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Inter, manca un piano B: con questo calendario può essere un problema

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Pubblicato 18/10/2023 alle 20:44 GMT+2

SERIE A - L'Inter, al ritorno della sosta, non può permettersi altri passi falsi. Dopo i punti persi malamente contro Sassuolo e Bologna, i nerazzurri hanno finito i bonus. L'obiettivo è il controsorpasso sul Milan. Il calendario si complica, Simone Inzaghi deve intervenire sulla testa dei giocatori e cambiare un po' i piani. Innanzitutto, deve aumentare le rotazioni.

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Al triplice fischio dell'arbitro Sozza, il 16 settembre, l'Inter festeggiava un derby stravinto, e la prima posizione in solitaria. Tra i problemi del Napoli, le tante novità del Milan e la Juventusancora imperfetta, la formazione di Inzaghi appariva come unica certezza del campionato ed allungava già le mani per brandire Scudetto e seconda stella. Rosa apparentemente lunga, gruppo consolidato, in fiducia da Istanbul, gol a raffica, difesa blindata... c'erano tutti gli elementi per considerare i nerazzurri come la squadra da battere. Invece in un mese, a sorpresa, si sono mischiate le carte. L'Inter ha compiuto due passi falsi, il Milan è rimasto compatto ed è avvenuto il sorpasso prima della sosta. Chi gridava allo scandalo comparando i calendari delle due milanesi, è stato presto smentito: i nerazzurri non hanno fatto 8 su 8, e Pioli ha massimizzato il profitto. Se al primo posto non c'è più l'Inter, però, è innanzitutto responsabilità di Inzaghi e dei suoi giocatori. Il tecnico ora deve intervenire, per non perdere altri punti per strada.

Dopo la sosta il calendario spaventa

Torino, Roma, Atalanta e Frosinone con in mezzo le due sfide contro il Salisburgo, che possono già essere decisive in chiave ottavi di Champions. Questi gli impegni dell'Inter tra le due soste per le nazionali. Il coefficiente di difficoltà, rispetto al periodo precedente, è più alto, anche considerata l'alta concentrazione di partite. I nerazzurri iniziano in casa dei granata, poi ospitano gli austriaci e il 29 accolgono la Roma di Lukaku in una sfida emotivamente non banale per nessuna delle due sponde. La trasferta di Bergamo è una grande insidia, a cui segue quella in terra Red Bull, ed infine il Frosinone, contro cui aldilà di ogni discorso positivo su Di Francesco e i suoi uomini, l'imperativo è vincere. Gli uomini di Inzaghi non si possono nascondere: hanno le carte in regola per fare il pieno di punti contro tutte queste rivali. Ma per avere un rendimento costante, la via non è quella percorsa sinora. Vediamo perché.

Più rotazioni: Inzaghi ha bisogno delle seconde linee

Contro Sassuolo e Bologna l'Inter ha sperperato almeno 3 punti, che diventano 5 se si pensa esclusivamente all'obiettivo prepartita: che era vincere entrambe le gare. Il vantaggio del derby è andato rapidamente in fumo, per prestazioni inaspettatamente insufficienti contro le due emiliane. I nerazzurri sono sempre andati avanti, in un caso anche di due reti, poi si sono fatti recuperare, dimostrando, tra le altre cose, una scarsa tenuta fisica. Questa non sorprende, in verità, se si pensa all'impiego da parte di Inzaghi dei suoi titolarissimi, e alle prime avvisaglie di San Sebastian, Empoli, Salerno: altre partite in cui non ha brillato. L'allenatore ha chiesto più volte gli straordinari ai giocatori chiave (confermato lo stesso 11 contro Benfica e Bologna), per poi vederli soccombere nel corso dei 90' di fronte a formazioni strutturate, muscolari e piene di energie.
Così ha deciso il tecnico e un po' gli è stato imposto dalle circostanze. Gli infortuni di Cuadrado, Arnautovic, Frattesi e Sensi hanno infatti scombussolato i piani e ridotto le rotazioni. Ne hanno pagato le conseguenze Dumfries, Thuram, Lautaro, Mkhitaryan e Barella, che non hanno potuto rifiatare abbastanza. Dopo la sosta, però, saranno meno gli ostacoli al turnover. Inzaghi dovrà fidarsi delle seconde linee: Asllani, Klaassen, Sanchez e Bisseck necessitano di fiducia. Mentre Cuadrado, Darmian, Frattesi, Carlos Augusto, Arnautovic (quando ci sarà, forse da fine ottobre) sono già affidabili e possono figurare nell'11 titolare tranquillamente. Solo se ci sarà un contributo aggiunto dalle "riserve", l'Inter potrà ridurre i cali di intensità.

L'Inter deve trovare il modo di vincere anche quando corre meno

I nerazzurri sembrano avere due volti: quando le energie ci sono, la squadra incanta ma quando queste diminuiscono, lo stesso gruppo appare fragile. L'Inter, infatti, propone un gioco parecchio dispendioso. Inzaghi nel suo 3-5-2 chiede agli esterni di sfrecciare senza soste, supportati dai braccetti difensivi, anch'essi partecipi in fase offensiva. Le mezze ali devono inserirsi e pressare tutto il tempo e a tuttocampo, e le punte non possono rimanere statiche, sempre alle prese tra movimenti incontro o in profondità... A lungo andare, però, chi gioca sempre, finisce la benzina. E si creano le crepe in un sistema che nelle giornate migliori permette all'Inter di intimorire anche le migliori d'Europa. La critica non è tanto al piano A in sé - eccezionale - quanto all'assenza di un altro spartito. Che sia di scorta, quando i presupposti per il progetto iniziale vengono meno, o che sia anche una strategia alternativa per cogliere di sorpresa l'avversario. Inzaghi non può pensare di vincere tutte le partite allo stesso modo. Al contrario, Pioli, alla guida di un Milan certamente Leao-dipendente, ha strappato successi in vari modi: ha cambiato sistema per affrontare l'emergenza (vs Verona); ha provato un nuovo tridente a Cagliari; a Genova ha tenuto i titolari per il secondo tempo. Contro il Bologna, ad esempio, nel secondo tempo (sul 2-1) l'Inter avrebbe potuto serrare le linee, con uomini più freschi al posto degli esausti, attendendo i momenti giusti per i contropiedi. Inzaghi, invece, ha aspettato il 2-2 per sostituire Dumfries, Thuram e Dimarco, quando pur essendoci il tempo per fare il 3-2, la squadra aveva già perso equilibrio ed era sovrastata a centrocampo dagli scudieri di Thiago Motta.
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Inzaghi deve lavorare sulla testa

Quanto detto sopra è solo una parte della cura ai problemi dell'Inter. Infatti, oltre alle seconde linee da integrare e ad un gioco da rendere più vario, Inzaghi dovrà fare i conti anche con la fragilità mentale emersa nell'ultimo periodo. I nerazzurri hanno pagato, soprattutto, gli inspiegabili cali di concentrazione. Sia di singoli (Lautaro che commette fallo da rigore contro il Bologna, la leggerezza di Bastoni a San Sebastian e non solo), che di collettivo. Una formazione solitamente impeccabile negli approcci alle partite, qualche volta si è permessa di staccare la spina con il risultato a favore. Ed è stata immediatamente fregata. E' avvenuto proprio contro il Sassuolo e il Bologna, e non è nemmeno un vizio nuovo. Che si ripropone con maggior frequenza quando di fronte non c'è una big ma piuttosto una provinciale. L'allenatore per impedire che i suoi non rendano al massimo per l'intera durata dei 90 minuti di tutte le gare, proverà a fare leva sul peso della missione contro-sorpasso sul Milan. Un anno fa, in questo punto della stagione, l'Inter era in crisi nera ed Inzaghi evitò un esonero che sembrava certo. I nerazzurri trovarono una quadra e con 7 partite da imbattuto, tra cui le 2 contro il Barcellona, Simone venne confermato. Un anno dopo, al ritorno dalle Nazionali, avrà meno pressione ma due obiettivi a breve termine verso cui orientare la squadra: il pass per gli ottavi di Champions e la vetta della Serie A.
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Inzaghi: "Io e Arrigo Sacchi abbiamo vedute diverse per l'Inter"

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