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Sarri: “La Juventus è il coronamento di una carriera. Napoli? Gli vorrò sempre bene”

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Aggiornato 20/06/2019 alle 15:11 GMT+2

Il tecnico si presenta nella prima conferenza ufficiale da allenatore della Juventus. Tantissimi i punti toccati. Dal passato al Napoli alla scelta attuale; dalla filosofia offensiva con cui stravolgerà i bianconeri a un unico concetto di fondo: sarà la Juventus del talento offensivo.

Fabio Paratici, Maurizio Sarri, Andrea Agnelli e Pavel Nedved, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Sulla scelta

Non penso sia la più rivoluzionaria della mia carriera. Bisogna avere le idee chiare sul percorso. Sono arrivato a Napoli perché ero tifoso del Napoli, dove ho dato tutto dal punto di vista professionale e morale. Negli ultimi mesi a Napoli ho un dubbio, tra affetto e andare avanti. A quel punto ho un dubbio. Faccio un’esperienza bellissima, perché non volevo saltare da Napoli a un altro club. Penso sia il coronamento di una carriera lunghissima, che nell’80% del percorso è stata difficilissima. Penso di aver rispettato tutto.

Sensazione sul contatto della Juventus

Sensazione forte. Non per il quando, per il come. Mai visto una società così determinata a prendere l’allenatore. Tutta la dirigenza compatta, più che altro per l’atteggiamento di determinazione, convinzione e compattezza. Mai visto nulla così in 30 anni.

Sui cambi in A

Io sono contento del fermento della Serie A. Giampaolo al Milan, il rientro di Conte all’Inter. Fonseca, che stimo tantissimo. Penso ci sia una bella aria frizzante.

Sulla Champions. Giudicato su quello?

Mi aspetto di alzarmi la mattina e studiare il modo di vincere le partite. Alla mattina ti devi alzare per vincere. La Juventus in Italia ha l’obbligo di fare bene. Se entriamo nel discorso Champions deve purtroppo capire che ci sono 8/9 squadre a livello europeo che hanno lo stesso obiettivo, quindi si deve capire ogni altro risultato.
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Maurizio Sarri

Credit Foto Getty Images

Sul modulo

Io penso che non si può partire dal modulo e poi mandare via/prendere giocatori. Si deve capire le caratteristiche dei giocatori e ripartire da quelli. Il 4-3-3 del Chelsea è molto diverso da quello del Napoli. Partiamo dalle caratteristiche dei giocatori e quali sono quelli che possono fare la differenza, poi il modulo sarà una conseguenza.

Sul percorso di vita e sul livello emozionale, i ricordi del suo percorso

A livello emozionale se avessi avuto tutte le emozioni che mi avete attribuito sarei morto d’infarto…. E’ chiaro che mi fa piacere essere qui, che mi dà emozione, ma è un percorso lungo. Arrivo dal Chelsea, altro grande club. Chiaramente con meno storia. Lo ritengo un altro passo in avanti, ma sono graduali. Emozione c’è, ma sono abituato. Non arrivo direttamente dai dilettanti.

Su Ronaldo

Qui si va al top mondiale. E’ un’emozione. Ha quasi tutti record, mi piacerebbe fargliene batterne un altro.

Sulle polemiche del passato

Io non dissi che lo querelavo per la Juve, ma perché stava dando una notizia priva di fondamento. Io penso che ho vissuto 3 anni in cui mi svegliavo la mattina e dovevo sconfiggere la Juventus. Il mio dovere morale era creare tutte le situazioni per sconfiggere la Juve. Ho dato tutto, non ci siamo riusciti. Lo riproverei. Lo rifarei. Ma è una rivalità sportiva. Ma nel momento in cui finisce, finisce. La mia professionalità ora mi porta a dare tutto in questa società.

Sul Napoli

Non voglio entrare in quello che hanno detto i giocatori pubblicamente. Ne sono uscito per scelta consapevole della società. All’esigenza di tornate in Italia sono tornato in Italia da professionista, stop. Nella mia vita ho rispettato tutti. Io darò il 110%, sono scelte logiche senza romanzarci troppo sopra.
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Maurizio Sarri abbraccia Massimiliano Allegri nel corso dell'ultimo Napoli-Juventus

Credit Foto Getty Images

Cosa le piace di essere l’allenatore della Juventus

I club sono fatti da persone, e mi è piaciuto che nel primo approccio li ho visti molto uniti tra di loro. Perché alla fine quello che ti porta a fare di più è il rapporto con le persone. Mi sono bastate un paio di cene insieme a loro per capire che sono un gruppo forte per compattezza, determinazione, mentalità.

Sullo scetticismo della piazza

Arrivo con scetticismo, ma sono abituato. Sempre avuto. Dalla C all’Empoli, scettici. Dall’Empoli al Napoli, scettici. Dal Napoli al Chelsea, scettici. Dal Chelsea alla Juve, scettici. Conosco solo un modo: vincere e convincere. Far divertire e far vincere.

Su Dybala e sulla filosofia del vincere unica cosa che conta

Quando un giocatore ha le qualità di Dybala o Cristiano può giocare in qualsiasi ruolo. Penso che divertirsi in campo non sia antitetico a vincere. Se diverte, se si diverte e diverte il pubblico allora acquisisce quell’entusiasmo collettivo che può essere una spinta. La storia ci dice che hanno vinto squadre e allenatori con caratteristiche opposte. E’ bene rimanere convinto delle proprie idee e dalla capacità di trasmetterle.

Tuta o giacca e cravatta

La tuta non lo so parlerò con la società. Non ne abbiamo parlato. Sul terreno di gioco mi piacerebbe andare in tutta. L’importante a questa età è che non mi mandino nudo.

Cosa ti aspetti in Napoli-Juventus e sui cori razziali

Sui cori razziali non posso cambiare idea se cambio società. Penso che sia l’ora di smetterla. L’ora di dissociarci e di dire basta. E di fermare le partite. Sul resto non so cosa dire. Uscirò volendogli bene come prima in un caso o nell’altro, se mi applaudiranno o se mi fischieranno.

Sul viaggio da Ronaldo

L’età mi insegna che è fondamentale capire cosa pensano. E condividere. E’ fondamentale poi quello.

Su quali giocatori esaltare

Bisogna partire dai giocatori offensivi di grande talento. Sono quelli tecnici e talentuosi, in grado di cambiare negli ultimi 30 metri.

Su Higuain

E’ un ragazzo a cui voglio molto bene, dipende da lui. Io voglio essere modesto. Qui c’è una serie di dirigenti che li sta seguendo da anni. Dovrò anche molto affidarmi a loro. Sono io che ascolterò e mi adeguerò. Richieste? Vedremo. Quando avrò idee più precise. Sai che non mi piace fare richieste sui nomi, ma sulle caratteristiche sì. A me interessa più quello che vorrei fare. Con Gonzalo comunque non ho più parlato. Non l’ho più sentito. Lui è un tesserato della Juventus, quando rientrerà avremo modo di parlarci. Per qualità può giocare con chiunque. Non lo vedo un problema. La mia sensazione è che abbia vissuto male il post-Juventus e sia uscito un po’ scosso. E’ un ragazzo che dipende da lui perché se ha la reazione giusta può fare ancora due o tre anni di alto livello.
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Una foto di Sarri e Higuain al Cobham Training Ground, centro sportivo di allenamento del CHELSEA

Credit Foto PA Sport

Sull’eredità di Allegri

Lascia un’eredità pesante. Un allenatore con percorso ed eredità straordinarie. Mi piacerebbe vedere la capacità che gli ha dato: andare in difficoltà magari anche per mezz’ora e poi in 10 minuti di triturarla.

Sul sarrismo: che cos’è?

Ma io onestamente non lo so cos’è il sarrismo. Ho letto che è una filosofia calcistica e non solo. Io sono sempre stato questo, posso aver cambiato il modo di vedere il calcio e la vita. Spero di essere rimasto lo stesso nei concetti. Una persona diretta. Forse anche troppo. Dire in faccia quello che penso, e viceversa. Tutto ciò che viene detto è risolvibile, è il non detto che non lo è e che porta rancore.

De Laurentiis ha chiamato?

No, non ho sentito. Con la quale pensano tutti abbia un cattivo rapporto ma che io ringrazierò sempre perché mi ha regalato il sogno di allenare la squadra che tifavo. E lo ringrazierò sempre. I nomi dei giocatori che ho sentito invece non te lo dirò nemmeno sotto tortura. Allegri? No, non l’ho sentito.

Su Bernardeschi

Bernardeschi spesi parole importanti già a Napoli. Ha qualità: coordinazione. Che è la cosa più importante. Serve continuità. E si deve specializzare in un solo ruolo.

Sui media inglesi

Il mondo dei media inglesi è fatto di grandi giornali e di tabloid di livello inferiore. Comunque ti fortifica, perché tutti gli attacchi che subisci se li superi è forza.
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