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Milan, dove è finito Theo Hernandez? Fra cambio modulo e addii pesanti, analisi di una crisi

Matteo Zorzoli

Pubblicato 29/10/2023 alle 15:21 GMT+1

SERIE A - Il passaggio dal 4-2-3-1 al 4-3-3, con una mezzala che lo divide da Leao e gli lascia meno libertà offensive, ha frenato le folate di Theo che in questo inizio di stagione ha registrato un calo nelle prestazioni, numeri alla mano. Anche gli addii di Brahim, Maldini e Ibra possono aver influito...

Pioli: "0 gol segnati? E' il problema da risolvere ma il girone è aperto"

Dove è finito Theo Hernandez? La domanda sorge spontanea guardando i numeri di inizio stagione del terzino rossonero: 10 presenze tra campionato e Champions, un solo gol (alla 2ª giornata contro il Torino), 0 assist e già 5 ammonizioni, simbolo di nervosismo e poca lucidità. Numeri che raccontano una netta inversione di rotta del Concorde francese, considerato negli ultimi anni uno dei migliori laterali a livello internazionale, tanto da guadagnarsi anche la fascia di vice-capitano nel Milan di Stefano Pioli. La serataccia del Parco dei Principi (Theo tornava titolare dopo la squalifica con la Juve) è l'istantanea del suo momento: duello con Dembelè perso (l'ex Barça ha fatto tutto quello che voleva sulla sua fascia di competenza), mentre in attacco non è si è praticamente mai visto, mostrandosi timido e poco propositivo. Proviamo a capire dove nasce la "crisi" del 26enne di Marsiglia.

Il cambio modulo ha spezzato la "Theao"

La prima causa del calo del rendimento di Theo potrebbe essere ricondotta al cambio di modulo: il passaggio dal 4-2-3-1 al 4-3-3 ha bloccato le sue scorribande, spezzando il binomio "Theao" (crasi tra Theo e Leao) con una mezzala sinistra, quasi sempre Reijnders. Il nuovo vestito tattico del Diavolo potrebbe ancora non essere stato "digerito" dal terzino, abituato a fare il bello e il cattivo tempo in fascia, con sovrapposizioni e incursioni centrali (emblematico il gol in coast-to-coast contro l'Atalanta di ormai un anno e mezzo fa). Meno libertà, più compiti difensivistanno, dunque, frenando le folate del numero 19 e la voce "0 assist" ne è un'immediata conseguenza.

Nessun cambio "naturale"

Vero, col passare degli anni, gli allenatori avversari avranno anche imparato a conoscerlo e a rendergli la vita un po' più difficile, ma c'è un dato insindacabile: fra tutti i giocatori della rosa rossonera Theo è l'unico a non avere un cambio naturale, un alter ego per rifiatare: quando è costretto a sostituirlo per squalifica o infortunio, Pioli sceglie Florenzi, ma l'ex Roma ha giocato poco a sinistra in carriera, mentre la seconda alternativa, Davide Bartesaghi, ha 17 anni e si sta affacciando solo ora al calcio che conta.

Gli addii di Brahim e Maldini, l’aspetto emotivo

Ultimo, ma non per importanza: la sensazione è che il classe 1997 abbia sofferto gli addii in estate di Brahim Diaz (con cui è grande amico) e di Paolo Maldini, “secondo padre” a livello calcistico. “Triste dover dire addio a qualcuno che si è fidato di me e mi ha aiutato a diventare il giocatore che sono oggi - ha scritto l'esterno rossonero nei giorni di fuoco in cui le strade di Maldini e del Milan si sono improvvisamente divise. “Ti auguro il meglio e che la vita ci riporti insieme #SempreMaldini". Il rapporto con la leggenda del Milan è stato speciale fin dai primi approcci nell’estate 2019 tanto che lo stesso Hernandez, in un’intervista all’Equipe, ha rivelato che la celebre visita a Ibiza dell'ormai ex dt.t. rossonera è stata determinante per cambiare la sua scelta che lo stava per portare al Bayer Leverkusen. Anche l’assenza di Zlatan Ibrahimovic, come per tutto lo spogliatoio, può aver influito sull’approccio ad alcune gare importanti, in particolare Inter, Juve e PSG, non a caso le tre sconfitte del Diavolo in questo inizio di stagione. Il Milan ha, però, bisogno di rialzarsi e la rinascita di Theo deve essere il punto di partenza. Già dal Maradona contro il Napoli...
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Da Theo e Leao a De Ketelaere: gli 11 colpi iconici di Maldini al Milan

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