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De Rossi: "Un giorno allenerò la Roma. Covid? L'ho sottovalutato, i no-vax mi fanno paura"

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Pubblicato 14/08/2021 alle 12:09 GMT+2

Serie A - Daniele De Rossi intervistato da Sportweek racconta molto di sé, delle sue ambizioni e della sua salute, come la brutta esperienza col Covid 19: "Avevo la saturazione a 87, sono sttao quattro giorni sotto ossigeno".

Daniele De Rossi - Italien

Credit Foto Getty Images

Daniele De Rossi è stato una delle figure di riferimento della Nazionale che quest’estate ha vinto gli europei di calcio. Nello staff di Roberto Mancini, ha assaporato che cosa vuol dire essere dall’alltra parte “della panchna” e ora ha le idee chiare: vuole diventare anche lui allenatore.
In una lunghissima intervista rilasciata a Sportweek, l’ex Capitan Futuro della Roma rivela molto di sé, a partire dalla voglia di poter allenare la Roma un giorno.
Tutti sanno cosa è stata e sarà sempre la Roma per me: una seconda pelle, un amore appassionato e puro. Certo che mi piacerebbe allenarla, quando sarò pronto e me lo sarò guadagnato per il mio valore da tecnico e non per il mio passato da calciatore. Credo che accadrà un giorno. Ma è un desiderio, non un’ossessione. Ora voglio fare le mie esperienze in Italia o all’estero.

La Roma e Mourinho

La volontà popolare sarebbe stata quella di vederlo tornare in giallorosso come vice di José Mourinho, ma De Rossi non ci ha mai pensato: "Due minuti dopo l’annuncio del suo arrivo, il mio telefono è stato invaso di messaggi: 'Sarai tu il vice…'. Era il desiderio della gente, per la quale io sono come un fratello. Ma a chiunque sostiene che Mourinho potesse avere bisogno di me consiglio di andare su Wikipedia e vedere tutto quello che ha vinto. Ecco, vi assicuro che l’ha vinto senza di me…".
Ma che cosa può dare lo Special One alla Roma? “Ancora prima di arrivare aveva già dato tanto. Aspettative, sogno, entusiasmo. Quello di cui si ciba ogni tifoso. Dopo l’addio di Totti e il mio, trovare una nuova identificazione era una necessità forte del tifoso della Roma”.

La Roma e Totti

A proposito di Francesco Totti, si parla di come è stato trattato dalla precedente proprietà e di come sta ora: "Mi sembra sereno e soddisfatto del suo nuovo ruolo di agente, che gli permette anche di godersi la famiglia. Ma spero anch’io di rivederlo un giorno nella Roma. Invece di ripetere che non era pronto, che avrebbe dovuto studiare, io credo che Francesco avrebbe meritato una vera chance come dirigente, perché lui sa tanto di calcio. Non essere valorizzato e considerato lo aveva spento e deluso. Mi faceva male vederlo così".
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Francesco Totti e Daniele De Rossi si abbracciano durante l'ultima partita giocata dal numero 16 della Roma contro il Parma il 26 maggio 2019, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Il Covid e i no-vax

Si parla anche della sua brutta esperienza col Covid, contratto ad aprile mentre era con la Nazionale: "L’ho preso in Bulgaria. Sono stato subito male con febbre alta, ma l’ho sottovalutato. Avevo letto che alla mia età, 37 anni, al massimo avevi tre giorni di febbre. Invece è stato un crescendo. Ho vissuto tre fasi. La prima, di malessere vero: tosse tutto il giorno e nausea. Spossante. La seconda, della paura: in ospedale allo Spallanzani, dopo aver preso la saturazione che misurava 87 i dottori, che non smetterò mai di ringraziare, hanno cambiato faccia… Sono stato quattro giorni sotto ossigeno. La terza fase è stata quella dell’attesa: finiti i sintomi, sono rimasto 18 giorni positivo, senza poter uscire".
Arriva poi un importante messaggio soprattutto in questi giorni di polemiche contro il green pass:
Sono vaccinato, mai stato contro. Posso capire l’anziano che ha paura delle reazioni, ma le manifestazioni in piazza di chi parla di complotti e nega il Covid, le ritengo pura follia. Avere intorno gente che ragiona così mi spaventa. Il vaccino è l’unica strada per tornare ad avere una vita normale. Gli obblighi e le imposizioni mi fanno schifo sempre, la democrazia non si tocca, ma la tua libertà di scegliere non può intaccare la mia salute.
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Daniele De Rossi, quella volta che si travestì per tifare la Roma in Curva Sud nel derby

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