Genoa, Perin racconta il suo periodo da malato di covid-19

In un'intervista a Repubblica, Mattia Perin ha parlato del suo periodo a contatto con il covid-19. Il Genoa è stata la prima, ed unica finora, squadra a subire un contagio di massa, con oltre 20 positivi. Oggi la situazione è migliorata, ed i rossoblu possono tornare in campo.

Mattia Perin

Credit Foto Getty Images

È tornata l'ora della Serie A, con i fari che si riaccendono sul nostro campionato. Dopo quasi 14 giorni d'assenza, a causa delle nazionali, il massimo torneo di calcio italiano è pronto a riattaccare la spina con un weekend di big match: Napoli-Atalanta e il derby di Milano.
Mentre queste squadre lotteranno per mantenere o raggiungere la vetta della classifica, la lente d'ingrandimento d'Italia si sposterà sulla partita di Verona, tra Hellas e Genoa. I liguri sono fermi dal 27 settembre, sconfitta 6-0 a Napoli, e torneranno in campo dopo 21 giorni esatti nel Monday Night.
Al termine della trasferta partenopea, intorno ai rossoblu è successo di tutto, con i connotati di un vero e proprio focolaio di covid-19. Gli oltre 20 contagiati hanno tremare la Serie A, e hanno indubbiamente portato il Napoli a comportarsi come poi ha fatto contro la Juve.
Il caso indice, da cui tutto è partito, si chiama Mattia Perin. Il portiere è stato il primo contagiato, e da quel momento dovrebbe essersi, secondo le ricostruzioni, scatenato il tutto. L'ex estremo difensore della Juve ha voluto spiegare la situazione: "Il 21 settembre mi recai a Torino per rivedere mia moglie e i bambini, era un lunedì: al contrario di quanto è stato detto, non esiste alcuna evidenza che io abbia contratto il Coronavirus proprio quel giorno".
Poi ha aggiunto. "Questa è una malattia subdola, la puoi prendere in taxi, oppure schiacciando il bottone di un ascensore".
Dopo aver parato la minaccia covid, è tornato in squadra: "Non mi sento responsabile, il caos di Juve-Napoli non è iniziato per colpa del Genoa. Poteva accadere a chiunque, ma se fossimo stati il Real Madrid, l’Inter o la Juventus saremmo stati rispettati di più. I giudizi sono stati troppo superficiali, noi calciatori siamo molto scrupolosi: non togliamo la mascherina e rispettiamo le regole, ma è inevitabile che in campo veniamo a contatto".
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Video credit: SNTV

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