Serie A, le 5 verità di Juventus-Torino 1-1: bianconeri preoccupanti, che bello il Toro di Juric
Pubblicato 19/02/2022 alle 10:26 GMT+1
SERIE A - Poco gioco, poche idee e guai fisici a pioggia: la Signora vista nel derby fa la conta dei problemi in vista della Champions League. E il solo de Ligt non può bastare. Di contro sorride il Toro: Juric ha creato un gruppo organizzato e capace di giocarsela contro chiunque. Il rientro di Belotti cambia le carte in tavola, Bremer si merita ogni attenzione di mercato.
Juventus-Torino, match valido per la ventiseiesima giornata della massima serie, è terminato sul punteggio di 1-1, frutto delle reti di del Ligt nel primo tempo e di Belotti nella ripresa. Gara arbitrata da Davide Massa di Imperia. Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato il derby della Mole.
1) Il Torino di Juric merita applausi convinti
Il Torino costantemente nella metà campo della Juventus. Non è che negli ultimi si fosse assistito spessissimo a un copione del genere. E i risultati scaturiti dal derby, quasi sempre favorevoli ai bianconeri, sono lì a testimoniarlo. Ma quest'anno è diverso. Il Toro di Ivan Juric è una squadra verissima, che guarda in faccia anche gli avversari più blasonati. Tra cui la Juve, in barba a un clamoroso tabù che ha visto i granata prevalere solo una volta negli ultimi 27 anni (2015, a segno Darmian e Quagliarella). Non è un caso che il Torino abbia venduto cara la pelle contro tutte le grandi del campionato, perdendo di misura in casa del Napoli, del Milan e dell'Inter, oltre al derby d'andata. La sensazione è che la classifica non rispecchi pienamente l'organizzazione di gioco e la consapevolezza maturata nel corso della stagione.
2) Il gioco latita, i guai fisici si susseguono: la Juve si interroga
L'altro lato della medaglia riguarda la preoccupante involuzione della Juventus. Che ancora una volta non perde, vero, allungando a 12 la propria striscia di risultati positivi in campionato. Ma è un dato che questa sera appare più che mai fine a sé stesso, perché in campo si è vista una squadra per larghi tratti senza idee, sottomessa dal Torino e pericolosamente latitante nel gioco. Come se non bastasse, i guai fisici si susseguono: Rugani si è fermato durante il riscaldamento, mentre Pellegrini e Dybala hanno chiesto il cambio a match in corso. Cerotti su cerotti, problemi e problemini. E martedì c'è il Villarreal, andata degli ottavi di finale di Champions League. Servirà fare quadrato per venire a capo di una situazione piuttosto complicata.
3) De Ligt unica luce nel buio della Juve
Progressivamente, negli ultimi giorni e poi nelle ultime ore, Matthijs de Ligt ha visto scomparire tutti i possibili partner di difesa: prima Chiellini, poi Bonucci, infine Rugani. Ma che l'olandese sia un calciatore dalla qualità superiore, nonostante i suoi primi due anni e mezzo a Torino siano stati caratterizzati da qualche alto e basso, è certificato. E così, eccolo dominare nell'area del Torino per andare a realizzare l'1-0. E così, eccolo chiudere in maniera pulita e spettacolare su Belotti al limite dell'area. E così, eccolo fermare Brekalo davanti a Szczesny con un intervento provvidenziale. Una roccia. Il migliore di una Juve appannatissima.
4) Bentornato Belotti: è lui l'arma in più del Torino
Due mesi e mezzo ai box a causa della lesione di secondo grado al bicipite femorale della coscia destra rimediata a Roma a fine novembre. Un'eternità. Specialmente per uno come lui, capitano e simbolo del Torino. Ma Andrea Belotti, finalmente, è tornato. È considerabile alla stregua di un nuovo acquisto, di un innesto di lusso per la seconda parte del campionato. Un elemento imprescindibile per portare peso offensivo e donare concretezza alla pregevole organizzazione di gioco granata. La girata dell'1-1, un gol da bomber di razza, lo dimostra pienamente.
5) Bremer si merita tutte le attenzioni di mercato
Sugli scudi Brekalo e Belotti, gli uomini che hanno costruito l'azione del pareggio. E poi c'è lui, Bremer. Favorito anche dalla serata storta di Vlahovic, per carità, ma se il serbo non si è reso pericoloso neppure una volta è anche e soprattutto merito della prestazione di alto livello sfornata dal proprio avversario diretto. Deciso, sempre concentrato e al contempo tranquillo, il brasiliano si è segnalato ancora una volta come uno dei migliori della banda Juric. Confermando, se mai ce ne fosse bisogno, di meritarsi tutte le attenzioni di mercato riposte in Italia e in Europa nei suoi confronti.
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