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Juventus, caso Suarez: spunta il nome di Paratici nelle intercettazioni

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Aggiornato 24/09/2020 alle 10:16 GMT+2

Il ds sarebbe stato però citato in modo generico e non sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati. Il legale bianconero intanto chiarisce le sue frasi riportate dalle intercettazioni: "Le mie parole sono state travisate, ho chiesto esplicitamente che non ci fossero trattamenti di favore".

Fabio Paratici

Credit Foto Getty Images

La questione legata all'esame d'italiano sostenuto a Perugia da Luis Suarez sta sollevando un polverone incredibile che rischia di avere strascichi importanti.

Spunta il nome di Fabio Paratici

Sarebbe in fatti spuntato il nome di Fabio Paratici, il ds della Juventus, nelle intercettazioni telefoniche che hanno portato la Procura ad aprire un'inchiesta sulla vicenda di favoritismo nei confronti dell'uruguayano. Secondo il Corriere della Sera la richiesta di avere un occhio di riguardo nei confronti dell'attaccante per fargli passare l'esame sarebbe arrivata proprio dal dirigente bianconero, mentre la Gazzetta dello Sport scende più nel dettaglio e spiega che il suo nome sarebbe stato stato "citato in modo generico in una conversazione tra gli indagati", motivo per cui al momento Paratici non sarebbe a sua volta stato inserito nel registro degli stessi.

Le ipotesi di reato su cui si sta indagando

Sarebbero diversi i capi d'imputazione su cui la Procura sta lavorando, da falso ideologico a concorso in corruzione, motivo per cui la Guardia di Finanza, per conto dei Pm Abbritti e Mocetti sta passando attentamente al vaglio tutto il materiale sequestrato nelle perquisizioni per non tralasciare nessun elemento, anche se nel frattempo un avviso di garanzia è già stato predisposto per la Rettrice dell'Università di Perugia Giuliana Grego Bolli e per il direttore generale Simone Olivieri. Nelle indagini, inoltre, si starebbe cercando di fare chiarezza su diversi punti, tra cui per esempio perché proprio la scelta dell'ateneo umbro. Non sareebbe scattato alcun provvedimento, invece, né nei confronti del calciatore né del suo staff.
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Luis Suarez, Barcellona, 2020, Getty Images

Credit Foto Getty Images

"Ho chiesto esplicitamente che non ci fossero trattamenti di favore"

Interviene però anche uno degli avvocati della Juventus, Maria Turco, a negare qualsiasi coinvolgimento da parte del club per quanto riguarda le pressioni sull'ateneo perugino per la promozione di Suarez (che nel frattempo ha trovato casa all'Atletico Madrid). Come riporta Tuttosport, è stata lei infatti a fungere da intermediario tra l'entourage del giocatore e l'Università affinché l'esame si potesse svolgere e la legale si augura che le intercettazioni possano essere pubblicate nella loro interezza per scagionare il club da qualsiasi accusa.
Le mie parole sono state riportate in maniera incompleta: ho chiesto esplicitamente che non ci fossero trattamenti di favore.
Questa è la nota completa diffusa da Turco: "Nelle mie funzioni di legale ho messo in contatto lo staff del calciatore Luis Suarez con l’Università per Stranieri di Perugia. Tale contatto faceva seguito alla verifica dei requisiti necessari per l’ottenimento della cittadinanza italiana e alla constatazione che il calciatore non fosse in possesso del certificato B1 richiesto dalla normativa in vigore. Quest’attività di contatto è riscontrata nelle mail intercorse tra l’entourage del calciatore e l’ente universitario, nelle quali, per pura cortesia, la sottoscritta è in copia conoscenza ma non destinataria. In altre comunicazioni, dello stesso tenore, ho interloquito con il Servizio Relazioni Internazionali Erasmus e Mobilità della stessa università per avere e trasmettere indicazioni burocratiche circa l’erogazione del corso online e eventuale successiva iscrizione all’esame in oggetto. Preciso che le mie parole, captate con intercettazioni telefoniche, sono state oggi, evidentemente per necessità di sintesi, riportate fuori contesto e in maniera incompleta. Proprio nel corso di quelle conversazioni telefoniche, infatti, ho espresso chiaramente la richiesta che la procedura di esame avvenisse, come previsto, in presenza e senza alcun tipo di trattamento di riguardo rispetto a qualsiasi altro candidato. Presumo che un’analisi attenta di tali conversazioni potrà dimostrarlo senza ombra di dubbio. Quanto al riferimento ad altri calciatori: è del tutto evidente che, trattandosi della prima volta che seguivo una vicenda collegata alla certificazione di conoscenza della lingua italiana, le mie parole siano da interpretare come un bagaglio di conoscenza procedurale da utilizzare per casi futuri, solamente laddove ce ne fosse la necessità. Nessun accordo dunque. Nessuna trattativa. Semplicemente una presa d’atto. Come noto alle cronache, peraltro, il calciatore non è stato tesserato in Italia e la società che, in quella fase, si era interessata a lui, aveva poi esplicitamente cambiato obiettivi di mercato. Rimango a disposizione delle Autorità competenti, laddove lo ritenessero, per fare ulteriore chiarezza del mio operato professionale".
La vicenda è destinata, quindi, ad avere ulteriori risvolti nei prossimi giorni.
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