Ronaldo
DaEurosport
Pubblicato 30/09/2018 alle 10:55 GMT+2
Dopo tanti anni di successi Marotta non sarà più l'ad bianconero: sullo sfondo c'è il ricambio generazionale ma le ragioni reali riguardano le divergenze con il presidente sulle strategie societarie e sul mercato, a partire dall'acquisto di Cristiano Ronaldo.
È stato un fulmine a ciel sereno, ma fino a un certo punto. Le classiche dichiarazioni post partita sono diventate una roboante notizia: Beppe Marotta non sarà più l’amministratore delegato della Juventus e la soddisfazione per il successo con il Napoli è passata quasi in secondo piano. Cosa c’è, però, dietro l’addio del dirigente alla Vecchia Signora? Chi lo sostituirà e cosa farà nel suo futuro? Tutti questi quesiti meritano una risposta.
I veri motivi della rottura
Le divergenze con Andrea Agnelli sono nate lo scorso inverno. L’argomento? La gestione della Juventus, naturalmente. Marotta immaginava una crescita più conservativa della società mentre la proprietà mira a un salto in avanti anche a costo di prendersi qualche rischio. Sul ‘Corriere della Sera’ vengono riportate le parole del dirigente a chi lo ha incontrato prima di Juventus-Napoli: "Non c'era più sintonia con il presidente Agnelli, sono dispiaciuto. La decisione è stata presa. Ronaldo non c’entra. Futuro? Fatemi riflettere qualche giorno e deciderò che fare".
L'acquisto di Cristiano Ronaldo
Eppure i rapporti tesi con Agnelli sembrano riguardare anche l’acquisto dell’asso portoghese, cosa che il club smentirà in tutti i modi. L'ad non era convinto dell'affare Cristiano Ronaldo dal punto di vista finanziario: le ricadute sul bilancio configuravano un’operazione rischiosa, non da Juventus e per questo molti sostengono che la fine dell’era Marotta fosse tutto fuorché imprevedibile. Alla presentazione di CR7 c’era Fabio Paratici al fianco dell’ex Real Madrid e già quello poteva essere interpretato come un segnale. Sullo sfondo ci sono poi i motivi secondari come le divergenze sullo staff sanitario e la volontà di un ricambio generazionale ai vertici per aprire un ciclo fino al 2024, data di svolta del calendario FIFA e della Champions League. Il cda bianconero sta cambiando e anche l’altro ad, Aldo Mazzia, è ai saluti.
Il futuro di Marotta
Marotta ha spiegato che non sarà lui il presidente della FIGC, ma in Italia potrebbe andare ovunque: al Milan come ad dell’area sportiva (anche se Gandini ha il profilo giusto per i rapporti con la UEFA), alla Roma che è senza ad, all’Inter che vuole ripercorrere la strada della Juve o al Napoli che non ha una figura forte. Le offerte, considerate le capacità e i successi, non mancheranno di certo.
Il futuro della Juventus
Forse non pensava di essere liquidato così Marotta, dall’alto di un palmares che recita: 7 Scudetti, 4 Coppe Italie e 3 Supercoppe italiane. Forse un congedo a fine stagione avrebbe fatto meno clamore ma la Juventus bada al sodo. La riconoscenza non è un dogma perché la Juve viene prima di tutto, sempre e comunque. In tanti anni di presidenza Agnelli ha sempre funzionato così e le decisioni forti sono danni collaterali che vengono dopo il club. Sicuramente Pavel Nedved, vicepresidente, e Fabio Paratici, direttore sportivo, avranno maggiori poteri. Le voci sul successore di Marotta terranno banco da qui in avanti: Zidane, Uva e Carnevali sono i papabili. Molto, se non tutto, gira intorno alla Champions League: la Signora vuole vincerla subito e anche i prossimi acquisti andranno in questa direzione. Marotta, a partire dall’affare Ronaldo, ha messo in guardia Agnelli ma il presidente ha fatto la sua mossa. Solo il tempo ci svelerà chi aveva ragione.
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