Facciamo i conti: riportare i tifosi allo stadio per evitare un rosso da 100 milioni
Aggiornato 21/06/2020 alle 14:00 GMT+2
I club vogliono trovare una soluzione ottimale da luglio: perdite troppo alte senza pubblico e spettacolo condizionato. Tutto dipenderá dai contagi, ma diversi presidenti stanno spingendo per ripartire anche in quel senso
Ho voluto seguire ieri le prime partite di Serie A, ma devo dire che manca ancora il tassello di completamento che è il pubblico. È un momento ancora di grande freddezza, si apprezzano gesti tecnici di grandissima qualità ma manca ancora l’anima, che per me nel mondo del calcio è rappresentata da tanti appassionati, dai tifosi. È nostro auspicio che i tifosi possano tornare presto sugli spalti, ci vuole pazienza e fiducia nei nostri scienzati [Gabriele Gravina, @Ansa 21/6/2020]
"Speriamo di riportare presto i tifosi allo stadio". Lo hanno ripetuto in coro il CT della Nazionale Roberto Mancini, il presidente della Juventus Andrea Agnelli, il presidente della FIFA Gianni Infantino e tante altre personalità di spicco del calcio mondiale. La Serie A riparte questo weekend, ben conscia di offrire uno spettacolo diverso da quello a cui tutti siamo abituati. Senza spettatori presenti in tribuna non può essere la stessa cosa, dal punto di vista emotivo ed emozionale in primis. L'assenza dei tifosi, inoltre, penalizza notevolmente dal punto di vista economico i club, che hanno deciso di tornare a giocare anche per poter incassare almeno l'ultima rata dei diritti televisivi. La Gazzetta dello Sport di recente ha analizzato le conseguenze a livello finanziario dell’assenza del pubblico allo stadio e il risultato è stato tutt'altro che incoraggiante.
100 milioni di perdite solo in questa stagione
Le "porte chiuse" comportano perdite altissime. La rinuncia agli incassi da stadio peserà sul bilancio di diverse società, che vedranno sicuramente una riduzione dei loro introiti. Si parla già di almeno un centinaio di milioni in questa stagione, in termini di mancati proventi dal botteghino, tenendo in considerazione le partite di campionato ancora da giocare e quelle delle coppe europee già sicure per le italiane. La stima delle perdite va da un minimo di 60 milioni a un massimo di 105, a seconda del rimborso o meno degli abbonamenti.
Questione abbonamenti: non tutti i club hanno linea comune
Infatti l'altra questione spinosa è quella relativa al rimborso degli abbonamenti (in Italia ci sono circa 350.000 abbonati), per la quale i club si stanno muovendo senza tenere una linea comune. Non è da escludere che possa esserci un intervento legislativo che obblighi a rimborsi delle quote, sotto forma di voucher, come successo per le altre aree dell’intrattenimento. Insomma, ci sono varie ipotesi al vaglio. A causa di questo risulta impossibile quantificare con esattezza le perdite a bilancio, pur considerando che la cifra di 60 milioni di perdite è abbastanza irreale, visto che non è pensabile la salvaguardia del 100% dei proventi degli abbonamenti (alcuni club hanno già deciso di restituirli).
La Juventus "soffre", le milanesi pure
La Juventus, nei calcoli della rosea, avrà le conseguenze peggiori: si va da un minimo di 15 e ad un massimo di 25 milioni, dovuto non solo alla perdita del botteghino ma di tutte le attività correlate all’Allianz Stadium come il museo: i ricavi non legati al giorno della partita della scorsa stagione ammontavano a tre milioni. Anche per l’Inter si annunciano perdite rilevanti, tenuto conto dell’alta affluenza a San Siro: la stima è tra i 10 e i 18 milioni. A seguire il Milan che con l’assenza dei tifosi perderà tra gli 8 e i 12 milioni. Poi la Roma (4-8 milioni) e il Napoli (5-6 milioni). Insomma, un "pianto" collettivo. Ed è proprio per questo che, se i contagi continueranno a calare ed essere monitorati, l'idea di riportare almeno in parte i tifosi allo stadio da luglio potrebbe anche prendere piede. Per salvare il salvabile, dopo un periodo in cui tutti hanno perso troppo.
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