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Juventus-Inter vuole dire Scudetto: Iuliano-Ronaldo, Toldo e il 9-1

Simone Pace

Aggiornato 07/03/2020 alle 17:02 GMT+1

Domenica sera in uno Stadium insolitamente e desolatamente vuoto andrà in scena il Derby d'Italia numero 237, l'ennesimo capitolo della rivalità tra bianconeri e nerazzurri che ha attraversato la storia del nostro calcio lasciando segni indedelebili. Dagli anni Sessanta ai tempi più recenti, ecco come sono andati gli Juventus-Inter da altissima classifica.

Juventus-Inter

Credit Foto Eurosport

Quello che andrà in scena domenica sera in uno Stadium desolatamente e insolitamente vuoto sarà il Derby d'Italia numero 237. Un altro capitolo di una rivalità, quella tra Juventus e Inter, che ha segnato in maniera indelebile la storia del calcio italiano di ogni epoca: da quelle più lontane nel tempo agli anni più recenti. Domenica sera Maurizio Sarri e Antonio Conte si giocheranno una buona fetta di scudetto: vincere una sfida del genere, a questo punto della stagione, varrebbe infatti molto di più dei 3 punti in palio. Con un viaggio a ritroso nel tempo siamo andati a vedere quando Juventus-Inter è stata sinonimo di sfida scudetto: ci siamo imbattuti in sfide leggendarie.

Il romanzo del 10 giugno 1961: Juventus-Inter 9-1

Domenica 16 aprile 1961 il Comunale di Torino è pieno, troppo pieno. Bianconeri e nerazzurri lottano per il titolo testa a testa e l'attesa è enorme. Gli spettatori sono così tanti che alcuni, assiepati a bordo campo, invadono il terreno di gioco rendendo impossibile la prosecuzione della gara. L'esito è scontato: una decina di giorni dopo la Lega assegna la vittoria a tavolino all'Inter. Il 3 giugno, tuttavia, alla vigilia dell'ultima giornata di campionato, accade l'impensabile. La Caf accoglie il reclamo della Juventus e stabilisce che lo 0-2 a tavolino non vale più. La partita va rigiocata. Apriti cielo: il verdetto spezza gambe e morale all'Inter, che cade 2-0 a Catania (è la partita da cui nasce l'espressione 'Clamoroso al Cibali') e scivola a -3 dalla Juve che pareggia 1-1 col Bari. La partita viene rigiocata il 10 giugno e, in segno di protesta, il club di Angelo Moratti decide di schierare la Primavera: finisce 9-1 per la Juventus con Sivori che segna 6 gol, Sandro Mazzola che debutta in Serie A e trova subito la rete, e Giampiero Boniperti che gioca la sua ultima partita prima di ritirarsi. La storia del calcio racchiusa in una partita.
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Omar Sivori

Credit Foto Eurosport

Gli incroci pericolosi degli anni Sessanta

Per gustarsi la rivincita l'Inter (allenata dal Mago Helenio Herrera) deve attendere 2 anni. Il 28 aprile 1963 i nerazzurri dei vari Facchetti, Burgnich, Picchi, Corso, Jair e Suarez vincono 1-0 al Comunale grazie a una rete del solito Sandro Mazzola al 27'. Siamo alla 31esima giornata ed è una vittoria pesantissima perché a fine campionato l'Inter si laureerà campione d'Italia con 4 punti di vantaggio proprio sui bianconeri, peraltro battuti 1-0 anche all'andata a San Siro. Passano altri 4 anni e il 7 maggio 1967 finisce esattamente all'opposto: sempre al Comunale (siamo alla 14a giornata di ritorno) i bianconeri si impongono 1-0 grazie a una rete di Favalli al 71' e si cuciscono il tricolore sul petto. L'Inter chiuderà seconda con un solo punto in meno.
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Helenio Herrera e Angelo Moratti

Credit Foto Getty Images

Iuliano-Ronaldo, Ceccarini e Simoni in campo...

Lo Juventus-Inter per eccellenza, però, è quello del 26 aprile 1998. Si gioca allo stadio Delle Alpi, finisce 1-0 per i bianconeri di Marcello Lippi che si impongono grazie a una rete di Del Piero. La partita, arbitrata da Piero Ceccarini di Livorno, passerà alla storia per il contatto in area di rigore tra Iuliano e Ronaldo: il direttore di gara lascia correre e non fischia il penalty per i nerazzurri, parte il contropiede della Juve e nell'area opposta Del Piero cade dopo un contrasto con West. Ceccarini concede il rigore alla Juventus e scoppia il putiferio: i giocatori dell'Inter lo circondano, Simoni entra in campo per protestare, Moratti a fine partita parla espressamente di "arbitri che hanno un complesso e che hanno paura di far male alla Juventus", la partita finisce anche in Parlamento tra urla e spintoni dei deputati.
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Alessandro Del Piero e Ronaldo

Credit Foto Getty Images

Il mio sguardo è rivolto verso sinistra, sto seguendo un possibile contatto tra Birindelli e Zamorano e quindi non posso vedere Iuliano che inizia a correre. Forse sono troppo vicino all'azione. Quando gli occhi tornano verso il centro, vedo Iuliano fermo e Ronaldo che gli va addosso, tanto che il difensore cade all'indietro. VAR? In realtà la VAR in quell'occasione c'è stata e mi meraviglia che nessuno l'abbia presa in considerazione o abbia fatto finta di niente: in diretta e durante il replay dell'episodio il telecronista di allora, supportato da Collovati e da Chiesa (ex arbitro) aveva detto che non era calcio di rigore [Piero Ceccarini@Premium Sport]

Il gol di Toldo...anzi, di Vieri

Veniamo a tempi più recenti, e in particolare al 19 ottobre 2002. Si gioca a San Siro, siamo solo nel girone d'andata, i punti in palio pesano ma relativamente. Ma dal 5 maggio sono passati solo pochi mesi e la ferita in casa Inter, per uno scudetto volato via quando sembrava vinto, è ancora apertissima. Del Piero porta in vantaggio la Juventus all'89' su rigore, poi al 95' succede di tutto: Emre batte un corner dalla destra, il pallone spiove a centro area e - non si capisce come - finisce in fondo al sacco per l'1-1. Stavolta tocca a Collina essere accerchiato, ma da giocatori della Juventus che protestano per una spinta ai danni di Buffon. Si grida al miracolo, ovvero al gol di Toldo, ma le immagini vivisezionate tolgono la gioia al portiere dell'Inter: l'ultimo, decisivo tocco è quello di Christian Vieri.
Bobo non l'ha toccata, però doveva vincere la classifica cannonieri... Scherzo, io e Vieri ci sentiamo ancora, siamo grandi amici e ci ridiamo su. Ricordo che perdevamo di misura a causa del gol di Del Piero. E pensare che nello spogliatoio me lo sentivo. Dissi ai miei compagni: 'Se perdiamo, io salgo in area' [Francesco Toldo@Sky Sport]
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Inter-Juve, amici mai: l'eterna rivalità del calcio italiano

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