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Calcio, Juventus, Leonardo Bonucci e il rispetto di De Ligt: la morale del neo-capitano era necessaria?

Stefano Dolci

Pubblicato 24/07/2022 alle 10:25 GMT+2

SERIE A - Analizziamo le parole pronunciate da Leonardo Bonucci, neo-capitano "titolare" della Juventus dopo la partenza di Matthijs de Ligt in direzione Monaco di Baviera. Una presa di posizione molto particolare, soprattutto visto i trascorsi del difensore bianconero, che un anno - ricorderete - lasciò Torino per Milano, per poi farvi ritorno.

Allegri: "Juve ha dovere di vincere dopo un anno senza trofei"

Leonardo Bonucci si avvia ad iniziare la stagione numero 12 in maglia Juventus, la prima con la fascia da capitano al braccio. Un orgoglio, un privilegio e anche una grande responsabilità che impone inevitabilmente attenzione su di lui che questo ruolo lo ha già ricoperto in un precedente capitolo della sua carriera, al Milan, una parentesi breve, non particolarmente fortunata ma che è vivida nella mente dei tifosi delle due squadre. Nella ultracentenaria storia dei due club, il difensore viterbese sarà il primo calciatore a ricoprire il ruolo di capitano sia del Milan, sia della Juventus.
Un'anomalia, un fatto più unico che raro e che testimonia quanto ancora più sotto la lente d'ingrandimento sarà il difensore col n. 19 in questa annata in cui i bianconeri si presentano 'piu affamati che mai' (#hungrierthanever, parafrasando il vecchio hashtag con cui Bonucci si presentò al popolo milanista nell'estate 2017) di vittorie, titoli e rivincite.
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Leonardo Bonucci in allenamento durante la tournée estiva della Juventus

Credit Foto Getty Images

La stilettata di de Ligt e il rispetto

Nella sua prima intervista prestagionale da capitano, oltre agli obiettivi stagionali, all'eredità di non fare rimpiangere il predecessore Chiellini, le parole al miele spese per Di Maria e per il "il figliol prodigo' Pogba (a cui, scherzosamente, "ho detto come prima cosa 'di togliere gli orecchini per l'allenamento"), gli elogi ad Allegri ("gli ho rivisto la voglia di vincere") a fare rumore è stato l'attacco ad alzo zero a Matthijs de Ligt, il difensore olandese volato questa settimana al Bayern Monaco, perché convinto di trovare un contesto e un ambiente più adatto alla sua crescita e al suo modo di intendere il calcio.
Alla base di tutto serve rispetto, il gruppo con cui è stato per tre anni gli è servito per crescere e la società ha investito su di lui. Gli auguro il meglio, però certe frasi dette in nazionale sono state poco carine. Ne abbiamo parlato dopo le vacanze e lui ha capito. Il Bayern è un grande club ma non è detto che in una squadra top tu sia destinato a vincere". (Bonucci su De Ligt, 23 luglio Gazzetta dello Sport)

Quando Bonucci lasciò la Juve per il Milan, cosa disse?

Parole severe soprattutto perché a dirle è uno come Bonucci, che pur coprendosi ampiamente il capo di cenere e ammettendo a più riprese di aver sbagliato a lasciare la Juventus facendo una scelta di "rabbia"..., ai tempi del suo addio alla Juventus per trasferirsi alla corte del Diavolo non fu proprio indulgente nei confronti della sua ex squadra. La vita è fatta di cicli che si aprono e chiudono. Per dare il 100% io devo sentirmi importante, cosa che ormai succedeva a fasi alterne. Nell'ultima parte della stagione, il legame con la Juve si è affievolito da entrambe le sponde. Il rapporto era arrivato alla conclusione". (Luglio 2017, Gazzetta dello Sport)
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Chiellini: "Alla Juventus ho più ricevuto che dato"

"Il Milan è qualcosa che ti fa capire di essere un calciatore fortunato quando indossi la maglia ed entri dentro San Siro e vedi così tanti tifosi, come è capitato il giorno della mia presentazione. Quello della presentazione è stato un giorno unico, che non dimenticherò mai". (Dicembre 2017, intervista a Forza Milan)
"Prima della partita ero dubbioso se esultare o meno in caso di gol, alla fine ho deciso di farlo. Per la Juventus ho sempre dato il massimo, poi ognuno è libero di credere quello che vuole: un po’ ci sono rimasto male, perché nella vita le strade si possono dividere, succede anche per i matrimoni, ma deve sempre rimanere un minimo di rispetto" (31 marzo 2018, dopo Juve-Milan 3-1)
Si torna sempre lì in fondo al rispetto e alle strade che si possono dividere. Ed è anche e soprattutto per questo forse se c'è uno che può discutere le scelte di de Ligt quello non sembra proprio essere Bonucci, che anzi dovrebbe essere consapevole che i cicli possono finire e gli stimoli possono anche venire meno.
In fondo il calcio delle bandiere è morto e sepolto e oggi può succedere che si passi dal Toro alla Juve o dal Milan all'Inter in un battito di ciglia, in barba ai campanili e alla fede dei tifosi.
D'altronde chi avrebbe mai potuto immaginarselo che proprio Leo Bonucci, a poco più di 4 anni da quella partita giocata allo Stadium da avversario con la maglia rossonera numero 19, la fascia da capitano al braccio e un'accoglienza a base di insulti, fischi ed improperi oggi sarebbe diventato il 24esimo capitano della gloriosa storia della Juventus.
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Pogba: "Tornare alla Juve è un sogno. Mi sento a casa"

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