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Pagellone 9ª giornata Serie A: Napoli in alto, il Milan affossa la Juve, disastro Viola

Enrico Turcato

Aggiornato 11/10/2022 alle 09:07 GMT+2

SERIE A - La squadra di Spalletti si prende la vetta solitaria. Gran bel pareggio tra Udinese e Atalanta, mentre Milan e Lazio affondano Juve e Fiorentina. Raffaele Palladino ha rilanciato il Monza, la Roma vince a fatica e perde Dybala, altra sconfitta per il Verona che a sorpresa esonera Cioffi.

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Ogni post giornata, analizziamo tutto quello che è successo nell'ultimo turno di Serie A e proviamo a stilare un Pagellone delle partite appena andate in archivio. La nona giornata di Serie A vede il Napoli ripresentarsi da solo al comando, agevolato dal bel pareggio tra Udinese e Atalanta. Rialza la tesa il Milan, che batte una deludente Juventus. Palladino scrive una pagina di storia, Sarri schianta Italiano, la Roma perde Dybala. Ma vediamo insieme chi è stato il protagonista principale. Quale squadra si è confermata con un trend positivo? E chi invece ha mostrato qualche difficoltà e ha deluso le aspettative? Oppure chi l'ha combinata grossa, mettendo in difficoltà la propria squadra.

Voto 10…al Napoli, che si prende la vetta solitaria con un gran finale

La risolve, subentrando dalla panchina, il “Cholito” Simeone. Poi arrivano anche le firme di Lozano e Oliveira nel recupero ad arrotondare il punteggio finale. Il Napoli vince a Cremona per la prima volta e si prende la vetta solitaria del campionato. 23 punti, frutto di sette vittorie e due pareggi, per una squadra fino a questo momento perfetta (anche in Champions League). Gli Azzurri di Spalletti si confermano forti, competitivi e in forma e portano a otto il computo delle vittorie consecutive in tutte le competizioni, record nella storia del club. Sarà difficile fermare questa armata giovane, sfrontata e organizzata. Le avversarie sono avvisate.

Voto 9…al Milan di Pioli, punti pesanti in uno scontro diretto

Un 2-0 dal sapore dolcissimo. I gol di Tomori e Diaz spazzano via la Juventus e rimettono in corsa il Milan, che in questo momento rispetto ai bianconeri è più squadra e più collettivo. Un buon inizio della Juve, poi due i pali di Leao nel primo tempo avevano riassestato gli equilibri. Il Diavolo ha colpito e affondato senza pietà alcuna, meritando il successo finale e portandosi al quarto posto, a sole tre lunghezze dal Napoli. Insomma, i “Pioli boys” rimangono ambiziosi e consapevoli dei loro mezzi. Ora Verona, Monza, Torino, Spezia e Cremonese: c’è margine per ambire a un filotto.
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Voto 8…a Raffaele Palladino, vera rivelazione

Tre partite, tre vittorie, tre clean sheets. In poco più di due settimane Raffaele Palladino ha rigenerato totalmente il Monza, che ora si avvia spedito verso metà classifica e vuole allontanarsi dalle zone pericolose. I brianzoli hanno battuto anche lo Spezia (Carlos Augusto e Pablo Marí i marcatori) e possono lavorare con molta più serenità dopo un avvio difficile. Palladino, eroe a sorpresa e gran protagonista di questa rinascita, si gode un primato speciale: è diventato il primo allenatore a vincere le sue prime tre partite da esordiente in Serie A alla guida di una squadra neopromossa nell'era dei tre punti a vittoria (dal 1994/95). Non male.

Voto 7…ad Udinese-Atalanta, match di livello tra due squadre ambiziose

0-2 Atalanta dopo una splendida prima ora di gioco. Rimonta Udinese (l’ennesima di questo campionato) nel finale, con Deulofeu e Perez a segno. Una gara bella, vibrante, equilibrata, tra due squadre che rimangono nelle zone alte della classifica e hanno svariati motivi per sorridere. Gasperini è sicuro di poter lottare per la zona Champions, Sottil non si pone limiti e continua a guardare in avanti. Per gli appassionati italiani, vedere due squadre che interpretano così bene il calcio, resta un piacere. La direzione è quella corretta.

Voto 6…alla Roma, che vince ma perde Dybala

Il 2-1 sul Lecce porta la Roma al quinto posto della graduatoria, a quota 19 punti, ma lascia l’amaro in bocca a Mourinho e ai tifosi giallorossi. Paulo Dybala, trasformando il rigore della vittoria ad inizio ripresa, si è infortunato e tornerà a disposizione solo nel 2023. Un brutto colpo per l’ambiente capitolino e anche per la squadra in sé, che perde il punto di riferimento tecnico sulla trequarti. La Roma – contro i salentini – non ha brillato e pur giocando per 70 minuti in superiorità numerica (espulso Hjulmand) ha faticato ad imporre la sua forza. Una serata ottima per il risultato, pessima per il morale.

Voto 5…al Torino, incapace di rialzarsi e tornare alla vittoria

Lukic nel finale riacchiappa l’Empoli, che stava pregustando il colpo grosso. E invece all’Olimpico Grande Torino è 1-1 tra granata e toscani, ma a sorridere è sicuramente più la squadra di Zanetti. Un Toro sprecone nel primo tempo e confusionario nella ripresa, che ha sí interrotto la striscia di tre sconfitte consecutive, ma che non vince da oltre un mese. Juric dovrà lavorare per ridare vigore e spessore ad una squadra che ha potenzialità importanti, ma ultimamente fatica a sfruttarle.

Voto 4…all’alternanza Handanovic-Onana, andrebbe presa una decisione definitiva

Ogni allenatore è ovviamente libero di gestire ogni situazione come meglio crede. Ed è una premessa doverosa. Ma l’alternanza tra Handanovic e Onana sembra alla lunga poter fare male proprio ai due diretti interessati. A Reggio Emilia – nella importante vittoria per 2-1 dei nerazzurri – ha giocato il portiere del Camerun (titolare anche nelle tre di Champions), mentre nelle prime otto giornate era stato scelto Handanovic, che ha comunque detto di sentirsi titolare. Insomma, questo dualismo non piace a nessuno e rischia soltanto di penalizzare una squadra di comunque alto profilo. Vedremo cosa deciderà Inzaghi nelle prossime partite.
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Voto 3...allo Spezia formato trasferta

Nessun gol segnato fuori casa e altro ko, stavolta allo U-Power Stadium di Monza. Lo Spezia di Gotti prosegue nella sua “double-face” 2022/23: al Picco si vede un certo tipo di squadra, in trasferta la brutta copia impaurita. Un problema – probabilmente anche di natura mentale – da risolvere alla svelta. Perché per salvarsi qualsiasi squadra ha bisogno anche di rubare punti lontano dalla cosiddetta “comfort zone”.

Voto 2…alla Fiorentina di Italiano, devastata anche da una super Lazio

Prima di tutto i meriti della squadra di Sarri, che meriterebbe un bel 9, sia per la prestazione che per questo fantastico avvio di campionato. Ma subito dopo i demeriti di una Viola decisamente sottotono, travolta dal poker biancoceste e incapace di reagire alle difficoltá. La squadra di Italiano si trova al 13° posto della classifica, con soli nove punti conquistati in nove giornate. La maggior parte dei giocatori della Fiorentina sembrano involuti, i nuovi come Jovic, Mandragora, Dodó, Barak non si sono ancora integrati. Basta l’impegno in Conference League a giustificare questo disastro?

Voto 1…a una Juventus deludente e confusa

Ancora un ko, ancora una brutta prestazione, ancora critiche. Lo ha detto lo stesso Massimiliano Allegri: “Le vittorie contro Bologna e Maccabi avevano illuso tutti”. In effetti era lecito aspettarsi una Juventus diversa al Meazza contro il Milan: l’occasione perfetta per rialzarsi e allontanare i fantasmi dopo uno start di campionato tumultuoso. E invece la solita Juve è durata una ventina di minuti, salvo poi consegnarsi al Diavolo e finire strapazzata dalle reti di Tomori e Diaz. Una squadra, quella bianconera, in uno stato perenne di confusione tecnica, tattica, di personalità, dove non pare funzionare niente. 13 punti: la vetta è distante esattemente 10 punti come una stagione fa dopo le prime nove (in quel caso 15 punti vs 25). Questa Juventus, se non cambia rotta e registro, stavolta però farà molta fatica a chiudere tra le prime quattro.
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Voto 0…al Verona, ancora sconfitto e al quarto allenatore in due anni

Di Francesco, Tudor, Cioffi e ora Diego Lopez. Il Verona continua a cambiare allenatore e mai come questa volta pare una decisione affrettata e dettata dalla foga. La sconfitta nel recupero di Salerno, che segue quella interna – sempre nel recupero – contro l’Udinese è fatale per il tecnico dei veneti, ritenuto responsabile di questo ruolino di marcia scadente (cinque punti ottenuti e terz’ultimo posto in classifica). Ma il Verona ha perso in estate Barak, Caprari e Simeone (quasi 40 gol), non ha mai avuto a disposizione un leader come Faraoini, ha inserito in organico tanti ragazzi nuovi e avrebbe bisogno di tempo prima di potersi ritenere competitivo. Situazione poco chiara e da monitorare, l’Hellas pare davvero in un’annata no.
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