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Lo sfogo di Juan Jesus sull'assoluzione di Acerbi e il caso razzismo: "Sei un neg** offensivo, ma non discriminatorio?"

Luca Stamerra

Pubblicato 27/03/2024 alle 17:54 GMT+1

SERIE A - Il giorno dopo la sentenza del Giudice Sportivo, Juan Jesus ha reagito con un lungo comunicato pubblicato sul sito ufficiale del Napoli. Il difensore degli azzurri non vuole credere al verdetto che ha visto l'assoluzione di Acerbi e non si spiega come la frase a lui rivolta possa essere catalogata come offensiva, ma non discrimintaroia. Il brasiliano denuncerà (penalmente) Acerbi?

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Dopo la decisione del Napoli di non indossare sulle maglie la patch “Keep racism out” a partire dalla prossima partita di campionato, in contrasto con la sentenza del Giudice Sportivo di non sanzionare Acerbi in merito alle accuse di razzismo formulate da Juan Jesus, è lo stesso giocatore brasiliano a reagire con un lungo comunicato pubblicato dal sito ufficiale del Napoli. Subito dopo la sentenza, Juan Jesus aveva cambiato la sua foto profilo sui social col pugno nero alzato, che rievoca le battaglie contro il razzismo del Black Power, di Tommie Smith e John Carlos sul podio dei Giochi di Messico 1968 col pugno chiuso, ma ora c'è la reazione - a parole - della sentenza. Un Juan Jesus che si dice incredulo per il verdetto, per una battaglia al razzismo che non si vuole davvero combattere nel nostro campionato. Si chiede perché Acerbi abbia cambiato versione solo dopo essere andato via dal ritiro della Nazionale e di non aver parlato subito con la sua “versione”, e confessa che si sarebbe aspettato un esito diverso da questa vicenda, con la speranza che il razzismo possa essere cancellato un giorno dal calcio.

Le parole di Juan Jesus

Ho letto più volte, con grande rammarico, la decisione con cui il Giudice Sportivo ha ritenuto che non ci sia la prova che io sia stato vittima di insulti razzisti durante la partita Inter-Napoli dello scorso 17 marzo. È una valutazione che, pur rispettandola, faccio fatica a capire e mi lascia una grande amarezza. Sono sinceramente avvilito dall’esito di una vicenda grave che ho avuto l’unico torto di aver gestito “da signore”, evitando di interrompere un’importante partita con tutti i disagi che avrebbe comportato agli spettatori che stavano assistendo al match, e confidando che il mio atteggiamento sarebbe stato rispettato e preso, forse, ad esempio.
Probabilmente, dopo questa decisione, chi si troverà nella mia situazione agirà in modo ben diverso per tutelarsi e cercare di porre un freno alla vergogna del razzismo che, purtroppo, fatica a scomparire. Non mi sento in alcun modo tutelato da questa decisione che si affanna tra il dover ammettere che “è stata raggiunta sicuramente la prova dell’offesa” ed il sostenere che non vi sarebbe la certezza del suo carattere discriminatorio che, sempre secondo la decisione, solo io e “in buona fede” avrei percepito. Non capisco, davvero, in che modo la frase “'vai via nero, sei solo un negro …” possa essere certamente offensiva, ma non discriminatoria.
Non comprendo, infatti, perché mai agitarsi tanto quella sera se davvero fosse stata una “semplice offesa” rispetto alla quale lo stesso Acerbi si è sentito in dovere di scusarsi, l’arbitro ha ritenuto di dover informare la VAR, la partita è stata interrotta per oltre 1 minuto ed i suoi compagni di squadra si sono affannati nel volermi parlare. Non riesco a spiegarmi perché mai, solo il giorno dopo e in ritiro con la Nazionale, Acerbi abbia iniziato una inversione di rotta sulla versione dei fatti e non abbia, invece, subito negato, appena finita la partita, quanto era in realtà avvenuto.
Non mi aspettavo un finale di questo genere che temo - ma spero di sbagliarmi - potrebbe costituire un grave precedente per giustificare a posteriori certi comportamenti. Spero sinceramente che questa, per me, triste vicenda possa aiutare tutto il mondo del calcio a riflettere su un tema così grave ed urgente

Non si può fare appello alla decisione del Giudice Sportivo

Dopo l'esito dell'indagine della Procura federale, la sentenza del Giudice Sportivo non può essere ribaltata. Non c'è infatti possibilità di fare appello per Juan Jesus e per il Napoli. L'unico che può ribaltare qualcosa è il Presidente federale Gravina che è l'unico, appunto, a poter impugnare le decisioni adottate dal Giudice sportivo nazionale quando ritenga che queste siano inadeguate o illegittime come prevede l'articolo 102 del Codice di Giustizia sportiva.
Juan Jesus, aggiunge inoltre la Gazzetta dello Sport, sta comunque pensando a fare una denuncia penale nei confronti di Acerbi per non lasciar passare in cavalleria la cosa. Il giocatore, assieme al suo agente Roberto Calenda, sta valutando il da farsi, anche per capire modalità e tempi. Una denuncia può portare a qualche risultato favorevole?
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