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Ucraina, il bel gesto di Riccardo Zampagna: accoglie un piccolo profugo nella sua scuola calcio

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Pubblicato 12/03/2022 alle 09:32 GMT+1

Riccardo Zampagna, ex di Atalanta, Messina e Cosenza, oggi ha una scuola calcio a Terni. E non ha esitato a iscrivere gratuitamente un bimbo di quattro anni appena arrivato in città con la mamma dopo la fuga da Leopoli, mentre il padre è rimasto a combattere, e Zampagna l'ha accolto con tanto amore: "Siamo gli unici che dopo la pandemia non hanno fatto pagare le quote, non lo faremo nemmeno ora".

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La guerra in Ucraina ha avuto un impatto sul mondo dello sport a vari livelli. A sottolinearlo è il bellissimo gesto di Riccardo Zampagna, ex giocatore di Atalanta, Messina e Cosenza che ora dirige una scuola calcio a Terni.
Il dirigente ha infatti deciso di accogliere al'ASD San Giovanni Bosco un piccolo ucraino di quattro anni e a testimoniarlo c'è anche la foto di lui col bimbo postata sul profilo Facebook della società.
La Gazzetta del Sud riporta questa toccante storia tramite le parole dello stesso Zampagna, che racconta la terribile avventura del piccolo Matteo (nome italianizzato dopo il suo arrivo).
Quando è arrivato qui da me Matteo aveva gli occhi spauriti. Per l’età che ha forse non si rende conto a pieno di cosa stia accadendo, ma scappare da casa di corsa non è facile per nessuno, soprattutto per un bambino. So che in Ucraina faceva nuoto, martedì inizierà a calciare il primo pallone e speriamo gli piaccia.
Matteo è arrivato in fuga da Leopoli con la madre (il padre è rimast in Ucraina a combattere), venuta in Italia per raggiungere la propria mamma, ormai a Terni da tanti anni. "Hanno fatto un lungo viaggio passando per l’Ungheria - prosegue Zampagna - Mi hanno raccontato che vengono perquisiti anche i bambini, una cosa inverosimile. Non vediamo l’ora arrivi martedì, gli istruttori sono tutti contenti e già hanno abbracciato Matteo. Intanto la cosa bella è che è stato accettato anche all’asilo".
Non è il primo gesto di cuore che Zampagna e la sua società compiono: "Siamo l’unica scuola in Italia che dopo la pandemia ha deciso di non far pagare le quote alle famiglie, di certo non lo faremo adesso con questo bimbo. Siamo pronti ad altre esigenze e anche in questo caso le nostre porte sono state aperte".
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