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Serie A e B femminile restano dilettanti, flop seconde squadre: il calcio italiano non vuol crescere

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Pubblicato 28/07/2018 alle 15:28 GMT+2

La decisione della Corte Federale d'Appello, che ha riportato dalla FIGC alla Lega Dilettanti i campionati di Serie A e B del calcio femminile, ha generato polemiche e un ricorso. Intanto, solo la Juve ha fatto domanda per le seconde squadre a conferma di un immobilismo da cui il nostro calcio non vuole e non riesce a uscire.

Nazionale Italiana Calcio Femminile - Qualificazioni Francia 2019

Credit Foto Getty Images

Un passo avanti, due indietro. Il nostro calcio è prigioniero dell’immobilismo e non vede la luce. Due grandi riforme, due temi di stretta attualità, come il passaggio dell’élite del calcio femminile al professionismo e il progetto relativo alle seconde squadre, sembravano in rampa di lancio finché l’illusione non si è scontrata con l’amara realtà dei fatti.

Calcio femminile in rivolta

Dalla Federcalcio è arrivato l’annuncio del ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport contro la decisione della Corte Federale d’Appello che ha riportato all’interno della Lega Dilettanti i campionati di Serie A e di Serie B del calcio femminile:
La FIGC rimane convinta della legittimità dell’inquadramento della divisione femminile all’interno della sua struttura, scelta finalizzata alla crescita dell’intero movimento come dimostrato dalle ultime attività sviluppate dalla Federazione
La delibera del Commissario Straordinario Roberto Fabbricini del 3 maggio scorso prevedeva che il calcio femminile di livello passasse sotto il diretto controllo della FIGC, vale a dire al professionismo. Il passo indietro è stato celebrato dal presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia così: "Giustizia è fatta". Manifestazioni di giubilo che non corrispondono al pensiero comune:

Il comunicato congiunto

Il campionato di Serie A dovrebbe iniziare il prossimo 15 settembre mentre la sfida di Supercoppa Italiana tra Juventus e Fiorentina è prevista il 25 agosto a La Spezia. Tempistiche con cui fare i conti mentre le società hanno ribadito con fermezza la loro posizione con il seguente comunicato congiunto:
"I Club di Serie A e Serie B, le Calciatrici e gli Allenatori/Allenatrici del Calcio Femminile prendono atto della sentenza della Corte Federale d’Appello del 26 luglio u.s. che ha annullato la delibera del Commissario Straordinario della FIGC del 3 maggio 2018, con la quale veniva inquadrata, all’interno dell’organizzazione della stessa FIGC, la Divisione Calcio Femminile con attribuzione a quest’ultima dell’organizzazione dei relativi Campionati di Serie A e Serie B. In attesa di conoscere le motivazioni di detta sentenza, riservandoci di incontrarci congiuntamente al più presto per valutare ogni possibile azione nell’interesse collettivo del Calcio Femminile in Italia, non possiamo non manifestare il nostro disappunto per quello che, a nostro avviso, appare un brusco arresto dello sviluppo dell’intero sistema, soprattutto alla luce dell’interesse già dimostrato in diverse sedi dalle stesse Società, dalle Calciatrici e dagli Allenatori e Allenatrici, le quali hanno individuato nella Divisione Calcio Femminile della FIGC il miglior veicolo per avvicinarsi ai benchmark internazionali di riferimento nel momento in cui è evidente, anche in virtù degli ultimi importanti risultati sportivi, la rapida crescita del movimento, a beneficio di tutte le componenti coinvolte".

Seconde squadre: una gestione sbagliata

Il progetto delle seconde squadre era uno dei punti forti della gestione commissariale, ma la questione è stata gestita male, con troppa fretta infischiandosene dei pareri contrari di tutti, a cominciare dalle società di A che avevano chiesto il rinvio di una stagione. Solo la Juventus ha fatto domanda e per giunta in extremis. Tutte le altre si sono tirate indietro. Ci sarebbe stato posto per tre squadre B, ora invece saranno a disposizione di eventuali retrocesse dalla C o ripescate dalla D che è esattamente quello che il progetto voleva evitare. La rivoluzione, che mirava a far partecipare le seconde squadre dei top club italiani alla Serie C, dovrà attendere ancora almeno fino alla stagione 2019-2020. Dare un futuro ai giovani e farli crescere non sarebbe una cattiva idea, ma la gestione deve cambiare.

Il regolamento delle seconde squadre

Le seconde squadre potranno inserire nella distinta di gara 23 calciatori, di cui 19 calciatori nati dal primo gennaio 1996. Almeno 16 calciatori inseriti nella distinta di gara dovranno essere stati tesserati in una società di calcio affiliata alla FIGC per almeno sette stagioni sportive. Nel caso in cui un calciatore raggiungesse quota cinque presenze nel campionato disputato dalla prima squadra, non potrà essere utilizzato nel campionato disputato dalla seconda squadra. I calendari dei tre gironi di Serie C (e la loro composizione) verranno resi noti il 7 agosto nel corso di una cerimonia al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Ci sono seri dubbi che possano essere definitivi, essendo pendenti i ricorsi delle escluse dalla Covisoc non solo in Serie C, ma anche in B, dove alcune compagini sperano ancora di essere ripescate.
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