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Ancelotti: "Dubbi su Rangnick al Milan? No, so che è innamorato di Sacchi. Ibra importantissimo"

Luca Stamerra

Aggiornato 03/05/2020 alle 19:36 GMT+2

Ancelotti non pensa che ci siano dubbi su Rangnick, soprattutto perché non ci si dovrebbe preoccupare se un allenatore è straniero o no. Il Milan sarebbe in buone mani ma, precisa Ancelotti, dovrà essere bravo a supportare il proprio allenatore dovesse scegliere il tedesco. Poi su Ibrahimovic e Gattuso...

Ancelotti en su debut con el Everton

Credit Foto Getty Images

Gli instagram live continuano in questa fase di quarantena ed è tornato a parlare Carlo Ancelotti, 'intervistato' da Carlo Pellegatti. I due hanno parlato tanto di Milan durante la loro conversazione, partendo dal futuro della squadra rossonera. Un futuro che potrà avere Ralf Rangnick come prossimo allenatore, tecnico che Ancelotti ha affrontato ai tempi del Bayern Monaco.
Ci siamo incontrati quando allenavo in Germania. Non lo conosco, da quello che leggo era innamorato del Milan di Sacchi, ma la metodologia non la conosco. È straniero? Non c’è da preoccuparsi. Ai tifosi deve preoccupare quando un allenatore è scarso. Ma il Milan sa scegliere gli allenatori e ne ha scelti tanti buoni. La società comunque deve supportare l’allenatore
Un altro tema è: quanto tempo giocherà ancora Ibrahimovic? Ancelotti l'ha avuto come giocatore al PSG e non si sorprende come lo svedese sia ancora in campo e dia ancora una grossa mano ai propri compagni di squadra.
Non mi sorprendo che giochi ancora, non so per quanto tempo lo farà. A livello caratteriale mi è piaciuto molto, è molto altruista. E poi è stato sempre molto attento alle vicende della squadra, questo per un allenatore è sempre molto importante
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Gli ha 'rubato' il posto da allenatore al Napoli, ma Ancelotti non si dimentica di Gattuso e di come l'ex centrocampista sia stato super prezioso ai tempi del Milan dei Meravigliosi.
Era diventato indispensabile. Era più facile sostituire i trequartisti rispetto a lui. Il lavoro e l’impegno aiutano a migliorarsi, poi per arrivare a certi livelli c’è la genetica, lui era dotato di qualità genetiche e caratteriali. L’impegno e la determinazione li devi avere dentro quando nasci
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Su Nesta, Shevchenko e Seedorf
Spinsi molto per avere Nesta e la società fece un grosso sforzo. Era il tassello che mancava al Milan. Clarence ha una fortissima personalità. Nelle partite più 'facili' era un pericolo, ma non gli ho mai visto sbagliare un match importante. Sheva? Ha fatto tantissimo per il Milan, a un certo punto ha voluto provare strade alternative. Non è stato più lo stesso del Milan
La Champions del 2007 è stata frutto di una motivazione super. Anche se la squadra del 2005 era molto più forte di quelle andate in finale nel 2003 e nel 2007.
La squadra del 2007 era di inferiore a livello tecnico di quella del 2005, che rimane la squadra più forte e con la finale meglio giocata. Quella del 2005 era più forte anche di quella del 2003. Nel 2007 avevamo una motivazione straordinaria, in Champions è stata la cavalcata della motivazione più che della qualità. La semifinale contro il Manchester United? È stato molto importante il gol che abbiamo preso all'andata all'ultimo minuto. Siamo passati al 3-2 e questo ci ha portato per forza a giocare una gara d'attacco, più spregiudicata. Con il Liverpool in finale di nuovo, sapevamo che gli déi sarebbero stati dalla nostra parte
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Grandi emozioni comunque nel 2003. Soprattutto per il derby in semifinale contro l'Inter.
Ho dei ricordi vaghi del derby del 2003, una pressione fortissima soprattutto sui due allenatori. Un giorno ero esonerato io, un giorno Cuper, non so quanto ci giocavamo. Il ricordo molto chiaro sono gli ultimi 8 interminabili minuti, poi la liberazione al fischio finale
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