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Serie A - Ibrahimovic da record ma fuori condizione: problema o risorsa per Pioli in vista di Milan-Torino?

Lorenzo Rigamonti

Aggiornato 26/10/2021 alle 10:53 GMT+2

SERIE A - Zlatan Ibrahimovic è reduce da una prestazione di luci ed ombre: il 40enne svedese continua a rompere record nell'olimpo dei grandi, ma non è ancora recuperato del tutto. Contro il Torino dovrebbe partire titolare Giroud

Copertina Ibrahimovic

Credit Foto Eurosport

L'ostico turno infrasettimanale contro il Torino attende il Milan di Pioli; i Rossoneri ci arriveranno a pile scariche, ma con la consapevolezza di aver appena concluso un weekend da sogno: tre punti conquistati al Dall’Ara, aggancio al Napoli capolista e allungo su Inter e Juventus. Eppure, ad accigliare Pioli in vista dell’incrocio con i Granata è un pernicioso dubbio offensivo: per il tecnico rossonero è tutta questione di fiducia; ma a chi concederla là davanti?

I numeri schierano Ibra titolare, la prestazione no

Con un solo gol a San Siro, Ibrahimovic raggiungerebbe due traguardi contemporaneamente: 150 gol in Serie A e 400 reti tra tutti i campionati nazionali a cui ha preso parte. E’ anche vero che nell’ultima gara giocata contro il Bologna, Ibrahimovic si è caricato ancora una volta sulle spalle il destino della formazione Rossonera. Nel bene e nel male. Infatti, oltre alla maldestra autorete su corner, oltre al gol della redenzione “alla Totti”, oltre all’assist “videoludico” per l’imbucata di Leao, Ibrahimovic è parso in netto affanno fisico, affossando con sé l’intera catena offensiva rossonera in certi frangenti.
Il destro a giro che gli ha consentito di affiancare Silvio Piola, Alessandro Costacurta e Pietro Vierchowod nell’esclusivo club dei quarantenni capaci di segnare in Serie A, funge da deterrente rispetto a una prima o poi necessaria presa di coscienza da parte del Milan di Pioli: un Diavolo in piena corsa Scudetto, con una formula offensiva frizzante in grado di raccogliere 16 gol in 7 gare di campionato disputate senza Zlatan, non può permettersi di ridefinire geometrie e andature già interiorizzate per accomodare un giocatore in piena rincorsa atletica.
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Pioli: "Ibra non può avere tanti minuti nelle gambe"

I numeri di Ibra ammaliano solo se considerati nella loro natura spuria o individualistica: questa stagione sono 3 partecipazioni al gol in 3 presenze di campionato (ai tifosi rossoneri brillano ancora gli occhi per la disinvoltura mostrata in occasione del gol contro la Lazio, ad appena 6’ dal suo ritorno in campo, con le scarpe slacciate), a irrobustire la già spaziale media di 0,9 gol a partita della stagione scorsa in Serie A; se consideriamo però il contesto tattico e corale, il Milan visto al Dall’Ara paga sulle proprie gambe la pesante orbita piantata dallo svedese al centro del reparto offensivo.
Come deduciamo da queste immagini infatti, Ibrahimovic necessita (e reclama) un ampio spazio di manovra, forzando il gruppo ancillare di trequartisti a dipanarsi sulle fasce. Ecco che giocatori come Leao o Castillejo perdono precisione nell’accompagnare l'offensiva (il portoghese ha completato solo il 65% di passaggi contro una media di squadra dell’89%) e puntualità nell’eseguire il pressing (olio essenziale per il gioco di Pioli); se in più aggiungiamo un Ibra boccheggiante al centro del campo la colonna rossonera si incrina pericolosamente, concedendo occasioni da gol persino a un Bologna in inferiorità numerica.
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Posizioni medie in possesso palla del Milan contro il Bologna (Primo tempo) fonte: Serie A

Credit Foto Other Agency

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Posizioni medie del Milan contro l'Atalanta (Primo tempo, Rebic unica punta)

Credit Foto Other Agency

Per una squadra che, come nel caso del match contro i rossoblu, sviluppa il 57% della propria manovra per vie centrali, questo dislocamento delle fonti di gioco non può che risultare velenoso e forzato. Con uno scialbo Ibra in campo dunque, il Milan ha perso in compattezza, spirito d’aggressione e pericolosità sottoporta; sul terreno di gioco, si tratta di una rinuncia consapevole e fisiologica da parte dei giocatori rossoneri, che con Zlatan rischiano spesso di regredire a un ruolo di mero supporto. La loro responsabilità è quella di rifornire lo svedese con palloni giocabili, ma concentrare tutte le proprie risorse su una pedina ancora in fase di rodaggio potrebbe rivelarsi controproducente in vista di un Toro quadrato e compatto, dotato di retroguardia “mastina” e arcigna (i Granata sono la quarta difesa del campionato, con soli 10 gol subiti in 9 partite).

Le alternative al perno Ibra

Contro la squadra di Juric vincerà chi lavorerà meglio l’avversario ai fianchi: è dunque vitale evitare di partire feriti, oltre a portare avanti quell’esame di coscienza prima o poi necessario a questo Milan. Ibrahimovic è un giocatore che, oltre ad essere recuperato, deve anche essere innestato in un modulo. Il modulo, al contrario, non deve innestarsi sempre su di lui.
Nelle partite precedenti, l’impiego di una punta dinamica e duttile come Rebic ha ripagato Pioli con un effetto alveare: i buoni risultati erano infatti frutto di una febbricitante partecipazione corale al gioco, ben più proficua rispetto a una cinica somma delle singole parti in campo. Finché Ibra non tornerà a pieno regime, meglio non spezzare i meccanismi di un Milan giovane e agile. Persino il profilo di Giroud (favorito per un posto da titolare contro il Torino), punta di peso ma comunque più aerobica di Ibra, è riuscito a garantire maggiore compattezza alla formazione rossonera. Sul finale della gara contro il Bologna, Pioli ha addirittura sperimentato un 4-4-2 appaiando le due torri Ibra e Giroud: si tratta di una pista nuova, che tempo e vicissitudini non hanno permesso a Pioli di approfondire; ma con un Ibra ancora in recupero, bisognerà calibrare bene minuti in campo e stravolgimenti tattici.
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Ibrahimovic: "So ancora fare quelle cose da ninja, anche a 39 anni"

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