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Atalanta, basta con il 'miracolo': obiettivi concreti e idee chiare, la Dea continua a puntare alto

Simone Eterno

Aggiornato 02/08/2019 alle 15:30 GMT+2

Mentre le big si muovono sul mercato, la squadra di Gasperini ha già le idee chiare per la prossima stagione. Ma basta con il concetto di 'miracolo'. La società di Percassi ha i bilanci a posto ormai dal 2013; e nelle ultime 2 stagioni oltre ai risultati sul campo sono arrivate anche le plusvalenze a bilancio.

La festa dell'Atalanta

Credit Foto LaPresse

Una delle sue forze, probabilmente, continua a essere nel come in realtà viene percepita: una piccola che sta vivendo il suo momento di gloria. Già perché dell’Atalanta, terza forza italiana nella passata stagione di Serie A, si continua a parlare sostanzialmente poco. Lo spazio è dedicato sempre alle solite note: il mercato della Juventus; i sogni del Napoli; il ritorno delle milanesi con le loro rivoluzioni tecniche. E della squadra nella scorsa stagione in grado di giocare il calcio più divertente d’Italia, il solito trafiletto alle pagine in doppia cifra dei quotidiani.
Una scusa buona, per parlare della Dea, arriva casomai nel giorno in cui incrocia il Leicester alla fine della sua tournée britannica contro le medio/piccole della Premier League. Una dimensione in cui le Foxes sono sì state rispedite dopo l’impresa targata Claudio Ranieri; ma in cui l’Atalanta, in Serie A, da almeno 3 stagioni, non pare più appartenere. L’era Gasperini ha infatti fin qui raccontato di un quarto, un settimo e un terzo posto. Tutti piazzamenti coincisi con una successiva campagna europea che nella prossima stagione culminerà con il sogno, diventato realtà, dal nome ‘Champions League’. Non esattamente quanto riuscito a fare dal Leicester che dopo il suo ‘miracolo’, quello sì, non è più riproposto oltre il nono posto.
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Atalanta e la nuova stagione 2019/20: qui dopo la vittoria in amichevole 4-1 sul Nowrich City

Credit Foto Getty Images

Prossima stagione: cosa aspettarsi?

Cosa è lecito aspettarsi dalla Dea il prossimo anno è allora una domanda più che legittima. E fare un punto della situazione a tutto tondo di come funzionano le cose in casa Atalanta è probabilmente doveroso, visti anche i risultati. Come non partite allora dal mercato, visto il periodo in cui ci troviamo?
Al di là del giro di prestiti in concreto per ora la Dea si è dovuta privare solo del difensore Gianluca Mancini, per fare spazio però a innesti di un certo livello: Luis Muriel e Ruslan Malinovskyi. Il primo è un nome noto e va a rinforzare un reparto fin qui invariato rispetto alla stagione da 103 gol complessivi in tutti le competizioni; mentre il secondo si sta prendendo la scena in questo precampionato piazzato da Gasperini in una posizione avanzata di centrocampo in cui potrebbe trovare nel corso della stagione però non poca concorrenza. La sensazione infatti è che la Dea si sia rinforzata soprattutto qui perché dal rendimento del gioco offensivo di fatto dipende tutto il ‘miracolo’ Atalanta, che se supportato dalla condizione fisica può provare a ripetersi anche nella prossima stagione.
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Gasperini portato in trionfo dai suoi dopo l'accesso dell'Atalanta in Champions League

Credit Foto Getty Images

Certo, replicarsi in campionato sarà difficile. Ma l’idea di fondo pare essere proprio quella della squadra che l’Atalanta affronterà stasera nel suo ultimo impegno della tournée inglese: quella del Leicester post-miracolo. Le Foxes di Ranieri, dopo l’incredibile exploit che li portò al titolo nel maggio del 2016, affrontarono a tutta la Champions League successiva issandosi fino agli altrettanto incredibili quarti di finale dell’edizione 2017 (fermati dall’Atletico Madrid di Simeone). Chiaramente il sorteggio rispetto a quello della Dea fu dalla loro – come campioni d’Inghilterra partirono dalla prima fascia, l’Atalanta lo farà dalla quarta – ma a Bergamo si vorrà provare ad andare più in là possibile nell’Europa dei grandi, consapevoli che quel once-in-a-lifetime-shot – per dirla con l’inglesismo – è un’occasione da non perdere.

Obiettivi: sorprendere in Europa

Il resto lo farà un campionato dove la Dea certamente saprà mantenere un buon livello a fronte di un sistema collaudato, di una rosa quasi del tutto invariata e di un allenatore che è oggettivamente il valore aggiunto; ma dove a fronte anche dell’impegno europeo di prestigio sarà complicato ripensare a una replica in toto di quanto fatto lo scorso anno. Vuoi perché 3 squadre partono nettamente davanti in questa stagione – Juventus, Napoli e Inter – vuoi perché un Milan privo di coppe sarà un avversario più concreto rispetto a quello in grado di arrivare comunque a un punto dalla squadra di Gasperini, nonostante il tracollo post-derby che ne compromise i piani di gloria la scorsa Primavera.
Gioco-forza sarà davvero decisiva la seconda parte di stagione, ad oggi lontanissimo scenario per una previsione concreta, ma che come lo scorso anno farà capire come e dove potrà arrivare la Dea. Se sarà ancora in Europa, pensare a una nuova incredibile rincorsa lunga in stile passata stagione pare davvero difficile; se dall’Europa invece la Dea sarà fuori, allora ‘mai dire mai’.
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Tifosi dell'Atalanta festeggiano l'accesso in Champions League

Credit Foto Getty Images

Atalanta: dal 2013 a oggi bilanci sempre a posto

Già perché al di là del campo e degli obiettivi stagionali, il dato di fatto positivo per l’Atalanta è in fondo un altro: quello della gestione societaria. La capacità che ha avuto la Dea di fondere i grandi risultati alla crescita economico-finanziaria è un esempio piuttosto raro sul panorama internazionale; e certamente unico in Italia. Nel giro di un quinquennio la società di Percassi è passata dal fatturare 42 milioni di euro ai 99 del 2018; aumentando i numeri a quasi tutte le voci presenti a bilancio: dai ricavi dei diritti televisivi (figli ovviamente dei risultati in campionato e in Europa) a quelli dei prestiti.
Già perché la politica di mercato dell’Atalanta è qualcosa lì sotto gli occhi di tutti anche in questa sessione estiva: un’enorme quantità di prestiti (solitamente annuali o biennali) con diritto di riscatto. Un modus-operandi che ha permesso al club di trovare una sorta di flusso positivo a ‘piccole cifre’ in grado di influire sia sulla stagione in corso, che su quelle future. E’ in questa sessione ad esempio che la Dea sta incassando i denari provenienti dalle cessioni di Kessie al Milan e Cristante alla Roma; così come al tempo stesso lo farà nella prossima con quella di quel Mancini passato ai giallorossi. Nel mentre entrano i denari dei prestiti. Che sono cifre basse, ma tante. Ed è la somma, per dirla alla Totò, che fa il totale. I dati (fonte Transfermarkt) parlano chiaro: a Bergamo oggi sono entrati in qualche modo complessivamente 37 elementi e ne sono usciti tra prestiti e cessioni un totale di 56. Il giochino continua a pagare, con una bilancia commerciale che recita a oggi un saldo positivo a 26,80 milioni di euro e spiega come la Dea sia riuscita di fatto a chiudere in pareggio o quasi i bilanci di 2013, 2014, 2015, 2016 e abbia piazzato plusvalenze nel 2017, 2018 e presumibilmente anche nel 2019 (lo dicono i dati di oggi e gli incassi dalla UEFA con la Champions certamente aumenteranno le probabilità che ciò avvenga).
ANNOUTILE
2013+ 11mila €
2014- 2,8 mln €
2015- 1,9 mln €
2016+ 300 mila €
2017+ 26,7 mln €
2018+ 24,4 mln €
*In tabella il bilancio di fine anno dell'Atalanta dal 2013 a oggi: conti praticamente sempre in ordine.
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Antonio Percassi

Credit Foto Getty Images

Insomma, al di là del risultato che sarà in grado di ottenere l’Atalanta nella prossima stagione, il club bergamasco può considerarsi ormai come una solida realtà del calcio italiano; e che con un impianto nel giro di 2 anni pronto al totale rinnovamento dovrebbe fare della Dea una squadra destinata a rimanere in quella nuova elite in cui ha saputo in questi anni ritagliarsi un posto. Non una cosa da tutti. Specie in una lega in cui la maggior parte delle altre, intorno, continua a vivere alla giornata… Mentre chi piccola non lo è più continua a vivere fuori dalle luci della ribalta. Che sia proprio questo il segreto?
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