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Calcio Serie A Milan senza Europa come l’Inter ma con una rosa meno forte

Roberto Beccantini

Pubblicato 13/12/2021 alle 10:59 GMT+1

SERIE A - Il sorpasso dell’Inter e la rimonta dell’Atalanta non devono demoralizzarlo, anche se l’ultimo Milan, fra Covid, infortuni e ingolfi di calendario, va a sprazzi.

Focus Derby: Pioli vs Inzaghi

Credit Foto Eurosport

Alzi la mano chi non ha pensato allo scudetto dell’Inter dopo l’uscita del Milan dall’Europa. Venne «espulsa» il 9 dicembre 2020, l’allenava Antonio Conte. Il Milan di Stefano Pioli lo è stato, costrettovi dal Liverpool di scorta, martedì 7 dicembre. Dicono: che sedere, aver scansato quella rottura di Europa League, potrà dedicarsi anima e corpo al campionato. In Italia si ragiona così. E per questo vanno avanti gli altri.
A maggio, il Diavolo si era piazzato secondo. Non tanto per aver perso lo sprint con l’Inter; quanto, piuttosto, per essersi aggiudicato la volata degli inseguitori. Che è già molto, ma non ancora tutto. Il sorpasso dell’Inter e la rimonta dell’Atalanta non devono demoralizzarlo, anche se l’ultimo Milan, fra Covid, infortuni e ingolfi di calendario, va a sprazzi. Frena, sbanda, accelera; risbanda, riaccelera, rifrena. Pari nel derby, 3-4 a Firenze, 1-3 con il Sassuolo; 3-0 al Genoa, 2-0 alla Salernitana, 1-1 a Udine.
Davide Calabria, Fikayo Tomori e Franck Kessié sotto la curva del Milan, Atalanta-Milan, Getty Images
La Champions è un onore e una tassa. Spinge al turnover, obbliga a ruotare le forze e a indovinarne i dosaggi, specialmente se è fuori uso un reparto intero come l’attacco: da Ante Rebic a Olivier Giroud e Rafael Leao. Favorita rimane l’Inter, con l’Atalanta di Gian Piero Gasperini e il Napoli di Luciano Spalletti a caccia di un qualcosa che, fino ad agosto, sembrava oggettivamente inimmaginabile. Il Milan è lì, in linea e in lotta. Non deve arrendersi. Deve ribellarsi alle griglie, alle rose. Ha un punto in meno di un anno fa (39 a 40), si aggrappa alle ante possenti di Zlatan Ibrahimovic, decisivo persino in Friuli. Credo che la differenza emerga, attacco a parte, dal rendimento non più straordinario di Franck Kessié e Ismael Bennacer. Là dove le rotazioni si rendono indispensabili, ecco un Sandro Tonali all’altezza delle esigenze e delle emergenze, e un Tiémoué Bakayoko, viceversa, sin troppo goffo.
Senza dimenticare il k.o. di Simon Kjaer, totem della difesa. Tutti uguali lo siamo davanti a Dio e, in alcuni Paesi più fortunati del nostro, davanti alla legge. Stop. In campo siamo tutti diversi. Nel Novecento avremmo scritto: il Milan ricorre al vivaio. Oggi scriviamo: il Milan corre sul mercato. Perché sì, evviva i tecnici, forza lavagne, serenate alle strategie, sviolinate alla mentalità, ma nel momento del bisogno si prega sempre e soltanto «San gennaio». Contenti loro, contenti tutti: a cominciare dai procuratori.
L'esultanza di Saelemaekers con la maglia di Kjaer
La partitissima di domenica, con il Napoli, aggiornerà il listino della «Borsa» per svariati motivi: primo, è una sfida diretta; secondo, venerdì l’Inter va a Salerno, con sentenza largamente orientata; terzo, sabato c’è Atalanta-Roma. Pioli lo sa: per vincere, deve giocare bene. Voce dal fondo: il Milan diede il massimo a stadi chiusi, durante la pandemia. Vero. Ma è pur vero che a Udine si era presentato da capolista. Dopo quattro mesi e sedici turni, non dopo il flash di una vacanza. Calò pure la primavera passata: è il problema che attende al varco la società. Crollata la Juventus post Cristiano, il campionato si sta consegnando ai muscoli dei pronostici. La scorsa stagione, l’Inter balzò in testa alla 22a. Stavolta, alla 17a. In netto anticipo, dunque. Occhio.
Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini.
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Pioli: "Dispiace, volevamo rimanere in Europa con tutte le nostre forze"

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