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Le 5 verità di Lazio-Atalanta: Dea senza più limiti

Stefano Silvestri

Pubblicato 01/10/2020 alle 07:15 GMT+2

Se Gasperini non parla apertamente di Scudetto, ha ormai capito di non poter più porre un freno alle ambizioni. Trascinato da un Gomez definitivamente entrato nella ristretta cerchia dei campioni. I biancocelesti, invece, pagano le ristrettezze di una rosa non rinforzata sul mercato.

I giocatori dell'Atalanta festeggiano dopo il 4-1 alla Lazio

Credit Foto Getty Images

1) L'Atalanta non può più porsi limiti

Sempre più in alto, un gradino alla volta. L'Europa League prima, la Champions League poi, fino all'ingresso nelle prime otto d'Europa con tanto di semifinale sfiorata. "Scudetto? Per ora se lo contendono la Juventus, l'Inter e forse il Napoli. Ora dico di no, vediamo tra 20 giornate",ha detto Gian Piero Gasperini dopo la gara dell'Olimpico. Giusto, giustissimo. Ma intanto, dopo l'ennesima roboante vittoria, un pensierino è ormai giusto farlo. Quest'Atalanta non può più porsi limiti. Ha capito che può battersi contro chiunque e, se non commetterà sciocchi passi falsi come accaduto nella scorsa stagione contro SPAL e Genoa, potrà veramente lottare anche per il premio più ambito.

2) Gomez, l'ex talento perduto diventato campione

Era finito addirittura in Ucraina, Alejandro Gomez detto Papu. Al Metalist Donetsk, non allo Shakhtar o alla Dinamo Kiev. Potere dei soldi, come da lui stesso candidamente confessato. Qualche anno dopo, Gomez ha completato una metamorfosi che nessuno si sarebbe mai aspettato: da talento bravo con un pallone tra i piedi, ma destinato a rimanere ancorato alla sterminata terra di mezzo dei buoni giocatori, è prepotentemente entrato nella ristretta cerchia dei campioni. Capitano, simbolo, trascinatore di un'armata che travolge tutto e tutti sul proprio cammino. E capocannoniere del campionato in compagnia di Cristiano Ronaldo. Pochissimi, oggi, sono in grado di lasciare un'impronta così marcata sulla Serie A.
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Alejandro Gomez of Atalanta BC celebrates with Duvan Zapata of Atalanta BC scoring third goal during the Serie A match between SS Lazio and Atalanta BC at Stadio Olimpico, Rome, Italy on 30 September 2020

Credit Foto Getty Images

3) Gosens e Hateboer, le ali di una Dea che vola

Attaccano, coprono, si sovrappongono, marcano. E spesso e volentieri lasciano il segno. Anche servendosi a vicenda, come accaduto all'Olimpico. Robin Gosens e Hans Hateboer non stanno facendo sentire la mancanza di Castagne, peraltro autore di un ottimo inizio di stagione con il Leicester. Entrambi regolarmente nel giro dalle rispettive nazionali, gli esterni di Gasperini sono la vera valvola di sfogo di una squadra che ormai non si pone più limiti. Le ali di una Dea che vola altissima nel cielo della Serie A.
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Robin Gosens

Credit Foto Getty Images

4) Lazio immutata: la Champions non perdona

Il sogno era David Silva, che però ha firmato per la Real Sociedad. Se lo spagnolo non è arrivato, il mercato della Lazio ha proposto poco. Forse troppo poco, per una formazione che tra poche settimane dovrà destreggiarsi tra le insidie del doppio impegno. Inzaghi ha scelto un undici quasi immutato rispetto a quello di Cagliari, escludendo l'entrata forzata di Caicedo al posto dell'infortunato Correa. Le alternative scarseggiano e le seconde scelte non sono all'altezza dei titolari, specialmente in mezzo al campo. Da questo punto di vista, la differenza con un'Atalanta che può vantare una rosa più omogenea praticamente in tutti i reparti si è vista tutta.

5) Lazio e Atalanta, sono sempre storie tese

Prima la finale di Coppa Italia del 2019, mai digerita da Gasperini per un rigore negato all'Atalanta sullo 0-0. Quindi i due scontri diretti dello scorso campionato, pirotecnici e pieni di pathos: 3-3 all'andata e 3-2 nerazzurro al ritorno, in entrambi i casi rimontando svantaggi apparentemente incolmabili. Tra Lazio e Atalanta, le storie tese non mancano mai. Tanti gol, tanta tensione – ben 8 ammonizioni – e colpi di scena continui. Quando si incontrano le grandi squadre, spesso è così.
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