Calcio in lutto, morto Gianluca Vialli: l'ex calciatore di Sampdoria, Juventus e Nazionale aveva 58 anni
DaEurosport
Aggiornato 06/01/2023 alle 16:48 GMT+1
SERIE A - Si è spento Gianluca Vialli: storico giocatore della nostra Serie A e non solo: lascia ai posteri una dinastia fatta di vittorie e momenti storici. Formidabile bomber, Vialli ha scritto la storia di molte squadre ma su tutte quelle della Sampdoria campione d'Italia e dell'ultima Juventus campione d'Europa. Insieme all'amico Roberto Mancini, era stato un volto della cavalcata a Euro 2020.
Pesante lutto nel calcio italiano: nella giornata di venerdì 6 gennaio 2023, all’età di 58 anni, è morto Gianluca Vialli. L’ex calciatore di Cremonese, Sampdoria e Juventus si è spento dopo una lunga lotta contro un tumore al pancreas che già l'aveva colto nel 2017. La notizia arriva da Londra, dove Vialli era ricoverato ormai da tempo. I suoi funerali si terranno proprio lì, nei prossimi giorni, in forma privata. Nei prossimi mesi la famiglia potrebbe autorizzare una cerimonia pubblica a Cremona. L'ex attaccante lombardo se ne va a pochi giorni dalla scomparsa di Mihajlovic e Pelé.
Vialli, la carriera da giocatore
La carriera a livello professionistico, nel ruolo di attaccante, inizia nel 1980. Vialli gioca nelle fila di Cremonese, Sampdoria e Juventus. Vince due scudetti, il primo storico con la Sampdoria nella stagione 1990-1991, in coppia con il suo "gemello del gol" Roberto Mancini, il secondo con la Juventus nella stagione 1994-1995.
Con la Juventus vince inoltre una Champions League nel 1996, battendo in finale l'Ajax ai calci di rigore e cancellando il ricordo amaro dello storico cammino della Sampdoria che 4 anni prima lo portò fino a Wembley, dove venne beffato da un gol dai tempi supplementari del Barcellona.
In Nazionale maggiore viene convocato da Azeglio Vicini ai Mondiali del 1986 in Messico, dove gioca tutte le partite, pur senza riuscire ad incidere. È poi il perno dell'attacco azzurro durante l'Europeo tedesco del 1988, in cui segna la rete della vittoria contro la Spagna. In seguito contribuisce alla conquista del 3° posto dell'Italia nei Mondiali del 1990, anche se la sua stella viene offuscata dall'esplosione di Schillaci. Dall’arrivo di Sacchi sulla panchina della nazionale, non verrà più convocato. Con la maglia della Nazionale maggiore totalizza complessivamente 59 presenze e 16 gol.
Vialli, la carriera da allenatore
Nel 1996 si trasferisce in Inghilterra per giocare con il Chelsea, assumendo dal 1998 il doppio ruolo di giocatore-allenatore. E’ qui che conquisterà i traguardi più importanti. Quando nel febbraio del 1998 Ruud Gullit viene esonerato, la squadra si trova ancora in corsa nella Coppa di Lega e nella Coppa delle Coppe. Sotto la sua guida, vincerà entrambe. Finisce inoltre quarto in Premier League. La stagione seguente, 1998/1999, vince la Supercoppa Europea battendo 1-0 il Real Madrid e termina al terzo posto in Premier League, a soli quattro punti dal Manchester United campione, miglior posizionamento della squadra del Chelsea dal 1970 in poi. Nel 1999/2000 porta il Chelsea ai quarti di finale della Champions League in quella che è la prima apparizione del club nella competizione. Stagione che finirà con l’acuto della vittoria in FA Cup. L'ultima stagione di Vialli a Londra inizia nel migliore dei modi, con la vittoria nella FA Charity Shield contro il Manchester, il quinto trofeo conquistato in meno di tre anni, che rende Gianluca Vialli l'allenatore più vincente della storia del club fino a quel momento.
Post allenatore, la malattia, il ruolo nell’Italia di Mancini
Dopo l’esperienza al Chelsea, Vialli ci riprova al Watford, nella B inglese, ma non trova grandi successi. Si ferma di fatto lì la carriera da allenatore. E inizia quella di commentatore sportivo e si grande attenzione agli eventi benefici. Fonda una onlus insieme all’ex calciatore Massimo Mauro. Nel 2015 viene inserito nella "Hall of Fame del calcio italiano", mentre nel 2018 esce il suo libro "Goals. 98 storie + 1 per affrontare le sfide più difficili": in una intervista che anticipa l'uscita del libro racconta di come ha combattuto contro un tumore al pancreas risalente al 2017.
Dal novembre 2019 entra nei ranghi della FIGC come capo delegazione della nazionale italiana, allenata dall'ex compagno Roberto Mancini. Con questo ruolo prende parte alla vittoriosa spedizione italiana al campionato d'Europa 2020, distinguendosi peraltro come figura di spicco dello spogliatoio oltreché, a livello umano, come “esempio vivente” per tutta la squadra azzurra. La sua foto proprio con Roberto Mancini al termine della finale vinta dall’Italia sull’Inghilterra, in quella Wembley che fu fatale per i due con la maglia della Sampdoria, resta uno dei momenti più iconici dell’intera spedizione. E l’ultima grande gioia sportiva prima del recente annuncio della sospensione di tutte le attività a causa del ritorno della malattia. Purtroppo fatale.
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