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Napoli-Inter fra assenze e rientri: per Conte, un'occasione unica

Roberto Beccantini

Pubblicato 06/01/2020 alle 08:25 GMT+1

Napoli-Inter mescola le ansie e gli appetiti delle squadre che si sono scambiate il ruolo di anti Juventus. I nerazzurri non passano al San Paolo dal 18 ottobre 1997, il 19 maggio finì 4-1.

Focus Conte

Credit Foto Eurosport

La prima dopo le feste è spesso un botto nel buio: ne senti il rumore, ti domandi cosa o chi colpirà. Napoli-Inter di questa sera mescola le ansie e gli appetiti delle squadre che si sono scambiate il ruolo di anti Juventus. Nella mia griglia estiva il Napoli era secondo, l’Inter terza. Antonio Conte ha moltiplicato i pani e i pesci della classifica - più nove, addirittura - e guida in compagnia di Madama. Non c’è più Carlo Ancelotti, il guru che Aurelio De Laurentiis ha licenziato, sbagliando, fra uno sciopero troppo uterino e un ritardo troppo fragoroso per evitare processi di piazza (meno 18 dalla vetta, meno 17 dall’ultima stagione).
Si riparte dal 4-0 che l’Inter rifilò a un Genoa allo sbando e dal 2-1 che, in rimonta, i corsari di Ringhio Gattuso firmarono a Reggio, con il Sassuolo. Il Napoli è ottavo, lontano anni luce dalla zona Champions, in preda a una crisi di identità che ha rigato certezze e crediti. Il mercato di gennaio incombe come un sicario di cui si ignora il bersaglio, se risorsa o diaspora. Stanislav Lobotka è il regista ambito a Posillipo, mentre Beppe Marotta marca stretto Arturo Vidal perché nel paese degli eterni ritorni un cileno scontento potrebbe incarnare un rammendo felice. E se non Vidal, un danese corrucciato come Christian Eriksen, scuola Tottenham e in scadenza a giugno.
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L’Inter non passa al San Paolo dal 18 ottobre 1997, il 19 maggio finì 4-1. A Gattuso mancheranno Kalidou Koulibaly, Dries Mertens - travi, non pagliuzze - e pure Nikola Maksimovic. L’allenatore ha sterzato verso il 4-3-3 che tanto diede alla causa di Maurizio Sarri. E’ un Napoli ondivago, a caccia di equilibri che le montagne russe di Fabian Ruiz, Piotr Zielinski e Lorenzo Insigne hanno pericolosamente sabotato. Perso lo scudetto già a dicembre, non deve essere facile inventarsi stimoli alternativi che non siano, esclusivamente, il Barça di Champions.
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Stefano Sensi - Inter - Serie A 2019-2020

Credit Foto Getty Images

Conte, lui, recupera Stefano Sensi, pedina che ne scandì il brillante incipit. La miglior difesa non è un dettaglio da trascurare, soprattutto nei nostri cortili. Romelu Lukaku e Lau-Toro Martinez, inoltre, non scherzano: 12 gol il belga, 8 l’argentino. Lukaku non è un fuoriclasse, e magari con le grandi qualche occasione l’ha sciupata (penso a Roma e Barcellona), ma fa reparto, di più: fa squadra. Come hanno ribadito il rigore "prestato" a Sebastiano Esposito contro il Grifo e l’esempio che sempre offre sul piano dell’impegno, della personalità. Se Mauro Icardi vive d’area, Lukaku "continua" anche oltre.
L’Inter sta marciando al di là di ogni previsione, il Napoli molto al di sotto. Ecco perché l’ordalia si profila così sbilanciata - sulla carta - da agitare dubbi, remore, persino tranelli. In trasferta l’Inter ne ha vinte sette su otto, pareggiando solo a Firenze. Il battesimo casalingo di Gattuso fu una sconfitta con il Parma (1-2). Le difese a tre sono tornate di moda, da Conte a Gian Piero Gasperini, a conferma che lo schema rimane un mezzo e non il fine. Con Nicolò Barella e Alexis Sanchez sulla rampa di (ri)lancio, il mio pronostico pende verso l’Inter: 2-1.
Il vostro? Le vostre sensazioni sulla partitissima?
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