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Bastoni: "L'obiettivo è lo Scudetto, i 100 punti non sono un'ossessione"

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Pubblicato 13/04/2024 alle 09:17 GMT+2

INTER - Lunga intervista ad Alessandro Bastoni, che racconta quale sia la chiave per il successo di questa Inter lanciata verso la seconda stella: "Tutti difendono, tutti attaccano: c’è un codice che rispettiamo, sappiamo ciò che dobbiamo fare ed ecco che viene fuori l’Inter che vedete voi".

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Alessandro Bastoni punta in alto con l'Inter: tutte le sue ambizioni sono raccolte in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. In primis c'è lo Scudetto quest'anno: non c'è bisogno di nasconderlo ormai, vista la situazione della classifica. Bastoni ha già vinto un campionato con l'Inter, con Conte: quali sono le differenze rispetto ad allora?
Con Conte già da inizio anno eravamo attesi. Stavolta no: io non ricordo un addetto ai lavori mettere l’Inter avanti in partenza. E intendiamoci: neanche noi sapevamo quali uomini, al di là dei calciatori, sarebbero entrati in gruppo. E dunque lo scudetto sarebbe una bella rivincita per noi che abbiamo fatto integrare i nuovi. Ecco, sarebbe un successo del gruppo Inter.
La consapevolezza di poterci riuscire è nata da Istanbul? "Anche - spiega - ma in generale da tutta la seconda parte della scorsa stagione. Ci siamo parlati anche tra noi calciatori, dopo un avvio brutto, uno dei momenti più difficili vissuti all’Inter. Da quel momento le cose sono cambiate".
La vista sullo Scudetto parte già lunedì 22 aprile col derby: "È bello vincere il derby a prescindere da tutto, che questo possa decidere lo scudetto è un caso. Vogliamo la partita per noi stessi, per i tifosi, per tutto. Due vittorie di fila non bastano? Assolutamente no. Neanche fossero 50 o 100. Direi lo stesso per qualsiasi altro avversario".
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Simone Inzaghi

Credit Foto Getty Images

C'è in ballo anche l'obiettivo 100 punti?
Sicuramente sì. Però la nostra priorità è cucirsi la seconda stella, i 100 punti non sono un’ossessione e non sarebbe certo un fallimento non arrivarci.
L'Inter di questa stagione è poù performante: i cambi di posizione riescono meglio dell'anno scorso: "Il mister ci ha suggerito l’idea di mobilità che si vede. Ma tutto ha origine dalla disponibilità e dall’atteggiamento mentale generale: se io vado in attacco, Lautaro o Mkhitaryan sanno che devono andare in difesa. Tutti difendono, tutti attaccano: c’è un codice che rispettiamo, sappiamo ciò che dobbiamo fare ed ecco che viene fuori l’Inter che vedete voi. Il mio ruolo? Mi sento quello che in quel preciso istante sono in campo. Ho un compito che cambia a seconda della posizione in cui mi trovo. Ma è un modo di interpretare il calcio che ha coinvolto tutti".
Nel futuro di Bastoni c'è ancora l'Inter'
Al momento dico di sì. E lo sa perché? Ogni volta che giochiamo, per arrivare a San Siro il nostro pullman passa davanti a un grande condominio, dove vedo sempre un signore anziano che sventola la bandiera dell’Inter. È fisso lì, tutte le volte. Ecco, sono le cose che ti rimangono, io gioco per questo, per le emozioni. Mi vedo capitano? Sì, mi piacerebbe. Nulla vieta che ci sia più di un riferimento, più di un capitano. In fondo è quel che stiamo vivendo noi: non c’è il veterano, Lautaro è ancora giovane, sulle decisioni extra campo ne parla sempre con il nucleo storico della squadra.
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