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Fiducia incondizionata a Piatek, Leao, pressing su Correa: il Milan vuole risolvere il dilemma gol

Paolo Pegoraro

Aggiornato 30/07/2019 alle 12:46 GMT+2

Milan alle prese con il "problema gol" non solo nella pre season ma anche nelle ultime stagioni: per ovviarlo la società ha rivoluzionato il reparto d'attacco. Scommessa intrigante e azzardata quella del neonato Milan: pagherà i dividendi?

Piatek durante Benfica-Milan

Credit Foto Getty Images

Saremo pure nel bel mezzo del calcio estivo, con tutte le attenuanti e gli asterischi del caso, ma resta il fatto incontrovertibile che il Milan di Giampaolo nelle sue tre prime uscite ha racimolato la miseria di un gol grazie al sinistro al fulmicotone di quel Theo Hernandez finito in infermeria per un brutto guaio alla caviglia. La neonata formazione dell’ex allenatore di Empoli e Samp produce tantissimo - aspetto questo, sì, benaugurante - ma finalizza poco nulla e ciò non può che rappresentare un aspetto su cui lavorare a fondo in vista dell’avvio della stagione. Le porte sono scorrevolissime nell’attacco rossonero e per un Cutrone accompagnato alla porta c’è un Leao ormai sbarcato a Milano, per un Andre Silva destinato a fare le valigie c’è un Correa ancora in predicato di varcare i cancelli di Milanello. Il problema attacco sussiste e ad attestarlo non è la turné estiva ma un’autentica congiuntura, quella dell’era “dopo Ibrahimovic”.
STAGIONEATTACCOGOL FATTIPOSIZIONE
2012/201367
2013/201457
2014/20155610°
2015/201649
2016/201710°57
2017/201856
2018/201955

La crisi post Ibra

Dopo l’addio di King Zlatan il Milan è riuscito a limitare i danni la prima stagione (grazie alla spinta iniziale di El Shaarawy e all’apporto finale di Mario Balotelli) per poi sprofondare progressivamente nelle medie realizzative e al contempo nella classifica finale. Se i campionato si vincono blindando le difese, insomma, la zona Champions si agguanta abbinando gioco e killer instinct sotto porta. Questo primo scorcio di pre season rossonera è un po’ lo specchio di quanto avvenuto in seno al Milan negli ultimi anni: anche quando la squadra esprimeva un gioco apprezzabile a dispetto di critiche spesso infondate quello della finalizzazione è si è sempre configurato come un problema con la “P” maiuscola. Il triumvirato Giampaolo-Maldini-Boban ha un’idea ben precisa di come risolverlo, una sorta di “grande scommessa” secondo il nostro modo di vedere.
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Piatek

Credit Foto Eurosport

Le scommesse del nuovo Milan

L’area tecnica del Diavolo ha dunque puntato su una serie di cose. Proviamo a riassumerle schematicamente:
  • Sul fatto che Piatek non abbia vissuto una stagione da Re Mida trasformando in oro anche il pallone più bisunto ma al contrario sia un professionista del gol destinato a veleggiare sui 20 gol di media a stagione.
  • Sul fatto che la punta centrale classe 1999 Rafael Leão - 8 gol in Ligue 1 con il Lilla lo scorso anno - sia un campionissimo in erba destinato ad attecchire in Italia e a generare future plusvalenze dorate.
  • Sul fatto che Angel Correa fosse in qualche modo limitato dalle consegne tattiche di Diego Pablo Simeone e che una volta lasciato libero di giostrare vicino alla porta possa portare in dote un discreto bottino di gol.
Tali scommesse non nascono dal caso (o dalla disperazione, affermerebbero i maligni) ma semplicemente dalla linea editoriale di Gazidis votata alla predilezione per giovani talenti destinati a essere rivenduti a peso d’oro e al rigido tetto ingaggi. Si possono sollevare tanti dubbi sul nuovo Milan e sulle effettive possibilità di agguantare la zona Champions, ma almeno in un aspetto la società rossonera è difficilmente attaccabile: la programmazione.
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Cutrone - Milan-Lazio - Serie A 2018/2019 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

I sacrificati sull’altare della rivoluzione

Ogni rivoluzione ha le sue vittime e quelle del nuovo corso rossonero rispondono ai nomi di Patrick Cutrone, in primis, e in seconda battuta André Silva. Ha fatto discutere – e non poco – la cessione del prodotto del vivaio rossonero al Wolverhampton per una cifra oscillante attorno ai 22/23 milioni di euro: se il bomber “velenoso” si confermasse quella sorta di eletto del gol di matrice inzaghiana il Milan avrebbe commesso un clamoroso sbaglio, mentre se al contrario si perdesse per strada senza lasciare il segno in Premier avrebbe fatto l’affare. La probabile cessione dell’attaccante portoghese genererebbe invece molti meno rimpianti nella pancia del tifo rossonero vista la traiettoria calcistica dell’ex centravanti di belle speranze del Porto.
Al netto dei commenti a caldo sulle trattative rossonere la strada è delineata: mettere in condizione attaccanti che ancora devono dimostrare qualcosa di segnare con regolarità grazie a un gioco riconoscibile e collaudato e all'apporto di centrocampisti/trequartisti qualitativi. Una strada tanto coraggiosa quanto azzardata: una scommessa che, se vinta, porterebbe dritta dritta alla zona Champions ma che in caso contrario segnerebbe un nuovo e sciagurato “punto e a capo”.
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