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Le 5 verità che ci ha lasciato Milan-Inter: nerazzurri superiori in tutto e che muro difensivo

Enrico Turcato

Aggiornato 22/09/2019 alle 09:31 GMT+2

La squadra di Conte più completa, matura e pronta. I tre dietro incantano. Milan mediocre e senza vere stelle. Donnarumma unica nota lieta

Milan-Inter - Serie A - Gol di Brozovic

Credit Foto Getty Images

1) Inter superiore in tutto, squadre di due diverse categorie

Non bastassero i dati del match a certificarlo (16 tiri a 9, 7 nello specchio a 1, 6 corner a 2), ci si potrebbe attenere al mero resoconto del match. Una squadra che crea tanto, che azzanna l'avversario e lo colpisce nel momento ideale e poi lo percuote fino ad addormentarlo, l'altra inerme, che ogni tanto improvvisa segnali di vita, che soffre e viene tenuta in piedi dal proprio portiere, per poi barcollare senza più reagire. Senza tanti giri di parole: c'è una differenza abissale in questo momento storico tra l'Inter di Conte e il Milan di Giampaolo. Un dislivello esagerato sia dal punto di vista mentale che da quello tecnico. Ha vinto il derby la squadra più forte, più matura, più pronta. Meritando il successo in lungo e in largo.
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Milan-Inter - Lautaro Martinez

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2) Milan depresso, tecnicamente mediocre, senza stelle

All'uscita di San Siro c'era un evidente e diffuso sconforto tra il popolo rossonero. Teste basse e sguardi persi nel vuoto. Una sconfitta quasi scontata. Come se, a chi sostiene da anni i colori del Milan, fosse chiaro sin da subito l'esito finale del match. Gli eventi in campo si sono soltanto susseguiti a conferma del teorema iniziale. Come in quei film in cui da subito si intuisce già come andrà a finire. Un Milan tecnicamente limitato. Un ossimoro se si pensa alla storia stessa di questo club. Un affronto se la memoria analizza ciò che per anni ha incarnato il Diavolo nell'immaginario collettivo. L'attuale rosa è mediocre nel valore complessivo, priva di vere stelle e veri leader, in continua balìa degli eventi. Manca la personalità per affrontare partite del genere: sette derby di fila di campionato senza vittorie iniziano ad essere troppi.

3) Conte ha già eretto il suo muro difensivo

De Vrij in mezzo a guidare, Godin e Skriniar ai lati a dominare. Un triumvirato perfetto, un tris d'assi. Dalla BBC alla GDS è un attimo. Conte ha eretto il suo muro, ha trovato i tre interpreti perfetti per blindare la porta di Handanovic. Tre clean sheets in quattro giornate, un solo gol subito, miglior difesa del campionato, la costante sensazione di avere una protezione completa, granitica e corale. Tre perfettamente in grado di esaltare un sistema che funziona. Contro il Milan hanno giocato molto bene anche Brozovic, Barella e Lukaku, ma i tre califfi là dietro hanno impressionato. Lo sapete statisticamente (siamo oltre l'80% dei casi su oltre 100 edizioni) chi lo vince il campionato? Chi subisce meno gol. Oh, yes.
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Milan-Inter - Serie A - Gol di Lukaku

Credit Foto Getty Images

4) Piatek, Leao, Rebic: chi segnerà nel Milan?

Il polacco sembra lontano parente del giocatore ammirato nello scorso campionato. Leao, con qualche piccolo lampo nel buio, pare immaturo e troppo acerbo. Rebic non ha una collocazione tattica precisa. E quindi? Chi dovrebbe segnarli i gol in questo Milan? Una domanda che si saranno posti anche Giampaolo e la dirigenza rossonera. Si spera.

5) Unica nota lieta rossonera: Donnarumma è tornato ad essere fenomenale

Nel primo tempo superlativo su Lukaku, Godin e Lautaro. Sicuro anche nelle uscite alte. Il Milan è stato tenuto in piedi e in partita dal proprio portiere per gran parte del derby. Un Donnarumma ritrovato, reattivo, dinamico, sveglio. Se vogliamo, nel grigiore complessivo, l'unica vera nota lieta per i rossoneri. Avere un portiere che fa la differenza è fondamentale per rimanere aggrappati ai sogni europei. Una certezza che potrebbe non bastare, ma comunque un simbolo su cui fare affidamento. Resta un classe 1999 che tra i pali è sicuramente nella top-10 mondiale.
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