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Milan-Inter 1-2, Inzaghi: "Abbiamo strameritato, un campionato dominato. Non ho sassolini nella scarpa, solo trofei..."

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Pubblicato 22/04/2024 alle 23:57 GMT+2

CALCIO, SERIE A - Simone Inzaghi festeggia il 20° Scudetto dell'Inter nell'intervista post-partita a DAZN dopo il successo (2-1) sul Milan: "Abbiamo fatto qualcosa di meraviglioso. Uno Scudetto strameritato, al termine di un campionato dominato dall'inizio alla fine. Credevo di poter vincere trofei con l'Inter fin dalle prime due partite di Champions contro Real Madrid e Liverpool".

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Al termine del derby che ha chiuso la 33ª giornata di Serie A 2023-24, vinto 2-1 dall'Inter grazie alle reti di Francesco Acerbi e Marcus Thuram - oltre al gol della bandiera rossonero realizzato da Fikayo Tomori - l'allenatore nerazzurro, Simone Inzaghi, è stato intervistato nel post-partita da DAZN. Il successo di questa sera ha consentito all'Inter di festeggiare il 20° Scudetto della sua gloriosa storia, dopo un campionato (non ancora concluso) totalmente dominato. Ecco allora tutte le dichiarazioni di Inzaghi.
"Una bellssima sensazione, abbiamo fatto qualcosa di incredibile ed è giusto condividerlo con tante persone. Ci sono tanti protagonisti, penso in primis ai miei giocatori, alla società, al nostro presidente che non è qui con noi ma che c'è sempre stato, per qualsiasi cosa io abbia avuto bisogno da quando sono all'Inter".

Sulla sua crescita da allenatore

"Per quanto riguarda la mia crescita, tutti giorni ci si impegna per migliorarsi. Ma se penso ai primi anni, alle mie prime partite in Champions contro Real Madrid e Liverpool, che sarebbero poi state le finaliste di quell'edizione, è da lì che ero già certo sarebbero arrivati questi trofei. Ho insistito tanto per portare all'Inter Acerbi, perché sapevo che ci avrebbe dato una grandissima mano. Oggi i ragazzi sono stati incredibili, li ho fatti allenare oggi dalle 11 alle 13:05 a provare tutti i calci piazzati e alla fine è stato decisivo perché l'abbiamo sbloccata lì".
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Sul rapporto col fratello Pippo

"Mio fratello Pippo per me è stato un esempio, sia da calciatore che nel prosieguo. Mi ha sempre trasmesso grandi valori, è stato importantissimo e lo è tuttora, perché siamo sempre presenti l'uno per l'altro. Ognuno si è fatto la sua famiglia, ma l'amore che c'è tra me e lui penso non cambierà mai".

Le sensazioni sul suo percorso

"Un percorso bellissimo. Ringrazierò sempre anche la Lazio, il presidente Lotito e il direttore Tare: abbiamo fatto benissimo, ricordo il campionato sospeso per Covid in cui eravamo in testa e sempre molto pericolosi, non so se l'avremmo vinto ma ce lo saremmo giocati fino in fondo. Poi ho sentito il bisogno di cambiare e c'era qualcosa che mi diceva di venire all'Inter. Con Marotta avevo già lavorato alla Sampdoria, Ausilio e Baccin li conosco da anni e sono che sono competenti. Insomma, ero certo che si potesse continuare un ciclo. Quando ci sono stati momenti difficili, abbiamo lavorato e si è lasciato parlare chi doveva parlare. Non ho alcun sassolino nella scarpa, ma soltanto dei grandi trofei da far vedere agli altri".

Sul mercato

"Non do consigli alla società, so che ci sono paletti e limitazioni ma questi paletti a volte sono anche fatti per essere superati".
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